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Anno IV, n. 31, marzo 2010
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Home Page (a cura di Agata Garofalo) . Anno IV, n. 31, marzo 2010

Zoom immagine Il volume su Soverato arricchisce
la collana Le città della Calabria

di Cecilia Rutigliano
Con la casa editrice Rubbettino e la Banca popolare del Mezzogiorno
prosegue l’esperienza editoriale dedicata a storia e cultura calabresi


La Banca popolare del Mezzogiorno, in collaborazione con l’editore calabrese Rubbettino, conferma ancora il proprio impegno a diffondere la cultura e la storia di una grande regione, spesso penalizzata dalle cronache quotidiane.

L’imponente progetto culturale dell’ormai ventennale collana Le città della Calabria si è arricchito anche nel 2009 di un nuovo volume, Soverato. Storia Cultura Economia (Rubbettino, pp. 308, € 44,00), che ha assunto come oggetto di studio una cittadina annoverata fino a un secolo e mezzo fa tra i piccoli centri abitati della Calabria e che oggi, invece, si presenta come una delle realtà più moderne e sviluppate del territorio.
Lo sottolinea, nella Nota che apre il volume, il curatore Fulvio Mazza: ideatore e responsabile della collana dedicata alle città calabresi, nonché della “gemella” Le città della Sicilia (che ha all’attivo i due volumi su Catania e Messina), evidenzia come fosse impossibile rinunciare a
tracciare il profilo storico di un centro oggi così dinamico poiché «nelle vicende delle società umane, anche delle più piccole, vi sono elementi che le rendono solo apparentemente “immobili” e quindi poco interessanti».

Non a caso, il lavoro di analisi documentaria e archivistica, propedeutica alla pubblicazione di questi prestigiosi volumi, ha portato alla luce anche per Soverato una rilevante ricchezza storica, economica, politica e culturale che, nei secoli, ha plasmato e influito sulle vicende della grande Storia della Calabria.

Gli studiosi del settore e gli appassionati del passato non potranno non riconoscere l’importanza degli avvenimenti locali rispetto al quadro generale di una realtà che nella conoscenza delle proprie vicende può trovare un formidabile strumento di crescita e di sviluppo socioeconomico. È questo il significato attribuito al termine “cultura” da Francesco Antonio Lucifero, presidente della Banca popolare del Mezzogiorno che, nella sua Presentazione del volume incentrato sulla “Perla dello Ionio”, non esita a scorgere nella consapevolezza delle dimensioni e della ricchezza della propria terra una responsabilizzazione, nella sua salvaguardia e nell’impegno per la sua crescita, di chi la vive quotidianamente.

Questo assunto pare essere ancora più valido quando, sfogliando le curatissime pagine del libro, ci si rende conto di quanto la validità scientifica sia indissolubilmente legata, in esse, all’immediatezza della consultazione.

 

La struttura del volume: immediatezza e fruibilità al servizio della storia

L’opera si divide in due parti, Il Passato e Il Presente, precedute da altrettanti saggi di presentazione: l’Introduzione alla parte prima, a firma di Fulvio Mazza, e l’Introduzione alla parte seconda di Fausto Cozzetto, il quale – tra l’altro – è il consulente scientifico della collana.

Il gioco dialettico tra ciò che è “lontano” e ciò che è “vicino”, dunque, rappresenta il filo conduttore che lega tra loro i diversi capitoli dell’opera, attraverso i quali è possibile percorrere il cammino che ha portato Soverato a essere la cittadina che è oggi.

Ulderico Nisticò ed Elisa Nisticò, autori del primo capitolo, intitolato Tre millenni tra i colli e il mare, accompagnano il lettore nel mondo antico degli Italici, dei Bruzi, dei Magnogreci, dei Romani, alla scoperta delle tracce dei popoli che si sono avvicendati nell’appetibile territorio soveratese.

