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Filosofia e religioni (a cura di Angela Potente) . Anno IV, n. 32, aprile 2010

Zoom immagine Francesco d'Assisi:
una vita consacrata
ad accogliere l’altro

di Paola Zagami
Un testo edizioni Creativa per riflettere
sul santo più popolare in tutto il mondo


Sentire nella propria epoca la mancanza di leader d'opinione, esempi di rettitudine e fedeltà ad alti ideali, spinge spesso a far riferimento a personalità del passato. Per fare qualche esempio, John Fitzgerald Kennedy incarna la politica che si fa carico della risoluzione dei conflitti sociali, Gandhi è l'ispiratore della “nonviolenza” e Martin Luther King il paladino della lotta al razzismo. Questi e molti altri personaggi sono rigorosamente laici, a dimostrazione dell'universalità degli ideali da loro propugnati. Parlare di santi, invece, è poco frequente, a meno che il contesto non sia espressamente sacro o limitato all'ambito dell'agiografia, la disciplina storiografica che ne ricostruisce le vite. Relegare tali argomenti in angusti settori diventa una pecca, se si sottovaluta la quanto mai attuale carica pacifista di Gesù Cristo e di molti santi cristiani. Uno tra i più noti è senza dubbio S. Francesco d'Assisi, protagonista del libro intitolato, appunto Francesco d'Assisi. Figlio del Dio dalle braccia larghe (edizioni Creativa, pp. 80, € 9,00).

L'autore è Matteo Pugliares, frate minore cappuccino originario di Siracusa. Oltre ad occuparsi di pastorale giovanile coltiva la passione della scrittura, pubblicando testi, tenendo corsi e dirigendo la collana Le Pleiadi di edizioni Creativa.

Questo libretto, il cui ricavato sarà devoluto all'Associazione "Meter", impegnata contro la pedofilia, si apre con una breve nota di un altro siciliano, il cantautore Franco Battiato. Il più "spirituale" tra gli interpreti della musica italiana introduce con delicatezza l'argomento del libro, focalizzandosi sull'idea di sofferenza del santo, che arriva a cantare: «Laudato si’, mi Signore, per sora nostra Morte corporale».

 

Un modello di vita sempre attuale

La prima peculiarità del testo è il dichiarato intento dell'autore di rinuncia alla scientificità dell'indagine storica – elemento frequente nelle opere sui santi – per comunicare al lettore ben altri messaggi. Quello principale è la spinta al vivere "francescanamente", personalissimo obiettivo di vita di fra' Matteo Pugliares, ancor più evidente nella scelta di far parte dell’ordine di cui il santo di Assisi è padre.

Per questo motivo, la vita di Francesco viene misticamente indagata attraverso sei tappe principali, corrispondenti alle qualità da lui dimostrate, convertibili per chiunque in valori universali. Ognuno di tali principi prende l'avvio da Dio, il cui bellissimo volto si può ritrovare e amare in ogni essere.

Francesco era prima di tutto un uomo accogliente, caratteristica non riducibile solo ad atteggiamenti di ospitalità e generosità verso il prossimo. Come dimostra il noto episodio del lupo di Gubbio, mutato da feroce in mansueto, accogliere l'altro è frutto di un «lavoro maieutico di incontro», durante il quale, non senza difficoltà, si rintraccia anche negli apparenti malvagi una componente di somiglianza a Dio.

Francesco nell'immaginario comune è il santo che prima di ogni cosa amava la natura, tanto da essere universalmente riconosciuto come patrono degli ecologisti. Il suo atteggiamento di meraviglia contemplativa per ogni creatura, splendidamente espresso nel Cantico di frate Sole, sembra quasi inimitabile nella società attuale, vigliaccamente rassegnata alla graduale distruzione del pianeta.

Francesco è anche noto per essere stato il "Poverello d'Assisi", fieramente al fianco dei più sfortunati, dopo essersi letteralmente spogliato di ogni avere in suo possesso. Tale atteggiamento, che ricalca quello di Cristo, diventa naturale dopo aver riconosciuto in Dio l'unica ricchezza suprema. Anche per questo, vivere a fianco dei poveri dovrebbe essere considerato una fortuna e non una tortura, contrariamente a coloro i quali mettono il denaro al primo posto nella propria scala di valori.

Francesco si può di certo collocare nella categoria degli uomini di pace, uno dei numerosi valori universali ai quali dedicò la sua esistenza. Il suo pacifismo stava piuttosto nell'atteggiamento quotidiano di concordia e temperanza nel dirimere contese, ispirato dal sentimento di intima fraternità con cui si accostava all'altro.

Proprio l'essere fraterno è il leitmotiv dell'esistenza di Francesco, che riteneva tutti gli uomini dei fratelli in quanto tutti figli di Dio. La necessità di questo amore per il prossimo consiste ancora una volta nella ricerca di Dio in tutte le creature al fine di ricostruire un'unità di rapporto con Lui, ormai persa, nella comunità umana.

La volontà di unione tra gli uomini generava in Francesco un sentimento di "simpatia" intesa come la capacità di soffrire con e allo stesso modo dei deboli: «Beato quel servo che saprà amare il suo fratello malato, che non può compensarlo, tanto quanto ama il sano che può compensarlo».

Lui stesso era sofferente sia fisicamente, a causa di varie malattie che lo portarono alla cecità, sia moralmente al momento dello sviluppo del suo ordine di frati. Infatti, l’inevitabile istituzionalizzazione della famiglia francescana, negli anni sempre più vasta, gli pose dubbi e tormenti sulla preservazione della sua vocazione originaria. In entrambi questi casi, il suo comportamento fu di serena accettazione, avendo ravvisato la presenza di Dio in ogni infermità, che come la "sora morte" diventava amabile ai suoi occhi.

 

La bellezza di vivere "francescanamente" oggi

L'intensa ma delicata carica spirituale di questo libretto viene messa maggiormente in luce grazie all'originale modo in cui l'autore attualizza i principi ispiratori della vita di S. Francesco.

Leggere degli splendidi e già noti passi dei Vangeli o di alcune fonti francescane alla luce di problematiche odierne come la guerra, la povertà o i danni ambientali ispira, talvolta commuovendo, a intraprendere alternativi percorsi di vita ispirati, ma assai difficilmente accostabili alla santità di Francesco, della quale le emozionanti preghiere poste alla fine del libro sono una splendida testimonianza.

Tale volontà è visibile nel lavoro di scrittura dell'autore, che a corredo di ciascuno dei sei capitoli che compongono l'opera, inserisce dei suoi componimenti poetici. In ogni verso l'amore per il prossimo si fonde con l'incondizionata fede in Dio: «Ed è nei volti delle tue creature / che ho compreso il mio limite / ed ho accettato i tuoi doni, / la tua oblazione e generosità, / la tua delicatezza di Padre / per noi figli poveracci».

 

Paola Zagami

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n.32, aprile 2010)

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