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Anno III, n. 21, Maggio 2009
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Home Page (a cura di Tiziana Selvaggi) . Anno III, n. 21, Maggio 2009

Zoom immagine Insolita affinità:
uno scolapasta
e un bambino

di Marika Guido
Originali illustrazioni narrano
riciclo e rispetto ambientale,
edito da Coccole e caccole


Lo sviluppo sostenibile, come ciascuno di noi sa, è un programma che si pone l’obbiettivo di bilanciare le risorse del pianeta con l’avanzamento del progresso, senza offendere o danneggiare in alcun modo l’ambiente, tanto dal punto di vista naturale quanto da quello artificiale. A che vale il progresso se avveleniamo l’aria che respiriamo? A che serve la tecnologia se produciamo cumuli di immondizia che non riusciamo a eliminare totalmente? Rifiuti il cui stesso smaltimento produce inquinamento? Gli esperti in materia di sostenibilità ritengono, in questi ultimi anni, che l’unico programma capace di promuovere con ragionevolezza un certo cambio di rotta, nell’ambito del progresso sociale, sia l’educazione delle nuove generazioni, che riusciranno laddove noi oggi abbiamo fallito. Il medesimo obbiettivo educativo se lo pone, con inconsueta e apprezzata originalità, Agnese Baruzzi, che per i tipi di Coccole e caccole ha realizzato una pubblicazione illustrata, Riciclaudio e lo scolapasta scomparso (pp. 24, € 10,00), dedicata ai piccoli dai cinque anni in su. La Baruzzi è autrice anche della storia, nonostante sia conosciuta tra gli addetti ai lavori per il suo indiscutibile talento grafico. I suoi libri per ragazzi sono stati pubblicati in vari paesi del mondo e avere una o più sue pubblicazioni in catalogo costituisce certamente una nota di considerevole pregio per la giovane casa editrice calabrese, che si è audacemente posta l’obbiettivo di emergere a livello nazionale, sfidando le risorse di un territorio che offre poco alla crescita editoriale.

Educare sì, dicevamo, ma anche divertire, far sognare e sorprendere fino alla fine della fiaba, laddove nelle ultime battute si concentra il cuore del messaggio trasmesso ai piccoli lettori: un uso consapevole delle risorse. Nel medesimo tempo, questa fiaba è un invito accorato al primato della creatività presente in ogni fanciullo, grazie anche all’efficace caratterizzazione del personaggio; e se educare viene dal latino ex ducere, che significa letteralmente “tirare fuori”, diviene comprensibile l’importanza delle sue finalità. È proprio la “morale della favola”, presente fin dall’incipit anche qui, come in ogni sua pubblicazione, che permette di considerare la Baruzzi un’autrice degna del panorama della letteratura contemporanea per ragazzi, accanto a nomi come Roberto Piumini o Bianca Pitzorno; una beniamina dei piccoli, amata e apprezzata.

 

Claudio e i suoi giocattoli

«Tutti i bambini amano i giocattoli, e quasi tutti hanno un loro Giocattolo Preferito. Tutti, tranne Claudio». Sì, perché Claudio è proprio un bimbo speciale. Sa divertirsi con la fantasia, immaginando storie e personaggi con le cose di tutti i giorni, oggetti quotidiani, come un vecchio scolapasta rosso, che ora è un dinosauro, ma se vuole si trasforma in un ciclope, quel famoso mostro da un occhio solo, basta rivoltarlo all’ingiù, o assume le sembianze di un’astronave, certo, basta coprirlo col coperchio, ma se fossimo in un deserto prenderebbe la forma di un insetto gigante e se immaginassimo di andare a una festa potrebbe essere tranquillamente un cappello elegante, qualora vi aggiungessimo due piume colorate. Non sono necessari dischetti, Nintendo o la tv, che racconta le fiabe al posto dei grandi; le storie, Claudio, se le fa da sé. Quanta creatività nascosta nella mente, lasciata spesso inaridire, ma no! Claudio è proprio un bimbo diverso e anche se la zia lo sgrida: «Quel Vecchio e Orrendo Arnese, prima o poi finirà nella Spazzatura», imperterrito, continua a giocarci. Lui non si fa influenzare dagli altri. Vuole sognare e immaginare storie sempre nuove.

Un bel giorno, però (dipende dai punti di vista), lo scolapasta rosso scompare e al suo posto spunta un regalo infagottato, con della carta tutta colorata; non è proprio un bel giorno per Claudio che, disperato, si mette in cerca del suo amico, compagno di tante avventure. Dopo un pianto liberatorio dice a se stesso: «Missing! Resisti, ritroverai lo scolapasta rosso».

Riflettendo, pensa subito che, se è stato gettato, lo scolapasta probabilmente sarà nella discarica; allora, intrepido, si mette in cammino per ritrovarlo. Nella discarica, al piccolo protagonista si apre un mondo sconosciuto. Una serie di oggetti gli corre incontro: sono festosi e contenti per la visita! Si presentano, lo informano che lì sono molto attenti all’ambiente e che essi stessi sono suddivisi per materiale, in modo da poter essere riciclati. Il viaggio di Claudio si trasforma in una scoperta attenta a nuove informazioni, si rivela un percorso istruttivo per lui e per il piccolo lettore che, seguendo le sue avventure, impara leggendo e divertendosi, arrivando ad assimilare, si spera, con immediatezza. Conosce i vari materiali, viene a contatto con essi e con la loro storia, il vetro, per esempio, e la sua antica origine; gli oggetti di alluminio invece, gli raccontano che con il loro riciclo è «vantaggioso» ottenere altri nuovi oggetti, da “riutilizzare”. E la carta … com’è bella tutta insieme, bianca e colorata, di cartone e di giornale; riciclarla, impara Claudio «risparmia l’abbattimento di molti alberi». Nonostante superi i vari ambienti divisi per materiale, il piccolo viaggiatore non trova nessuna traccia del suo scolapasta, fino a quando, ormai in fondo alla discarica, nota con meraviglia la presenza di un gatto, che si è scelto per lettino un vecchio (guarda caso!) scolapasta rosso; sì, proprio quello di Claudio. In effetti, proprio tutto si riutilizza. È questa la giusta conclusione e la lezione che il giovanissimo protagonista ha imparato. Lui ha già in mente altre idee e lascia lo scolapasta al suo destino, ma l’avventura continua…

 

Il ruolo delle illustrazioni

Nella terza di copertina, l’autrice fino all’ultimo disegno propone un’esperienza interattiva al piccolo lettore che, seguendo le sue indicazioni anche dopo la lettura, continua a interagire con i personaggi presentati, giocando e sperimentando. La storia è brevissima, le frasi sono poche ed essenziali. La favola è raccontata piuttosto dalle notevoli illustrazioni, perfettamente caratterizzate, le quali sotto l’aspetto grafico dimostrano una non comune creatività, poiché l’autrice rispetta le conformazioni reali degli oggetti rappresentati. In ogni pagina frasi e disegni non hanno un ruolo geometrico definito, ma considerando la funzione della fantasia, che l’autrice ha voluto emergesse sotto ogni forma, parole e illustrazioni si incontrano e s’intersecano secondo lo svolgimento della storia, senza una necessità preordinata. La copertina è cartonata e plastificata, quindi agevole e resistente, a prova di bambino.

Se gli adulti imparassero dai bambini, il mondo sarebbe un giardino…

 

Marika Guido

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno III, n. 21, maggio 2009)

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