Tra lo Ionio e le Serre, esso ha ospitato quel villaggio a cui è stato attribuito il poleonimo di Poliporto, legato al sistema economico e alle vicende delle città greche maggiori e del Bruzio romano. Il toponimo che sopravvivrà fino ai nostri giorni, Suberatum, è invece medievale, legato alla fondazione di un borgo fortificato lungo il fiume Beltrame che ha seguito le diverse vicende della storia del Meridione: tra Normanni, Svevi, Angioini, Durazzeschi e Aragonesi.
Il rapporto tra il numero degli abitanti e i (circa) sette chilometri quadrati che hanno accolto Soverato a partire dal Basso medioevo, è il punto di partenza dell’indagine che il già menzionato noto storico dell’Università della Calabria, Fausto Cozzetto, conduce nel capitolo dedicato all’Età moderna. In esso, l’autore individua il fondamento demografico della comunità soveratese, composto nel XV secolo da appena 400 abitanti: un numero che, sostanzialmente, rimane stabile per i cinque secoli successivi. Il dato si propone come “spia” di una lunga storia segnata dallo sfruttamento delle risorse umane e territoriali da parte delle
grandi forze sociali e politiche dominanti, unico vero freno per ogni anelito al mutamento della Soverato moderna.

La drammatica realtà emerge con il grande sisma del 1783 il quale, però, rappresenta – paradossalmente – il momento di svolta: la popolazione, dirigendosi verso il mare, si libera dalla situazione di stallo vissuta fino a quel momento e muta le proprie prospettive di sopravvivenza attraverso la “scoperta” dei rapporti commerciali, destinati ad essere potenziati con la creazione della stazione ferroviaria nel 1875.

Questa “rinascita”, che ha accompagnato Soverato verso il Regno d’Italia, è narrata da Tonino Fiorita nel capitolo conclusivo della prima parte del volume, La città nel secolo XIX: un excursus sul processo che in meno di un secolo, tra il dominio di Murat e gli ultimi decenni del Regno delle Due Sicilie, ha profondamente modificato l’aspetto della città, aprendo le porte a un Novecento che trascorre sotto il segno dello sviluppo e della modernizzazione: la città acquisisce il suo status di centro urbano a tutti gli effetti.

Il merito va ai prerequisiti favorevoli che il territorio soveratese ha messo a disposizione della modernità: la sua Marina, con le spiagge più belle dell’intera regione, e la presenza di un’ampia zona pianeggiante, pronta ad accogliere le più svariate attività umane, sono gli elementi che Cozzetto evidenzia nel suo saggio introduttivo alla seconda parte del volume, dedicata all’analisi dello sviluppo della cittadina a cavallo tra XX e XXI secolo.

Alessio Di Stefano e Annalisa Pontieri offrono al lettore una fotografia della realtà soveratese attuale, a partire dall’individuazione delle fondamenta storiche su cui è stato costruito il nuovo sistema politico della città, che affonda le sue radici nell’egemonia del ceto mercantile.

Nel loro capitolo, che non a caso s’intitola Una città borghese, gli autori individuano nella stabilità politico-amministrativa l’elemento che ha valorizzato le potenzialità produttive della città e riconoscono l’importanza che, in questa direzione, hanno ricoperto alcune personalità politiche di rilievo: da Filippo Caminiti a Giovanni Alcaro, continuando con i più recenti amministratori Antonino Calabretta, Gianni Calabretta e Raffaele Mancini.

Gli elementi di crescita e di positività che caratterizzano il quadro politico contemporaneo si specchiano inevitabilmente nella vita culturale cittadina, favorendo quello sviluppo di cui Marco Gatto e Salvatore Pistoia Reda offrono una brillante descrizione nel capitolo Il Novecento culturale: qui è documentata la vitalità artistica della città, che si è incarnata in buone figure di scrittori, letterati, studiosi e saggisti talvolta emersi dal contesto strettamente locale per assumere ruoli di rilevanza nazionale.

