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Problemi e riflessioni (a cura di Francesca Rinaldi) . Anno IV, n. 30, febbraio 2010

Zoom immagine I volti e le atmosfere
africane raccontati
tramite lo sguardo
di un grande artista

di Renata Lo Iacono
Gli scatti di Casset raccolti da Tagete
in un'edizione curata dalla figlia Fatou


Gli scatti del famoso fotografo senegalese Mama Casset, già pubblicati in varie edizioni internazionali e ospitati in numerose esposizioni presso importanti gallerie di tutto il mondo, ricevono finalmente il giusto spazio anche in Italia grazie a una pubblicazione uscita, nel 2005, in concomitanza con una mostra delle stesse foto allestita a Pontedera. Questa città, sede della casa editrice Tagete e località dove attualmente risiede Fatou Casset, figlia di Mama, è stata appunto il luogo di incontro tra questa donna, che ha amorevolmente conservato fino a oggi le foto del padre, e due giovani editori particolarmente interessati alla diffusione e alla valorizzazione di contributi provenienti da culture diverse. Un pomeriggio a Dakar. Takussanu Ndakaru (Tagete edizioni, pp. 56, € 15,00) è il risultato di questo incontro.

L’attenzione della casa editrice toscana ai progetti di contaminazione culturale, già evidente se si pensa che il volume è il terzo della collana Migranti, si riflette anche nella scelta di lasciare accanto al titolo in italiano la corrispondente traduzione in lingua wolof. I ritratti di Casset, poi, fanno il resto, conducendo il lettore in un territorio poco conosciuto ma molto affascinante e permettendo a questo libro di diventare un biglietto per un viaggio che porta lontano a trascorrere, appunto, «un pomeriggio a Dakar».

Il libro è, infatti, perfettamente all’altezza dei propositi dei suoi ideatori e promotori: le immagini raccontano l’Africa con le sue tradizioni e hanno come protagonisti gli africani e tutto il loro bagaglio legato all’appartenenza a quella specifica identità etnica. È tramite questi pezzi d’Africa che si cerca di realizzare lo scopo di catapultare il lettore in un’epoca e in un luogo lontani, anche per far nascere in lui la disponibilità ad aprirsi a un dialogo e a uno scambio con una cultura diversa.

 

Fotografi e persone di un tempo

Questa raccolta, oltre ad avere il valore di un recupero storico, possiede anche qualità artistiche non indifferenti: le quarantotto immagini in bianco e nero sono la testimonianza delle doti professionali dei fotografi di un tempo, quelli che seguivano l’evoluzione della foto dallo scatto alla stampa, in un’epoca (rimpianta dallo stesso Casset) in cui non esistevano ancora le macchine digitali.

L’edizione, presentata in una veste grafica curata ed elegante, con una copertina rigida che riporta quello che sicuramente è il ritratto più bello e rappresentativo dell’intera raccolta, è un tocco di raffinatezza in più che ci permette di apprezzare quest’opera, nonché una dimostrazione del valore che riveste il progetto per gli stessi editori. Dopo aver sfogliato tutte le pagine, insomma, non si può che concordare con Fatou, che definisce le fotografie del padre «curate, espressive ed eleganti», e riconoscerne la comunicatività. Gli scatti raccolti in questo agile libro, infatti, infondono intense emozioni e suscitano curiosità per quel luogo così remoto che è la culla di tutte le civiltà.

Si tratta di foto realizzate in gran parte nello studio del fotografo “African Photo” a Dakar negli anni Cinquanta che appartengono, pertanto, al genere del ritratto fotografico di studio, ma ci sono anche alcuni scatti effettuati all’aperto.

Nonostante Mama Casset abbia avuto l’opportunità di immortalare nel corso della sua vita numerose personalità politiche e religiose africane, le immagini raccolte in questo volume ritraggono persone comuni: donne dall’espressione serena e gentile, uomini dall’aspetto più serio e bambini festanti. Le foto di gruppo dimostrano che si tratta soprattutto delle famiglie della borghesia dell’epoca, che amavano farsi ritrarre per mostrare la propria emancipazione economica.

In particolare, la maggior parte delle foto scattate al chiuso, sullo sfondo di tende e drappeggi, ritraggono donne che, con i loro costumi tradizionali, le complicate acconciature, i vistosi gioielli e i sorrisi dimessi, riproducono tutto il folklore e la cultura del popolo africano in generale e senegalese in particolare.

Le immagini sono spesso sovrapposte a sfondi alternativamente neri e bianchi, ma nella maggior parte dei casi occupano l’intera pagina, il che rende certi ritratti particolarmente simili a dei dipinti fatti a mano che giocano sull’effetto del chiaroscuro: ci si accorge che si tratta di fotografie solo a seguito di una più attenta osservazione che permette di scorgere quei piccoli difetti tipici delle foto antiche, come qualche leggera striatura o macchiolina qua e là o come quelle pieghe che impreziosiscono, tra le altre, l’immagine di una donna dall’espressione molto particolare, che sembra la foto di un’attrice e che, probabilmente, Fatou avrà trovato un po’ spiegazzata e avrà dovuto stendere prima della pubblicazione.

 

Renata Lo Iacono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno IV, n. 30, febbraio 2010)

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