Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Maria Ausilia Gulino
Anno III, n. 24, Agosto 2009
Sei in: Articolo




Home Page (a cura di Anna Guglielmi) . Anno III, n. 24, Agosto 2009

Zoom immagine Strani misteri
si nascondono
in una “spilla”

di Francesca Frisone
L’Unione Sovietica di Stalin
e il potere della sua «Stella»
proposti da Barbera editore


«In Russia il passato non diventa mai storia ma, come un vestito, ritorna improvvisamente a far parte della vita quotidiana [...]. Noi russi non viviamo oggi, noi viviamo sempre ieri o domani». Come uno spettro che odora di naftalina, i segreti celati dalla massima onorificenza militare, la «Stella del Generalissimo Stalin», tornano a tormentare l’oggi ed il domani – avendo già rovinato lo ieri – di spie alcolizzate, miliardari frustrati, maghi da strapazzo e detective di bassa lega. Apparendo e scomparendo tra le pieghe dello spazio-tempo, la «Stella» sprigiona i suoi malefici effetti sulle vite dei protagonisti, il cui destino è stato da sempre e per sempre stravolto da questo oggetto misterioso, quasi stregato, esistito (forse), ma solo per pochi.

I corridoi grigi e solitari della dacia di Kuncevo, la residenza privata di Stalin, il campus universitario di Davis in California, il lussuoso harem dello sceicco Ahmed in Kuwait sono le ambientazioni principali di un romanzo che si presenta, sin dall’inizio, come una cronaca fedele degli avvenimenti che hanno coinvolto “casualmente” l’autore. Il primo giorno del resto della mia vita (Barbera editore, pp. 432, € 15,90) diverte e commuove grazie alla scrittura irriverente e al delicato senso critico di Jurij Družnikov, candidato al Premio Nobel nel 2001.

 

Amor di patria e pietre preziose

Per accalappiarsi le simpatie politiche ed i favori commerciali dello sceicco del Kuwait, l’ineffabile padre della patria, Iosif Stalin, fa forgiare con oro e pietre preziose quella che sarebbe diventata la massima onorificenza militare sovietica, la «Stella del Generalissimo». Donata all’emiro, collezionista accanito di decorazioni militari, e portata via dal suo harem dalla spia Mavra Besova – infiltrata segretamente nel numero delle sue mogli –, la «Stella» diventa presto oggetto di una caccia sfrenata da parte di chi, sessant’anni dopo, vorrebbe riportarla in patria e ricavarne soldi e gloria.

Per un mero caso, o forse per bizzarri intrecci del destino, l’autore diventa testimone e cronista di eventi surreali, insieme a sua moglie e alla donna delle pulizie, e decide di farne un romanzo. Così veniamo catapultati, tramite una scrittura incalzante, dal 1945 ai giorni nostri, dove servizi segreti americani e russi si rivelano quasi contestualmente interessati alle azioni di Alex Grach – “nuovo russo” ed incauto uomo d’azione – incaricato dal Muto (eminenza grigia di tutta la vicenda) di recuperare la «Stella». Per far questo Alex seduce Nicole Rivers, bella ed impossibile figlia di un miliardario americano e della misteriosa Julie, a sua volta figlia segreta della spia Mavra. Dopo una lunga serie di colpi di scena, divertenti scambi di battute ed una sfilza di luoghi comuni sui russi e sugli americani, la caccia al tesoro terminerà con una grande rivelazione, ancor più importante e preziosa della tanto agognata «Stella del Generalissimo».

 

I personaggi “trovano” l’autore

Niente di quel che viene narrato sembra essere vero, ma tutto ci dice che potrebbe esserlo. Su questa ambiguità lo stesso Družnikov costruisce il suo romanzo, regalando a ciascun personaggio, compresi lo scrittore e la sua saggia moglie, uno spessore sui generis. A cominciare dalle spie russe Mavra Besova e Timofej Pokusaj, una vita consacrata al «fratello Stalin», addestrate ad essere il braccio operativo e silenzioso del regime, niente famiglia, nessuna storia alle spalle, senza età: pagine bianche su cui scrivere qualunque destino. Ed è proprio da un imprevisto amore tra i due agenti segreti che nasce l’intreccio: fuggono insieme dal palazzo dello sceicco Ahmed in Kuwait, anziché infiltrarsi alla sua corte per carpirne i segreti di stato. Ahmed scopre l’intrigo, i due riescono a salvarsi, ma si condannano a vagare per il mondo da perseguitati, traditori della patria, celando per anni – in questo peregrinare – la «Stella del Generalissimo», trafugata in maniera rocambolesca dall’harem dello sceicco.