Uno sviluppo, dunque, che sfata lo stereotipo diffuso della Calabria arretrata, come dimostra il saggio conclusivo dell’opera, Modernizzazione e sviluppo dell’economia cittadina, di Vittorio Daniele. L’autore indaga sulle dinamiche e sulle trasformazioni socioeconomiche che hanno caratterizzato la crescita di Soverato e fornisce, nell’apposita Appendice statistica, diverse tipologie di dati, capaci di abbracciare la realtà demografica, economica e culturale della città.

 

Approfondimento e divulgazione: gli obiettivi della redazione

A fare dell’opera una pubblicazione di pregio, ha contribuito il lavoro “corale” di una redazione preparata ed efficiente, capace di valorizzare al massimo l’apporto degli studiosi e degli esperti che hanno redatto i contenuti del testo. Il coordinamento redazionale di Elisa Calabrò e di Marco La Deda ha garantito la nascita di un volume molto curato, tanto nella sostanza quanto nell’aspetto grafico.

A loro si deve l’omogeneità e la precisione dei contributi apportati da diversi giovani collaboratori: Nicola D’Agostino, Eliana Grande, Marika Guido, Loredana Minniti, Monica Murano, Giuseppe Petrucci, Francesca Rinaldi e altri ancora i quali, a vario titolo, hanno messo le proprie competenze a disposizione di questo progetto che si nutre, anno dopo anno, dell’impegno e della passione di tutti coloro che ne sono coinvolti.

È proprio per merito degli interventi redazionali che l’opera non si limita ad essere un “bel libro”, come già il suo paratesto promette, ma si propone al mercato editoriale come strumento di approfondimento valido sia per gli addetti ai lavori, sia per un pubblico non specializzato.

Lo si nota dal corposo apparato di note bibliografiche a corredo di ogni capitolo, dagli indispensabili strumenti di ricerca redatti da Fabio D’Angelo, l’Indice dei nomi e l’Indice delle illustrazioni, nonché dall’imponente impianto iconografico, realizzato da Piergiorgio Iannaccaro, che – anche per merito delle attente didascalie che lo completano – offre un percorso di lettura integrativo, se non alternativo, dell’opera stessa.

La lunga tradizione di questa collana, che invita il pubblico ad esplorare spazi e tempi disparati, annovera – tanto per citare i cinque volumi più recenti – le pubblicazioni dedicate a Borgia, Corigliano Calabro, Gioia Tauro, Castrovillari e Scilla. Il prossimo novembre sarà la volta di Siderno e la Locride; seguiranno i volumi dedicati a Sibari-Cassano all’Ionio e Fabrizia-Serra San Bruno.

Non è il caso di disfare le valigie, dunque: il viaggio è ancora lungo.

 

Cecilia Rutigliano

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 31, marzo 2010)

Redazione:
Agata Garofalo, Antonietta Zaccaro
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Mirko Altimari, Simona Antonelli, Yael Artom, Claudia Barbarino, Maddalena Beretta, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Elisa Calabrò, Giacomo Callari, Paola Cicardi, Guglielmo Colombero, Simone De Andreis, Marina Del Duca, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Anna Foti, Manuela Gatta, Barbara Gimigliano, Eliana Grande, Anna Guglielmi, Patrizia Ieraci, Simone Jacca, Giuseppe Licandro, Serena Maffioli, Stefania Marchitelli, Paola Mazza, Valentina Miduri, Elena Montemaggi, Sara Moretti, Valentina Pagano, Sara Parmigiani, Graziana Pecora, Chiara Pennacchi, Anna Picci, Serena Poppi, Mariastella Rango, Alessia Rocco, Roberta Santoro, Maria Saporito, Valentina Stocchi, Sara Storione, Pasquina Tassone, Alba Terranova, Laura Tronconi, Laura Tullio, Monica Viganò, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro, Paola Zagami
Curatori di rubrica:
Erika Casali, Giulia De Concilio, Maria Franzè, Annalice Furfari, Agata Garofalo, Angela Potente, Francesca Rinaldi, Marilena Rodi, Fulvia Scopelliti, Piero Vespari, Antonietta Zaccaro, Elisabetta Zicchinella
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