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Anno IV, n. 33, maggio 2010
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Letteratura contemporanea (a cura di Maria Franzè) . Anno IV, n. 33, maggio 2010

Zoom immagine Indagine a due
su un omicidio
all’università

di Rosina Madotta
Un thriller Ferrari editore.
Un docente e un’ispettrice
alla ricerca dell’assassino


Chi l’ha detto che la vita universitaria è fatta solo di noiose lezioni da seguire, estenuanti sedute di studio sui libri e impossibili esami da sostenere? Chi l’ha detto che i giorni scorrono piatti e monotoni sempre uguali a se stessi? E se nel bel mezzo di un normale anno accademico, uno come tanti all’Università di Bologna, un avvenimento  improvviso e sconvolgente portasse agitazione nei corridoi e nelle aule? E se lo strano omicidio di un rispettato preside di facoltà turbasse il tran tran quotidiano?

Lo studio della vittima si trasforma in un attimo nella scena del crimine, la sua rispettabilità e la sua onorata carriera accademica vanno in mille frantumi, colpiti dalle chiacchiere e dalle dicerie. Tutti coloro che ruotavano intorno alla vita della vittima diventano possibili assassini.

Le strade e le piazze bolognesi, la casa del protagonista e la vita che scorre nei corridoi accademici sono i luoghi che fanno da sfondo alle indagini del romanzo thriller di Stefano Mauro Scarpino, Blue note (Ferrari editore, pp.160, € 12,00), seconda pubblicazione per l’autore in campo letterario.

 

Una vicenda intricata

Il protagonista è Federico Di Carlo, docente di Storia economica medievale, scapolo quarantenne dai molteplici interessi che spaziano dalla musica jazz all’enogastronomia, e uomo che esercita un fascino particolare sul popolo femminile.

Tutto ha inizio subito dopo l’uccisione di Francesco Ratti, preside della Facoltà di Lettere quando – a causa del loro rapporto professionale e personale conflittuale – Federico viene additato come il maggior sospettato per aver commesso l’omicidio. Il movente principale, secondo il commissario di Polizia Laura Giordano, sarebbe da ricondurre ai dissidi interni alla professione accademica venutisi a creare tra i due docenti e alla passata relazione sentimentale tra Federico ed Enrica, giovane ricercatrice universitaria e compagna del preside Ratti al momento della tragedia.

Ma ben presto l’indiziato riesce a dimostrare la propria innocenza e inizia a collaborare con il commissario Giordano per scoprire la verità. Da indagato, grazie al proprio spiccato intuito investigativo, Federico diventa pertanto detective, ritrovandosi nei panni di Sherlock Holmes. Fa da sottofondo alle indagini l’ambiguo rapporto del protagonista con Chiara Sforza, figlia di un noto uomo d’affari bolognese, la quale avrà un ruolo fondamentale quanto inaspettato nella risoluzione del caso.

Federico e Laura si ritrovano così ad avere una fitta rete di incontri e, non senza difficoltà, colpi di scena, nuovi avvenimenti e scoperte inaspettate, arrivano alla verità dei fatti, riuscendo a smantellare una pericolosa organizzazione criminale internazionale. Ma quando tutto sembra essersi concluso, una nuova complicazione rischia di mettere a repentaglio la vita del professore.

Il doppio finale, che risolve definitivamente il caso, posiziona tutte le tessere del mosaico al loro posto, ricomponendolo agli occhi del lettore e riproponendo sotto una luce diversa l’intera vicenda e il carattere del protagonista.

 

Un thriller d’autore

Gli elementi che contornano le indagini vere e proprie sono molteplici. In primis, la vita del protagonista: il lavoro di ricerca universitaria unito alla passione per la musica jazz; il rapporto d’amicizia con Chiara e successivamente la relazione sentimentale con Laura; le sue considerazioni sulle incertezze e lo sconforto di Enrica che prendono un respiro più ampio, divenendo riflessioni sulla generazione dei trentenni e quarantenni d’oggi, in bilico tra un presente insoddisfacente e un futuro incerto.

La narrazione in prima persona pone l’attenzione sul punto di vista del protagonista: il lettore conosce i dettagli e i particolari della vicenda solo nel momento in cui ne viene a conoscenza il professore Di Carlo e non in precedenza; inoltre chi legge vive in prima persona anche la vicenda sentimentale del protagonista, alquanto intricata e altalenante, in bilico tra Chiara e Laura.

I luoghi d’ambientazione, che fanno da sfondo alle indagini – principalmente le strade di Bologna e l’appartamento del professore – sono realistici, descritti dettagliatamente e con cura, tanto da materializzarsi davanti gli occhi del lettore come nelle scene di un film.

I dialoghi sono nel complesso ben costruiti ma, ci è parso, siano a volte lenti e stridano con la dinamicità degli eventi, specialmente nei capitoli finali nei quali si assiste all’epilogo d’azione.

Ai lettori particolarmente attenti e appassionati del genere poliziesco, non mancherà di notare una qualche somiglianza del “nostro” detective con uno più famoso e protagonista di numerosi romanzi e racconti. Nonostante i ruoli completamente diversi, alcuni gesti di Federico Di Carlo rimandano, infatti, ad altri aspetti che caratterizzano il commissario Salvo Montalbano, scaturito dalla penna di Andrea Camilleri, come per esempio il fissare con parole scritte su un foglio l’andamento delle indagini e le sue personali riflessioni in merito, nonché il ricercare nei suoi libri personali spunti e intuizioni per approfondire e proseguire le indagini.

 

Rosina Madotta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 33, maggio 2010)

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