In seguito gli eventi si spostano in America, dove cercano rifugio le due spie reiette che, in costante pericolo di vita, si costruiscono nuove esistenze. L’onorificenza passa così di mano in mano e di generazione in generazione, fino a raggiungere i giorni nostri, muovendo dalle atmosfere grigie e stantie della staliniana Unione Sovietica alla solare California.

 

Lo stile di Družnikov

«L’uomo è una pentola con il coperchio, ma senza fondo: all’intelligenza c’è un limite, alla stupidità no». Laconico e caustico l’autore partorisce le sue verità sul genere umano appuntandole sulle «pagine volanti di un calendario da tavolo», paradigma del suo modo di vivere il mestiere di scrittore: concetti di alto profilo espressi spesso da una scrittura che non si prende sul serio, attenta critica politica e sociale servita in salsa satirica; vite color seppia che si raccontano con intrecci robusti e improbabili.

Jurij Družnikov viene indicato dai critici letterari come uno dei più grandi scrittori satirici russi del nostro secolo. Bollato come dissidente in patria, censurato e tenuto sotto stretta sorveglianza del Kgb, emigrato in America dove ha scritto e vissuto fino alla morte; per Il primo giorno del resto della mia vita, l’autore ha confessato di essersi ispirato ad una storia vera, ricostruita dopo lunghe ricerche di documenti e testimoni. La «Stella del Generalissimo Stalin», il piano per invadere l’Europa grazie all’appoggio degli stati arabi, le infiltrazioni di agenti segreti nei risvolti più improbabili della vita di ogni giorno costituiscono, infatti, il materiale narrativo costantemente in bilico tra realtà e finzione, reale e surreale, sfruttato dallo scrittore. Del resto, nella Premessa inevitabile dell’autore, quest’ultimo precisa che i fatti e le persone in essi coinvolte sono singolarmente autentici ma che, su consiglio del suo previdente avvocato, ne modifica i nomi per evitare piccole offese e grosse proteste.

Al lettore, dunque, l’arduo compito di intuire fin dove si spinge la realtà ed inizia la fantasia, di leggere tra le righe di questo strano romanzo e decrittare il codice della verità nello svelto fluire degli eventi scritti per noi (non ci stupiremmo se con “inchiostro simpatico”) da Jurij Družnikov.

 

Francesca Frisone

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 24, agosto 2009)

Redazione:
Agata Garofalo, Anna Guglielmi, Mariangela Monaco, Antonietta Zaccaro, Elisabetta Zicchinella
Collaboratori di redazione:
Giulia Adamo, Maria Elisa Albanese, Lalla Alfano, Mirko Altimari, Valeria Andreozzi, Simona Antonelli, Sonia Apilongo, Yael Artom, Claudia Barbarino, Anna Borrelli, Valentina Burchianti, Giovanna Caridei, Paola Cicardi, Rocco Colasuonno, Guglielmo Colombero, Simona Corrente, Simone De Andreis, Gaia De Zambiasi, Marina Del Duca, Maria Rosaria Ferrara, Elisabetta Feruglio, Paola Foderaro, Vilma Formigoni, Anna Foti, Sara Gamberini, Simona Gerace, Barbara Gimigliano, Patrizia Ieraci, Giuseppe Licandro, Rosella Marasco, Francesca Martino, Valentina Miduri, Sara Moretti, Mariflo Multari, Anna Picci, Mariastella Rango, Marilena Rodi, Roberta Santoro, Marzia Scafidi, Fulvia Scopelliti, Valentina Stocchi, Sara Storione, Pasquina Tassone, Alba Terranova, Raffaella Tione, Filomena Tosi, Laura Tullio, Monica Viganò, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro, Paola Zagami
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT