Lo yoga è una disciplina millenaria che sa sempre rinnovarsi e parlare alle singole persone di ogni epoca con il linguaggio che appartiene al loro tempo. Il nostro è un tempo che corre, disgregato in mille piccoli frammenti, un tempo senza equilibrio, con troppa enfasi su ogni piccolo dettaglio e un grande vuoto sotto. È un tempo che non si riesce  più a pronunciare, senza pause e con troppi accenti su ogni sillaba, un tempo troppo “stressato”: fa venire il fiatone.

Vincere lo stress è la proposta-sfida dello yoga di oggi. È proprio questo il titolo del libro (Ananda edizioni e Giunti editore, pp. 144, € 7,50), scritto da Jayadev Jaerschky, che intende avvicinare le persone a sperimentare praticamente uno yoga pensato su misura per i ritmi dell’epoca contemporanea. Il testo è presentato dalla Scuola europea di Ananda yoga, un’istituzione riconosciuta a livello internazionale, ispirata agli insegnamenti del maestro spirituale Paramhansa Yogananda (1893-1952) – noto per aver portato le sue tecniche per la ricerca della autoconsapevolezza e della scoperta del sé a persone di ogni religione e convinzione filosofica attraverso l’Oriente e l’Occidente – e di Swami Kriyananda, suo discepolo diretto.

Non il “solito manuale”

Due parole descrivono bene questo libro: leggerezza e semplicità. Vincere lo stress, nel suo genere, è un piccolo gioiello, un’idea realizzata con molta cura e con la chiarezza che solo un’approfondita conoscenza della materia e una lunga esperienza nell’insegnamento possono dare. L’autore – cofondatore e condirettore della scuola suddetta, pratica lo yoga da oltre venticinque anni e lo ha insegnato in numerosi paesi – dà vita a una «piccola conversazione» con il lettore, illustrando i concetti di base della pratica in un linguaggio essenziale e vivace, non da iniziati, bensì semplice e immediato.

Il libro si presenta in un formato originale, molto maneggevole, e in una veste tipografica elegante, giocata sulle tinte solari della grafica e delle numerose illustrazioni dedicate agli esercizi yoga.

La salute è il nostro stato naturale!

Per il nostro corpo, in quanto a messaggio fisiologico di allarme inviato dal cervello, non c’è differenza tra il crollo di una parete di roccia o l’assalto di una bestia feroce – come poteva capitare ai nostri antenati − o l’approssimarsi della scadenza di pagamento della rata del mutuo, un colloquio di lavoro importante, un trasloco, perdere un treno, essere bloccati nel traffico o – perfino – un rimprovero, una figuraccia o una lite con il partner.

Lo stress è la risposta attiva e positiva a una minaccia alla salute e alla sopravvivenza dell’individuo, concepita per generare la difesa o la fuga. È il nostro modo di vivere troppo compresso ad aver reso questo − altrimenti utile − grado di vigilanza uno stato continuo e costante, poiché è venuto meno il sano meccanismo ritmico di rilascio che seguirebbe la reazione adrenalinica in condizioni naturali.

I benefici di un esercizio fisico volontario e del rilassamento nel «favorire il ripristino di un ritmo regolare nella produzione e la circolazione dei neurotrasmettitori che tutelano il nostro benessere» sono ormai ben noti anche negli ambienti scientifici, come viene evidenziato nell’ultimo capitolo, La parola alla scienza. Applicazioni cliniche dello yoga, dalla neurologa Donatella Caramia.

Il nostro corpo e la nostra mente hanno una loro saggezza che tendono a riacquistare non appena glielo permettiamo.

«Lo yoga si basa sull’esperienza personale, non su una serie di credenze»

Lo yoga nasce essenzialmente dalla percezione empirica delle dinamiche attive a livello fisico, emotivo e spirituale, basate sulla natura dell’energia e perciò universali. Il corpo, la mente e l’anima sono «completamente interconnessi e si influenzano reciprocamente» in un flusso in continuo divenire. I problemi possono solo essere risolti globalmente.

Gli elementi che stanno alla base dell’efficacia della pratica, nostri piccoli-grandi alleati nella vita, sono: il rilassamento profondo; il prana (la «forza vitale intelligente», energia che scorre costantemente nel corpo); la respirazione profonda (diaframmatica); il pensiero, a volte nostro “nemico”, ma potenziale prezioso alleato. Quando quest’ultimo dà forma ad affermazioni positive che incoraggiano ad affrontare le difficoltà, il suo potere risanante è enorme.

Da ultimo, lo strumento supremo per guarire dallo stress: la meditazione, «il dono dell’Oriente per l’equilibrio interiore». Nella calma e nel silenzio siamo liberi, almeno per un po’. Si fa strada la chiarezza, anzi, la “chiarità”, uno stato di trasparente serenità senza oggetto, indefinibile ma estremamente naturale, che possiamo facilmente sperimentare e che ci sembrerà di riconoscere come un antico ricordo mai cancellato.

Pranzo o spuntino? L’appetito vien mangiando...

In sintonia con l’approccio “utile” del manuale, l’autore suggerisce a questo punto due differenti sequenze di posizioni yoga (asana): una «breve» e l’altra «molto breve»! Con l’avvertenza che «una sequenza lunga di posizioni yoga è come un pasto delizioso, con molte portate. Una sequenza breve è come un pasto frugale. Questa sequenza “molto breve” è come uno spuntino quando hai veramente fame: da fare in caso di “emergenza”, ma non per abitudine».

Lo yoga può portarci da un confortante senso di rilassatezza e di benessere a uno stabile senso di equilibrio e di forza, da un momento di calma rigenerante alla affascinante avventura introspettiva della coscienza, dalla salute alla «salute radiosa».

È un modo di porsi “positivo” che non fornisce soluzioni collettive o ricette pronte, ma parte proprio dall’individuo, dalla persona nella sua unicità e le restituisce valore nel nostro mondo globalizzato: ecco perché, come ci ricordano le belle facce di tutte le età che ci sorridono dal frontespizio del libro, «lo yoga è per tutti» e – si potrebbe aggiungere – per ciascuno.

Luciana Rossi

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 23, luglio 2009)