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Anno II n° 13 - Settembre 2008
Grotte e carsismo, è ora di divulgare il sottosuolo
di Marilena Rodi
Puglia, speleologi interlocutori della Regione nel progetto “Catasto”:
un libro purtroppo poco reperibile alla scoperta del mondo nascosto
Le grotte, nel continuum temporale antropologico-naturalistico, rappresentano l’archivio congenito più attendibile circa i dati relativi all’evoluzione terrestre e all’insediamento umano: miniere di elementi peculiari che nell’arco dei millenni hanno conservato gli eventi attraverso la testimonianza ambientale.
Fondamentale diventa l’interpretazione dei dati a cui sono chiamati gli esperti: fornire ricostruzioni dell’epoche tramite l’analisi e lo studio degli elementi geologico-geografici, nonché speleologici.
In questo contesto, grazie alla lungimiranza degli amministratori pubblici regionali,
La pubblicazione scientifica Grotte e carsismo in Puglia, edita dalla Regione Puglia (pp. 200, divulgazione), a cura di Salvatore Inguscio – Domenico Lorusso – Vincenzo Pascali – Giovanni Ragone – Giuseppe Savino, mira ad un primo monitoraggio della situazione carsica locale e pone in evidenza aspetti sconosciuti all’opinione pubblica; punta all’emersione delle caratteristiche del sottosuolo ed alla valenza della tutela e della salvaguardia del mondo sotterraneo.
Il libro, elegante nell’impaginazione e piacevole nella consultazione, si inserisce nel più ampio progetto “Catasto delle grotte e delle aree carsiche della Puglia” (Por Puglia 2000-2006, Misura 1.6, Linea di intervento 1.E), arricchito da un considerevole album fotografico di matrice speleologica.
Aspetto inevitabile da considerare, quello culturale. Gli autori, coordinati dal presidente pro tempore della Federazione speleologica pugliese, il citato Savino, e supportati dalla consulenza dell’Università degli studi di Bari e del Politecnico di Bari, si erano posti come obiettivo la divulgazione delle esperienze e delle conoscenze, favorendo la sensibilizzazione nei confronti di temi particolarmente delicati come l’inquinamento delle falde acquifere, l’estinzione di alcune specie rare di animali autoctoni, la mappatura delle cavità nelle zone a rischio, l’assetto naturale della stratificazione terrestre e la sua evoluzione, l’aggressione antropica e la stabilità delle cavità naturali.
Il linguaggio è fluente, di semplice ed immediata comprensione, gli studi pragmatici ed approfonditi; le immagini pertinenti e scenografiche; lo stile equilibrato e snello.
Citazione particolare ottiene la scelta iconografica: se in condizioni ottimali di luce in superficie occorrono mani ed occhi esperti, in situazioni limite di freddo, fango, polvere, fatica e soprattutto buio, gli speleologi, che hanno dato vita a scatti rappresentativi di quegli ambienti, meritano un plauso inusuale.
Sorprendenti e inedite, le immagini raccontano un mondo al quale è impossibile accedere liberamente, nascosto allo sguardo comune e troppo spesso dimenticato dalla memoria; le bellezze originarie di uno spaccato terrestre vengono portate alla luce e viene offerta, in tal modo, l’opportunità di incontrarle, anche se solo su carta.
Un interessante excursus viene effettuato anche sulle cavità artificiali: ovvero le grotte scavate dall’uomo per la preservazione dagli agenti atmosferici o per la conservazione da attacchi antropici esterni. Si fa menzione del rapporto uomo-grotta (dal Paleolotico al Neolitico, all’epoca romana): la grotta come tomba, come luogo di arte-culto e come casa-stalla.
Un rapido cenno si fa altresì alla formazione adatta e necessaria per percorrere la “via della roccia e della corda”: importante e indispensabile è l’organismo di soccorso alpino e speleologico, localizzato generalmente in ogni regione e organizzato in squadre di pronto intervento, abilitate e competenti durante le fasi di emergenza.
La pubblicazione ha scopo divulgativo e non è reperibile in libreria; è solo possibile richiederla all’Ufficio parchi della Regione Puglia. Ciò rappresenta, ci sia consentito evidenziarlo, un grave danno per la diffusione culturale e scientifica. Libri così rischiano di essere “ammazzati”. Molto meglio sarebbe invece stato se, magari dopo apposito bando pubblico,
Marilena Rodi
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 13, settembre 2008)