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Anno II, n° 14 - Ottobre 2008
Giornalismo, un libro per imparare la professione
di Margherita Amatruda
Dalla collaborazione tra Pellegrini e Rai Eri uno strumento didattico
completo per chi desidera intraprendere la carriera del comunicatore
Cosa vuol dire “bucare” una notizia? E chi è la “chioccia” all’interno di una redazione? Questi ed altri curiosi termini sono spiegati da Antonio Fazio nel suo Dizionario della comunicazione giornalistica (Luigi Pellegrini editore in coedizione con Rai Eri, pp. 304, € 12,00). L’autore, esperto in Scienze e tecniche dell’opinione pubblica, da tempo si interessa alla formazione dei giovani nei campi della comunicazione sociale e del giornalismo. Proprio la sua vocazione didattica ha fatto sì che Fazio scrivesse numerosi saggi in relazione a tali tematiche. Tra questi suoi scritti, di carattere saggistico, spicca – edito sempre da Pellegrini editore in collaborazione con Rai Eri – Lo studente giornalista. Guida per fare giornalismo a scuola, uscito nel 2006 e che può considerarsi la condicio sine qua non affinché il Dizionario della comunicazione giornalistica vedesse la luce.
Finalità dell’opera
Il dizionario nasce con l’«intenzione – afferma l’autore nell’Introduzione – di offrire a tutti, ma in special modo ai giovani aspiranti giornalisti, uno strumento facile e piacevole non soltanto da consultare quanto da utilizzare per i molteplici spunti che da esso possono venire a chi si avvia a intraprendere la non facile professione del “comunicatore” mediante il giornale cartaceo o radiotelevisivo».
Il testo comprende circa 2500 lemmi del lessico giornalistico ma non solo, vi sono anche molti termini che appartengono al linguaggio letterario, a quello scientifico, economico, giuridico ecc., tutto questo «per la semplice ragione che essi – spiega lo stesso Fazio – sono alla base della multiforme comunicazione odierna e perché la tecnica di fare il giornale non può fare a meno di servirsi di questi linguaggi».
Inoltre, nel dizionario, sono elencati tutti i quotidiani attualmente pubblicati in Italia e sono anche illustrate alcune testate internazionali. Per l’autore «il presente dizionario aspira ad essere un supporto necessario ai testi che fanno conoscere la storia affascinante del giornale e la necessaria tecnica che bisogna avere per realizzarlo».
Ma questo testo vorrebbe essere qualcosa di più che un semplice oggetto di consultazione. L’intento è apertamente dichiarato dall’autore quando afferma: «ogni pubblicazione ha certamente una finalità ed un’ispirazione di fondo: quelle di questo dizionario sono la formazione degli operatori della comunicazione giornalistica e l’acquisizione di una coerente quanto necessaria deontologia professionale, che più è corretta e limpida e più contribuisce a garantire ai lettori la verità delle notizie e dei fatti».
Un dizionario per tutti, uno strumento indispensabile per gli “addetti ai lavori”
Il dizionario si presenta in una veste grafica essenziale, le poche immagini presenti sono quelle che riproducono le testate dei quotidiani e delle riviste descritti.
Di facile consultazione, il testo è scritto con un linguaggio facilmente comprensibile dal lettore e che si adatta perfettamente al genere didascalico dell’opera.
Bisogna ammettere, però, che non si può non concordare con l’autore quando dichiara «è stato […] a mio modesto parere, superato il fine freddamente didascalico di illustrare il significato delle parole, per far assumere al testo un tono quasi confidenziale e certamente connotativo, che può facilmente ritrovarsi nelle numerose annotazioni che arricchiscono moltissimi lemmi in esso compresi».
Quest’opera ci appare come uno strumento nuovo e indispensabile per chi si appresta al mondo della comunicazione e non solo. A nostro parere Fazio ha saputo cogliere un’esigenza reale per chi si avvicina alle professioni del giornalismo e della comunicazione. Pochi, infatti, ci sembrano gli strumenti messi a disposizione di chi vorrebbe imparare a fare questo mestiere. Il nostro augurio è che questa possa essere la base di partenza per un serio investimento, da parte di chi di competenza, sulla formazione dei futuri giornalisti e operatori della comunicazione. Infatti, forse troppo spesso, oggigiorno si crede che basti poco a svolgere questa professione, dimenticando i doveri che questa categoria ha nei confronti del pubblico.
Margherita Amatruda
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 14, ottobre 2008)