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Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.
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Direttore editoriale: Maria Ausilia Gulino
Monica Murano
Anno II, n° 16 - Dicembre 2008
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Anno II, n° 16 - Dicembre 2008
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Civiltà letteraria (a cura di Anna Guglielmi)
. Anno II, n° 16 - Dicembre 2008
Tra sogno e realtà resta solo il profumo del mare
di Simona Corrente
Nel romanzo di Bastogi editrice si vive il viaggio del protagonista
verso la sua nuova vita. L'Italia studentesca degli anni Sessanta
L’emigrazione è un fenomeno che il Meridione inizia a conoscere molto presto, lasciare la casa natale e gli affetti per partire alla ricerca di fortuna in luoghi più prosperi e lontani. Nel suo ciclico riproporsi nel corso della storia dell’uomo, questa tendenza ha assunto varie forme, a “fuggire” dalla terra natia non solo giovani in cerca di lavoro ma anche ragazzi che, finite le scuole secondarie, partono alla volta di città del nord per intraprendere gli studi universitari, con la speranza di garantirsi un futuro migliore. Il romanzo di Eva Casagli, Il profumo del mare (Bastogi editrice italiana, pp. 152, € 13,00), dalle tinte forti e dai paesaggi altrettanto delineati, parla di una di queste storie. «Storie di tanta gente, diretta verso posti lontani per lavorare o studiare, per esercitare quelli che sarebbero dovuti essere diritti garantiti a tutti, ma non sempre era così, almeno non da dove veniva lui, non nel Mezzogiorno d’Italia». Un racconto intinto nella storia, negli anni della lotta universitaria, di un movimento di rinnovamento sociopolitico-culturale. Un libro tra sogno e realtà che coinvolge il lettore e lo riporta ai mitici anni Sessanta, illudendolo che tutta l’azione si stia realmente svolgendo in quel momento. Casagli ripercorre le vicende del giovane calabrese Salvatore, che, dopo il liceo, si iscrive all’università con orgoglio e rimpianto dei genitori, i quali lo vedono andar via di casa, partendo alla volta di Siena. Nel romanzo due realtà differenti vengono messe a confronto e si scontrano e si mescolano nella figura di Salvatore fino a trovare una perfetta armonia. Da una parte c’è Kroton con i suoi paesaggi aspri e taglienti, con la sua storia, le tradizioni, il suo mare e «l’intensità della luce del Sud», l’attaccamento alla famiglia, ai sapori, alla lingua; dall’altra parte Siena, orgoglio dei suoi cittadini, chiusa ma allo stesso tempo aperta al forestiero, legata al suo Palio che ne costituisce l’anima stessa. Talvolta sembra quasi che siano i luoghi comuni a essere messi a confronto, ma guardando con più attenzione si scopre che poi essi non sono altro che lo specchio della realtà. Il libro ripercorre le tappe del viaggio di Salvatore nell’intraprendere una nuova vita, quella da studente meridionale fuori sede in una Toscana sì civile, ma forse ancora un po’ provinciale. Il protagonista affronta il lungo viaggio in treno, che lo porta nel borgo senese in cui riscopre sentimenti di solidarietà con chi, come lui, è “costretto” a partire. «Talvolta queste cose accadono, qualcosa d’inspiegabile scatta tra le persone ed è l’inizio di un rapporto tanto inaspettato quanto poi vissuto con piacere, con una comune condivisione d’esperienze, pensieri, momenti belli e brutti». L’avventura di Salvatore inizia, quindi, come quella di tanti ragazzi del Sud che scelgono di sradicarsi dalla terra natia per avere una chance in più, la storia di tutti noi, studenti fuori sede con tante aspettative, voglia di studiare (talvolta altalenante), presi a fare i conti con l’amata “in-dipendenza” dai genitori e con sempre troppo pochi soldi in tasca.
Salvatore e la rivolta universitaria
La storia poi evolve, si entra nel vivo della vita universitaria; nuovi amici, nuovi corsi da seguire e materie da studiare, fino a ritrovarsi travolti dai movimenti studenteschi e dalle occupazioni degli anni Sessanta. «Al di là del portone sbarrato, assemblee, discussioni e dibattiti proseguivano anche nella notte lasciando agli studenti solo poche ore di sonno, nella sempre più forte convinzione che su di loro pesasse la crisi della vita democratica dell’Università». L’avventura di Salvatore raccoglie dunque elementi storici importanti, «la protesta aveva già conquistato le pagine dei giornali, ponendosi su un piano nazionale nell’ambito del quale l’Università della Sapienza di Pisa era stata tra le prime a mobilitarsi con Palazzo Campana a Torino, la Cattolica di Milano, le facoltà di Architettura a Venezia e Sociologia a Trento […] una condivisione di incertezze, timori, convinzioni, ideali che costituivano l’intima essenza della rivolta studentesca». E tale protesta continua fino a giungere allo sgombero degli atenei con l’intervento della polizia. «Alcuni poliziotti stavano all’ingresso a prendere le generalità dei ragazzi, proprio come fossero violenti sovversivi, facinorosi. Qualcuno si vedeva che le aveva prese, qualcuno chiedeva, domandava perché, chi li aveva mandati». Il movimento non si ferma, studenti sgomberati dalle università occupate e professori si organizzano per una grande «manifestazione di protesta, per urlare proprio di fronte a quel tempio della cultura» ovvero, la Scuola normale di Pisa, luogo adibito ad accogliere la Conferenza nazionale dei rettori, «il loro dissenso e la loro indignazione». Un romanzo intriso nella Storia, che fa di Salvatore e dei suoi amici, Martina – la «ragazza tutto pepe», come la definiva la comitiva studentesca –, Daniele, Gaia, Vittorio, Adriano, Umberto, protagonisti di un movimento che ha sicuramente generato un cambiamento, una lotta pacifica che ha portato dei frutti importanti nella realtà di tutti i giorni, nell’approccio alla vita. Di questo Movimento l’autrice coglie e rappresenta la “dimensione interiore”, gli ideali, le speranze e i sogni dei ragazzi, ossia quello “spirito giovanile” che distingue ogni generazione e tende a ripetersi nel tempo, seppure in contesti storico-sociali diversi, con la ciclicità propria della storia che ritorna e su cu si intende porre l’accento.
Il movimento studentesco sostenitore e promotore di pace
Sempre negli anni della lotta universitaria un altro evento, decisamente più tremendo, sconvolge il mondo: la guerra in Vietnam, una guerra ingiusta tra un piccolo paese arretrato e una mega potenza, l’America. La visita a Pisa del vicepresidente americano Hurbert Humphrey, sostenitore della guerra di oppressione, non contribuisce certo a placare gli animi poiché «il movimento – è – schierato contro ogni forma di autorità ed autoritarismo sia nell’ambito del proprio paese, entro i confini nazionali, che oltre questi confini, in un piano internazionale». Salvatore ed i suoi amici non restano indifferenti e si schierano dalla parte del popolo vietnamita, «saliti su un pennone che svettava al centro del Ponte di Mezzo, nei pressi del Palazzo comunale, per issarvi una grande bandiera bianca con scritta una sola, significativa, parola: Pace». Una lotta che si allarga a macchia d’olio, contro le ingiustizie e la violenza gratuita, una lotta che va di pari passo con lo sbocciare di piccoli amori tra i personaggi “rivoluzionari” che portano avanti il romanzo. Un racconto avvincente con un finale senza dubbio sorprendente, una storia di tempi rivissuti da Salvatore, non si sa se nel sogno o nella realtà. Il giovane crotonese, un ragazzo come tanti, che porta nel cuore il profumo del suo «mar’amaro», ma che sente anche la Toscana come la sua casa, una terra ormai non più a lui estranea.
Simona Corrente
Tra sogno e realtà resta solo il profumo del mare
di Simona Corrente
Nel romanzo di Bastogi editrice si vive il viaggio del protagonista
verso la sua nuova vita. L'Italia studentesca degli anni Sessanta
L’emigrazione è un fenomeno che il Meridione inizia a conoscere molto presto, lasciare la casa natale e gli affetti per partire alla ricerca di fortuna in luoghi più prosperi e lontani. Nel suo ciclico riproporsi nel corso della storia dell’uomo, questa tendenza ha assunto varie forme, a “fuggire” dalla terra natia non solo giovani in cerca di lavoro ma anche ragazzi che, finite le scuole secondarie, partono alla volta di città del nord per intraprendere gli studi universitari, con la speranza di garantirsi un futuro migliore. Il romanzo di Eva Casagli, Il profumo del mare (Bastogi editrice italiana, pp. 152, € 13,00), dalle tinte forti e dai paesaggi altrettanto delineati, parla di una di queste storie. «Storie di tanta gente, diretta verso posti lontani per lavorare o studiare, per esercitare quelli che sarebbero dovuti essere diritti garantiti a tutti, ma non sempre era così, almeno non da dove veniva lui, non nel Mezzogiorno d’Italia». Un racconto intinto nella storia, negli anni della lotta universitaria, di un movimento di rinnovamento sociopolitico-culturale. Un libro tra sogno e realtà che coinvolge il lettore e lo riporta ai mitici anni Sessanta, illudendolo che tutta l’azione si stia realmente svolgendo in quel momento. Casagli ripercorre le vicende del giovane calabrese Salvatore, che, dopo il liceo, si iscrive all’università con orgoglio e rimpianto dei genitori, i quali lo vedono andar via di casa, partendo alla volta di Siena. Nel romanzo due realtà differenti vengono messe a confronto e si scontrano e si mescolano nella figura di Salvatore fino a trovare una perfetta armonia. Da una parte c’è Kroton con i suoi paesaggi aspri e taglienti, con la sua storia, le tradizioni, il suo mare e «l’intensità della luce del Sud», l’attaccamento alla famiglia, ai sapori, alla lingua; dall’altra parte Siena, orgoglio dei suoi cittadini, chiusa ma allo stesso tempo aperta al forestiero, legata al suo Palio che ne costituisce l’anima stessa. Talvolta sembra quasi che siano i luoghi comuni a essere messi a confronto, ma guardando con più attenzione si scopre che poi essi non sono altro che lo specchio della realtà. Il libro ripercorre le tappe del viaggio di Salvatore nell’intraprendere una nuova vita, quella da studente meridionale fuori sede in una Toscana sì civile, ma forse ancora un po’ provinciale. Il protagonista affronta il lungo viaggio in treno, che lo porta nel borgo senese in cui riscopre sentimenti di solidarietà con chi, come lui, è “costretto” a partire. «Talvolta queste cose accadono, qualcosa d’inspiegabile scatta tra le persone ed è l’inizio di un rapporto tanto inaspettato quanto poi vissuto con piacere, con una comune condivisione d’esperienze, pensieri, momenti belli e brutti». L’avventura di Salvatore inizia, quindi, come quella di tanti ragazzi del Sud che scelgono di sradicarsi dalla terra natia per avere una chance in più, la storia di tutti noi, studenti fuori sede con tante aspettative, voglia di studiare (talvolta altalenante), presi a fare i conti con l’amata “in-dipendenza” dai genitori e con sempre troppo pochi soldi in tasca.
