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Letteratura contemporanea (a cura di Maria Franzè) . Anno II, n° 15 - Novembre 2008

Zoom immagine 13 fiabe per trovare il bimbo celato in ogni adulto
di Margherita Amatruda
Albus propone un intenso viaggio nell’incantato regno della fantasia,
per imparare che solo amando se stessi si può trovare la vera felicità


Gli adulti di oggi sono i bambini di ieri. È qualcosa di ovvio, innegabile ma che viene troppo spesso dimenticato. Prova a rinfrescarci la memoria Irene Caliendo, con Favol’io una raccolta di «13 favole per bambini raccontate agli adulti» pubblicato da Albus edizioni (pp. 124, € 8,90). L’autrice si è già cimentata in questo genere letterario pubblicando diversi racconti che hanno riscosso un discreto successo. Caliendo è anche autrice di numerosi saggi editi su riviste di settore e scrive opere teatrali per adulti e ragazzi.

Favol’io è dedicato dall’autrice «a tutti i lettori che vogliono dar voce al loro bambino interiore». La scrittrice non si limita a raccontare delle storie ma mostra il suo mondo, parla di sé; del suo rapporto con la scrittura – inizialmente vista come un dovere da eseguire tra i banchi di scuola, e poi abbracciata ed amata come una compagna di vita – ; del percorso interiore affrontato prima di giungere alla maturità e alla consapevolezza che solo amando se stessi pienamente si può amare anche il prossimo.

 

Protagonisti: i sentimenti

Le storie narrate nel libro sono scritte con uno stile semplice e immediato, che arriva dritto al cuore del lettore. Sono racconti che parlano di sentimenti come l’amore e la compassione ma anche di miseria e di solitudine. E così ci si commuove davanti al candore e all’ingenuità di Sefosse – protagonista dell’omonima fiaba – lo scemo del villaggio, sfruttato, dileggiato dai suoi compaesani, che sarà rimpianto da loro solo dopo la sua morte accidentale. E ancora si sorride assistendo allo “sciopero” di un culo che, non sentendosi abbastanza valorizzato, si stacca dal corpo in cerca di riscatto ma scoprirà che per lui non c’è realizzazione lontano da quel corpo. Leggendo Ho fatto pace con Santa Lucia, come non provare una stretta al cuore quando una bimba, nata in una famiglia di modeste condizioni economiche, non comprende perché la Santa porti a lei sempre la stessa bambola mentre ai suoi compagni di scuola doni sempre diversi. Come non fermarsi a riflettere sulle vicende di Lillo Esposito, L’uomo che sapeva volare, storia che ci trascina nel difficile mondo della malattia mentale. Il racconto che molto ha in comune con la canzone di Simone Cristicchi, vincitrice del Festival di Sanremo del 2007, Ti regalerò una rosa – ne riporta, infatti, ampiamente i versi – dà l’idea che l’autrice sia stata “ispirata” nella narrazione proprio dalle parole di Cristicchi. Tre “monelli”, grazie alle parole della propria nonna, si rivelano capaci di un grande gesto di altruismo e solidarietà nella favola Un granello d’amore, una piantina e tre intemperanti giardinieri.

In Amore a prima vista un gatto randagio decide di farsi adottare. In Gesubambino torna a casa si racconta del coraggio di Maria, un’adolescente rimasta incinta dopo una violenza, e di Giuseppe, il suo fidanzatino che decide di riconoscere come suo quel figlio. Una mucca terrorizzata dai forti rumori trova il suo conforto in un bambino in Rosa e Alice mentre in L’altra metà della luna due fratelli comprendono dopo alterne vicende l’importanza del loro legame.

 

La favola di Irene

Il racconto che ci appare però più interessante è La favola mia, storia che ci piace intendere come in massima parte autobiografica. E che ripercorre un percorso comune a molte donne. Ekisa, questo il nome della protagonista, è una bambina con una fervida immaginazione alla quale piace inventare delle favole: Ekisa vuole vivere “la sua favola” e così crescendo si sforza in tutti i modi di realizzarla e quando incontra quello che crede essere il suo principe azzurro s’illude di essere vicina alla realizzazione dei suoi sogni. Ma la realtà è ben diversa dalla fantasia, è faticosa, difficile. Le varie vicissitudini insegneranno ad Ekisa «che la formula della felicità consisteva nella pace interiore con la quale affrontare le difficoltà che avrebbe incontrato al ricevimento della Vita». È qui che Irene rivela tutta se stessa mostrandoci una donna all’apparenza fragile ma, in realtà, con una forte volontà e amore per la vita. Con quest’ultimo racconto Caliendo ci insegna che solo amandosi e avendo piena consapevolezza di sé si può trovare il proprio posto in questo mondo e realizzare la propria fiaba. L’autrice però non si pone nella veste di insegnante pronta a bacchettare ma è completamente calata nella narrazione. Mostra attraverso il suo esempio i molteplici aspetti dell’animo umano e invita ad abbracciarli, a prenderne consapevolezza. Ekisa è a suo modo una piccola eroina perché, pur con dei limiti, affronta i suoi timori e, trovando in sé una forza che prima le era sconosciuta, si spinge alla ricerca di un cambiamento, di quel qualcosa che possa renderla felice.

 

Margherita Amatruda

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 16, dicembre 2008)

 

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT