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Direttore editoriale: Maria Ausilia Gulino
Anno III, n. 28, Dicembre 2009
Il mondo silenzioso
del topolino Arturo:
metafora per capire,
spiegare, conoscere
di Anna Picci
Edizioni associate propone una storia
di crescita non solo per i più piccini
La diversità, in qualunque forma si presenti, è percepita dai più come un limite al normale sviluppo della personalità e delle capacità umane. In realtà chi vive una situazione di handicap sa benissimo che le cose non stanno così e che un’esistenza normale è davvero possibile e, anzi, è proprio la varietà a rendere speciale e interessante il mondo. Questo, in buona sostanza, è ciò che Piera Ventre dimostra dalle pagine del suo racconto I sette colori dell’arcobaleno (Edizioni associate, pp. 70, € 10,00). L’autrice, laureata in Logopedia e specializzata in Comunicazione per non udenti, attualmente lavora nelle scuole a supporto di ragazzi sordi. Da questa sua esperienza personale e lavorativa, dunque, la Ventre è arrivata alla maturazione della storia narrata, quella del piccolo Arturo, un topolino all’apparenza come tanti, ma con un grave problema di sordità che renderà la sua vita più speciale di quella dei suoi simili. Una storia semplice e lineare, ma col potere di cogliere il punto di vista di chi vive una problematica senza cadere in facili luoghi comuni e inutili commiserazioni. Da segnalare il fatto che l’autrice ha realizzato anche le illustrazioni che arricchiscono il testo.
Storia del topolino Arturo
Il mondo in cui vive Arturo, quello dei topolini, è parallelo a quello umano, ma del tutto simile a esso. Ci sono le famigliole che si riuniscono a tavola per la cena, i papà che tornano stanchi dal lavoro e non hanno voglia di parlare, le mamme che fanno la spesa al mercato, inoltre esistono i medici, le scuole, le strade affollate. La mamma di Arturo un giorno, del tutto casualmente, si accorge che qualcosa non va nel suo piccolo e perciò comincia un giro consultivo da medici e specialisti al quale il topolino partecipa malvolentieri per i disagi e il fastidio che ogni nuova visita gli procura. Il verdetto è semplice: Arturo è sordo dalla nascita e l’unico modo che ha per mettersi in contatto con il mondo esterno è quello di usare un apparecchio acustico ed essere educato all’ascolto da una terapista. Così il piccolino farà la conoscenza di Sofia, un medico molto diverso dagli altri, tanto da apparire ai suoi occhi come una fatina in grado di svelargli i «segreti delle parole» e che cambierà la sua vita, portandolo dal silenzio profondo e spaventoso all’universo dei suoni.
Arturo può cominciare finalmente la scuola. Riesce a sentire, a leggere le labbra in caso di difficoltà e a parlare, anche se spesso fa una gran confusione con le lettere. Purtroppo a scuola, dal confronto con topolini diversi da lui, nasceranno i suoi primi problemi d’inserimento.
Il mondo fuori, il mondo “normale”?
Affrontare una situazione di diversità è difficile per un bambino e, naturalmente, anche per la sua famiglia. Bisogna tener conto degli sberleffi, delle battute dei bulletti di turno, delle risatine di scherno, ma questo non deve far abbattere chi, in una condizione di svantaggio, si confronta col mondo cosiddetto “normale”. La normalità, però, è un concetto oltremodo controverso. Solitamente definiamo tale ciò che una maggioranza ha ritenuto dovrebbe essere, non la situazione o il fenomeno migliore o più logico, ma semplicemente quello che si è adattato meglio all’esigenza collettiva. Se non rientri in una statistica, allora sei tagliato fuori perché anormale, diverso. Il piccolo Arturo riesce a integrarsi col resto dei suoi compagni soltanto quando difende un amico, Bullo, che si trova, in seguito ad un fenomeno passeggero come un’otite, anche lui con problemi all’udito. Da allora i due topolini diventano amici inseparabili e il piccolo protagonista, non cedendo alla violenza e alla presa in giro, per ripicca, del compagno, ha l’occasione per dimostrare la sua forza d’animo e la sua acuta sensibilità.
Volendo trovare una morale a questo racconto, come di norma accade nelle favole, di esopiana memoria, che hanno per protagonisti gli animali, si può concludere affermando che l’incontro tra singole diversità crea la meraviglia del mondo. Per indicare quanto ricchi siano gli incontri “tra alterità diverse” che, insieme, danno vita a qualcosa di nuovo e speciale, l’autrice utilizza la metafora dell’unione tra colori differenti che generano infinite sfumature.
Il libro della Ventre è sicuramente da consigliare a grandi e piccini. Difatti a questi ultimi piaceranno la storia, la fluidità della lettura e le illustrazioni, ai grandi potrà fornire qualche piccolo insegnamento utile nel caso ci si trovi ad affrontare situazioni analoghe a quelle del topolino Arturo.
Anna Picci
(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 28, dicembre 2009)
Natalia Bloise, Agata Garofalo, Anna Guglielmi, Antonietta Zaccaro
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Mirko Altimari, Valeria Andreozzi, Simona Antonelli, Sonia Apilongo, Yael Artom, Claudia Barbarino, Maddalena Beretta, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Giacomo Callari, Giovanna Caridei, Paola Cicardi, Guglielmo Colombero, Simona Corrente, Simone De Andreis, Gaia De Zambiasi, Marina Del Duca, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Vilma Formigoni, Anna Foti, Manuela Gatta, Simona Gerace, Barbara Gimigliano, Patrizia Ieraci, Giuseppe Licandro, Rosella Marasco, Valentina Miduri, Sara Moretti, Graziana Pecora, Anna Picci, Serena Poppi, Mariastella Rango, Marilena Rodi, Roberta Santoro, Valentina Stocchi, Sara Storione, Pasquina Tassone, Alba Terranova, Filomena Tosi, Laura Tullio, Veronica Vannelli, Monica Viganò, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro, Paola Zagami
Pierpaolo Buzza, Elisa Calabrò, Maria Franzè, Annalice Furfari, Angela Potente, Francesca Rinaldi, Cecilia Rutigliano, Fulvia Scopelliti, Antonietta Zaccaro, Elisabetta Zicchinella