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Anno III, n. 27, Novembre 2009
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Home Page (a cura di Anna Guglielmi) . Anno III, n. 27, Novembre 2009

Zoom immagine Racconti dal liceo:
realtà di migranti,
storie di solidarietà

di Paola Mazza
Da Città del sole, il ruolo della scuola
nell’affrontare problematiche attuali


Le tematiche delle migrazioni e la scuola nella sua funzione educativa. Tali gli elementi che hanno consentito la realizzazione del progetto “Strada facendo” che, usufruendo dei fondi Pon (Programma operativo nazionale) dell’Unione Europea, ha permesso a ventotto studentesse e studenti del Liceo classico “Pitagora” di Crotone di confrontarsi e fermarsi a riflettere; di elaborare sensibilità e conoscenze intorno al fenomeno delle migrazioni – che sempre più investe anche la città calabrese –, cimentandosi altresì nella realizzazione di scritti e illustrazioni, pubblicati poi nel volume Uno sguardo verso l’orizzonte (Città del sole, pp. 148, € 8,00).

Crotone – città della costa calabra, luogo di centri per l’immigrazione presso la vicina località Sant’Anna – ha vissuto negli ultimi anni un periodo di repentino cambiamento, ritrovandosi impreparata ad affrontare la massiccia presenza di persone di diversa provenienza che popolano ormai le sue strade, i suoi negozi, i suoi pochi mezzi pubblici. E, si sa, l’inesperienza determina diffidenza, perché è proprio dall’ignoranza che derivano pregiudizi e razzismo verso una realtà nuova e oscura che suscita timore. La paura del diverso e dello sconosciuto, facile da identificare come nemico, nonché come capro espiatorio su cui proiettare tutto il negativo che percepiamo intorno a noi.

Come afferma Fulvio Mazza nella Prefazione al volume, «L’insufficiente risposta che alla nuova situazione viene data fa sì che, via via che aumenta il numero degli stranieri presenti sul nostro territorio, aumenti anche la diffidenza, la paura, l’intolleranza; mentre, con un processo inversamente proporzionale, non cresca la conoscenza reciproca, la ricerca del confronto, la creazione di momenti di condivisione».

 

Il valore della scuola nella sua funzione formativa

È qui, dunque, che l’educazione assume un enorme valore contrapponendo all’ignoranza la conoscenza, all’indifferenza la riflessione. Ed è qui che la scuola si mostra nella sua funzione educativa, discostandosi e ampliando i contenuti della didattica tradizionale, proponendosi come reale luogo di formazione dell’individuo e della società. Tale, infatti, è stato l’obiettivo del citato progetto promosso dal preside Vittorio Emanuele Esposito e portato avanti dalle professoresse Angela Bifano e Anna Melillo. La raccolta di brevi racconti e disegni, scaturita dal lavoro effettuato dagli studenti, si pone infatti come risultato dello studio e dell’elaborazione intorno ai temi delle migrazioni.

«L’immigrazione verso l’Europa del benessere, così come si è delineata negli ultimi decenni, è un fenomeno, per il momento, inarrestabile, che va affrontato con gli strumenti della politica, del diritto, della sociologia, dell’economia. Ma qualunque strategia si intenda seguire per fronteggiarlo, non si può prescindere dalla comprensione del dramma umano che l’immigrazione porta con sé. Né si può minimizzare la profonda ferita, la scissione interiore, che, anche nei casi più fortunati di felice integrazione nel paese ospitante, segna per sempre chi è stato costretto a lasciarsi alle spalle la propria terra e i propri affetti», afferma Esposito nella Presentazione al volume.

Un percorso di scrittura creativa che ha rivolto l’attenzione su forme e contenuti, che promuove «la custodia e la valorizzazione delle memorie, dei ricordi, delle esperienze di persone che abitano o hanno abitato il territorio locale, attraverso il coscienzioso lavoro di recupero e di rielaborazione, anche fantastica da parte di un gruppo di ragazzi», come scrive la professoressa Melillo nella Postfazione. Nel contempo la Bifano sottolinea che «La speranza della scuola resta quella di aver piantato un semino, di aver trasmesso la passione di raccontare, di giocare con le parole, di diventare autori. Lo scrivere bene viene col tempo, con la pratica, con l’esercizio e la rilettura».

 

I disegni e i racconti: stili e sensibilità differenti

Le illustrazioni, raccolte nel volume e realizzate sotto la guida dell’artista Giuseppe Papaleo, si affiancano ai testi esprimendosi nella loro semplicità o nei tratti elaborati, nella complessità delle figure o nelle forme etniche, stilizzate, che ricordano i soggetti dei tradizionali batik dell’arte africana. Ci mostrano libri alati, liberi, capaci di valicare i confini; puzzle dai compatti tasselli bianchi che sembrano escludere l’unico e solitario tassello dal colore nero; dorsi di mani femminili finemente decorate di henné; orme sul terreno che prendono il volo innalzandosi verso il cielo.

I racconti si mostrano, nei loro diversi stili, a differenti livelli di profondità. Se, infatti, alcuni appaiono scaturire da un’ottica più superficiale, ingenua, buonista o pietista, altri si esprimono in maniera più informata, matura e consapevole, come emerge ad esempio dalle parole di Serena Federico, autrice del suggestivo racconto Un fiore dal Maghreb: «Quella gente doveva imparare a rivendicare, a reclamare diritti che aveva appena saputo di possedere, ci sarebbe voluto molto tempo, dovevano prima convincersi che quei diritti gli appartenevano, dovevano convincersi di quanto fossero universali e inviolabili per essere poi capaci di rivendicarli».

Racconti di migrazioni in cui l’immaginazione delinea narrazioni fantastiche ma realistiche; dove le vicende di viaggio si intrecciano ai sentimenti di amore e di amicizia; in cui il calore della famiglia e la nostalgia della lontana terra di provenienza emergono come i temi più importanti e sentiti; nei quali si ricerca e si immagina una società diversa, più rispettosa dei diritti di tutti.

Tante le storie, la maggior parte delle quali ci raccontano di partenze per necessità economiche, ma che ci parlano anche di una emigrazione dovuta a ragioni culturali, politiche, di fughe da violenze di genere. Racconti alcuni di subordinazione e sconfitta, altri di realizzazione e rivalsa. Vicende che vanno dall’emigrazione italiana verso gli Stati Uniti, a quelle vicine al contesto quotidiano di vita degli studenti. La maggior parte dei racconti sono infatti ambientati nelle coste dell’Italia meridionale, o nella stessa Crotone con i suoi tristi e violenti centri per l’immigrazione.

Il messaggio che emerge dai diversi racconti è di forte solidarietà verso persone viste non più nella loro diversità e distanza, ma nella loro profonda umanità. Il grande pregio del progetto, dunque, è quello di aver indotto le ragazze e i ragazzi al confronto sul fenomeno migratorio, di aver stimolato il desiderio di conoscenza, la riflessione e la sensibilità, pur nei diversi gradi di profondità, su temi tanto importanti ed attuali.

 

Paola Mazza

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 27, novembre 2009)

 

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