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Anno I, n° 2 - Ottobre 2007
Partenza rosa
di un romanzo:
e poi il giallo
di Roberta Santoro
In libreria la nuova creazione
di Pellegrini editore, un libro
che riserva tante sorprese
Lo ammettiamo, ci si accosta con qualche perplessità al libro Un pupazzo nel buco (Luigi Pellegrini editore, pp. 168, € 13,00); una diffidenza forse dovuta a questo titolo abbastanza curioso per quello che si rivela improvvisamente come un giallo a tutti gli effetti. Inconsueto ambito poi, quello letterario, per un cardiologo, che si presume nella vita si sia dedicato a tutt’altro!
Ma il risultato, per Carmine Ortale che si cimenta nel suo secondo libro (il primo, Ad un passo dal cuore, sempre edito da Pellegrini), è certamente apprezzabile. La storia prende forma sotto i nostri occhi e quello che a primo acchito sembra essere un leggero romanzo sentimentale assume fattezze inaspettate.
Un cambiamento di programma
Il linguaggio utilizzato dall’autore è scorrevole, semplice, senza troppi cliché o minuziose descrizioni, che finirebbero, come spesso accade, per annoiare mortalmente il lettore. I toni utilizzati sono di facile lettura e immediata comprensione. Le cadenze sono pacate e non emulano un linguaggio falsamente impegnato.
Come dice lo stesso protagonista, Carlo, «galeotto fu il libro e chi lo scrisse!», e questo ci pare proprio l’incipit più adatto per parlarvi di tale testo. Infatti, la tanto agognata vacanza di Carlo, insegnante di Lettere a Salerno, sarebbe dovuta trascorrere tranquillamente nel paese turistico di Pizzo Calabro, dove un collega lo aveva invitato per le vacanze, ma questa rimane una meta mai raggiunta, un languido miraggio che sfuma ogni suo contorno quando, costretto da una deviazione autostradale, decide di fare temporaneamente scalo nel paesino più vicino, Vallerosa, luogo immaginario, che fa da sfondo a questa intricata vicenda. Difatti, ciò che sembrava essere un semplice ritardo all’inizio delle vacanze, intraprese soprattutto per lasciarsi alle spalle un fallimentare matrimonio, si trasforma in un inaspettato incontro volto a cambiare la vita monotona di questo giovane docente.
L’input che lo spinge a fermarsi proprio a Vallerosa è la vista di una donna bellissima, che fa sorgere in lui un immediato desiderio di conoscerla. Inizia così una improvvisata ricerca con poche speranze, che si conclude con un inatteso invito a cena. Forse per la dolce chiacchierata in pizzeria, forse per l’atmosfera estiva, fra i due nasce una fulminea ed insolita alchimia nel giro di pochi giorni.
Fin qui i toni del racconto appartengono decisamente al genere letterario del romanzo rosa, senza però cadere nella banalità e nei vuoti rituali di circostanza. Ma la narrazione inizia pian piano a colorarsi di qualche accento più scuro, piccoli segnali, in un primo momento indecifrabili, ma che poi si sveleranno come tasselli fondamentali per questo suggestivo puzzle. Infatti, a poco a poco, la storia incalza, il ritmo è sempre più stretto, contratto, e assume tutte le caratteristiche di un vero e proprio giallo, di cui vengono svelati lentamente i retroscena più impensabili. Che, come di consueto, si assemblano solo nell’ultimo capitolo.
I caratteri dei personaggi sono ben definiti, nitidi, se ne percepiscono distintamente i molteplici turbamenti che li accompagnano. Particolare è l’uso che viene fatto del punto di vista, affidato anche a narratori diversi rispetto al protagonista, che portano avanti versioni differenti riguardo l’effettivo andamento dei fatti; il prodotto è una piacevole narrazione con finale a sorpresa.
Roberta Santoro
(www.bottegascriptamanent.it, anno I, n. 2 ottobre 2007)