Salvatore e la rivolta universitaria
La storia poi evolve, si entra nel vivo della vita universitaria; nuovi amici, nuovi corsi da seguire e materie da studiare, fino a ritrovarsi travolti dai movimenti studenteschi e dalle occupazioni degli anni Sessanta. «Al di là del portone sbarrato, assemblee, discussioni e dibattiti proseguivano anche nella notte lasciando agli studenti solo poche ore di sonno, nella sempre più forte convinzione che su di loro pesasse la crisi della vita democratica dell’Università». L’avventura di Salvatore raccoglie dunque elementi storici importanti, «la protesta aveva già conquistato le pagine dei giornali, ponendosi su un piano nazionale nell’ambito del quale l’Università della Sapienza di Pisa era stata tra le prime a mobilitarsi con Palazzo Campana a Torino, la Cattolica di Milano, le facoltà di Architettura a Venezia e Sociologia a Trento […] una condivisione di incertezze, timori, convinzioni, ideali che costituivano l’intima essenza della rivolta studentesca». E tale protesta continua fino a giungere allo sgombero degli atenei con l’intervento della polizia. «Alcuni poliziotti stavano all’ingresso a prendere le generalità dei ragazzi, proprio come fossero violenti sovversivi, facinorosi. Qualcuno si vedeva che le aveva prese, qualcuno chiedeva, domandava perché, chi li aveva mandati». Il movimento non si ferma, studenti sgomberati dalle università occupate e professori si organizzano per una grande «manifestazione di protesta, per urlare proprio di fronte a quel tempio della cultura» ovvero, la Scuola normale di Pisa, luogo adibito ad accogliere la Conferenza nazionale dei rettori, «il loro dissenso e la loro indignazione». Un romanzo intriso nella Storia, che fa di Salvatore e dei suoi amici, Martina – la «ragazza tutto pepe», come la definiva la comitiva studentesca –, Daniele, Gaia, Vittorio, Adriano, Umberto, protagonisti di un movimento che ha sicuramente generato un cambiamento, una lotta pacifica che ha portato dei frutti importanti nella realtà di tutti i giorni, nell’approccio alla vita. Di questo Movimento l’autrice coglie e rappresenta la “dimensione interiore”, gli ideali, le speranze e i sogni dei ragazzi, ossia quello “spirito giovanile” che distingue ogni generazione e tende a ripetersi nel tempo, seppure in contesti storico-sociali diversi, con la ciclicità propria della storia che ritorna e su cu si intende porre l’accento.
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Sempre negli anni della lotta universitaria un altro evento, decisamente più tremendo, sconvolge il mondo: la guerra in Vietnam, una guerra ingiusta tra un piccolo paese arretrato e una mega potenza, l’America. La visita a Pisa del vicepresidente americano Hurbert Humphrey, sostenitore della guerra di oppressione, non contribuisce certo a placare gli animi poiché «il movimento – è – schierato contro ogni forma di autorità ed autoritarismo sia nell’ambito del proprio paese, entro i confini nazionali, che oltre questi confini, in un piano internazionale». Salvatore ed i suoi amici non restano indifferenti e si schierano dalla parte del popolo vietnamita, «saliti su un pennone che svettava al centro del Ponte di Mezzo, nei pressi del Palazzo comunale, per issarvi una grande bandiera bianca con scritta una sola, significativa, parola: Pace». Una lotta che si allarga a macchia d’olio, contro le ingiustizie e la violenza gratuita, una lotta che va di pari passo con lo sbocciare di piccoli amori tra i personaggi “rivoluzionari” che portano avanti il romanzo. Un racconto avvincente con un finale senza dubbio sorprendente, una storia di tempi rivissuti da Salvatore, non si sa se nel sogno o nella realtà. Il giovane crotonese, un ragazzo come tanti, che porta nel cuore il profumo del suo «mar’amaro», ma che sente anche la Toscana come la sua casa, una terra ormai non più a lui estranea.
Simona Corrente
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 16, dicembre 2008)
Redazione:
Mariangela Monaco, Maria Paola Selvaggi, Tiziana Selvaggi
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