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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
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Comunicazione e Sociologia (a cura di La Redazione) . A. XVIII, n. 205, nov. 2024

Le indefinibili
conseguenze
di ogni azione

di Alessandra Sabbatini
Edito da Pellegrini,
il polifonico libro
scritto da La Rosa


È la notte del 4 maggio 1981, Sara ha sedici anni, è poco più di una bambina, eppure si trova ad affrontare una delle prove più impegnative nella vita di una donna: un parto, difficile e doloroso, in un luogo per lei estraneo, lontanissimo da casa e dagli affetti; solo la sua mamma Beatrice a tenerle la mano e a darle coraggio.
Con quest’immagine intensa e amara si apre il romanzo di Antonella La Rosa, Il rumore dei pensieri (Pellegrini Editore, pp. 356, € 16,00), che affronta con grande delicatezza il tema dell’amore, della famiglia, dell’amicizia e della maternità.
La vicenda è ambientata in Calabria, la terra d’origine dell’autrice, che ne descrive con vivide pennellate i colori, i profumi, i sapori e le tradizioni, regalandoci una scenografia nitida e vibrante, resa ancora più autentica e variegata dall’alternarsi delle stagioni nei vari periodi dell’anno.

Il passato torna a bussare alla porta
A quasi quarant’anni da quel difficile evento che ha segnato la sua adolescenza, Sara è una donna serena e realizzata, ha un bel lavoro in una casa editrice, un marito meraviglioso che la ama moltissimo, una figlia quindicenne allegra e affettuosa, e tanti amici che le vogliono bene. Quell’episodio lontano è sepolto in un angolo nascosto del suo cuore.
L’unica ombra nella sua vita perfetta è rappresentata dalla malattia che sta piano piano consumando sua madre. Con immenso dolore, Sara vede spegnersi giorno dopo giorno quella donna che per lei è sempre stata la sua roccia e il suo punto di riferimento.
Sul letto di morte, sentendo avvicinarsi la fine, Beatrice raccoglie le ultime forze e confessa a Sara di averle tenuto nascosto un terribile segreto che l’ha tormentata per tutta la vita, e implora la figlia di perdonarla. L’unico indizio che le dà, prima di morire, è di cercare all’interno di un vecchio baule nascosto in soffitta.
A quel punto Sara, già devastata per la morte dell’amata madre, dovrà anche farsi carico di scoprire una difficile verità, che farà vacillare tutte le sue certezze e che metterà addirittura in dubbio gli affetti più profondi della sua vita.
La protagonista si reca dunque nella vecchia casa dei genitori, a Cerzeto, suo paese di origine, decisa a scovare questo misterioso baule. Non tarderà a scoprire che il segreto custodito dalla madre ha in qualche modo a che fare con quella notte di quasi quarant’anni prima, e con tutto quello che le è sempre stato raccontato al riguardo, e a cui lei ha creduto per così tanti anni.
Ha così inizio, per Sara, una lunga ricerca che la porterà ad allontanarsi dai suoi cari, non solo fisicamente nel corso di viaggi che la porteranno nel Nord Italia e addirittura fino a New York, ma anche emotivamente, nel momento in cui la sua fiducia verso chi riteneva insospettabile verrà messa a dura prova.

Il valore degli affetti autentici
Per fortuna, nel corso delle sue indagini, Sara potrà contare su una folta schiera di aiutanti che le forniranno costantemente supporto e affetto. L’autrice sceglie infatti di disseminare lungo il romanzo una serie di personaggi che hanno la comune caratteristica di essere belli, buoni, simpatici e affettuosi, e anche quelli che in un primo momento erano sembrati vagamente ostili finiranno con l’aiutare in ogni modo la protagonista nel suo percorso, come in una lieta favola moderna.
Prima fra tutti Greta, sua collega e migliore amica, che grazie ai suoi agganci altolocati riesce a farle avere ogni tipo di informazione riservata; poi “Silvietta”, sua amica di infanzia, che ha la magica facoltà di trovarsi casualmente a Cerzeto, loro paese di nascita, sempre negli stessi giorni in cui è presente anche Sara; Luca, il fratello, che, seppur scettico riguardo la ricerca intrapresa dalla sorella, la aiuta a scovare gli indizi nascosti nei posti più impensabili; Leonardo, il suo capo, che accetta serenamente giorni di assenza e ferie dell’ultimo momento senza battere ciglio, anzi, spronando Sara a concedersi più tempo per lei stessa e per risolvere i suoi problemi, senza preoccuparsi troppo del lavoro arretrato. Per non parlare poi di Giulia, la figlia quindicenne, che nonostante si trovi ad affrontare, suo malgrado, una vera e propria bufera familiare, resta sempre allegra e conciliante e con l’immancabile sorriso sulle labbra.
Questa varietà di attori rende il romanzo gradevolmente polifonico. Tuttavia, dato che l’autrice adotta un io narrante onnisciente e ci mostra i pensieri di ogni singolo personaggio, abbinandolo a un costante utilizzo del soggetto sottinteso, si può talvolta incorrere in un po’ di confusione.

Le conseguenze delle verità taciute
Il rumore dei pensieri è un romanzo avvincente e profondo che può contare, se non proprio sull’originalità della trama, su un’analisi dettagliata dell’animo umano, soffermandosi in particolare sul valore dei sentimenti che legano le persone l’una all’altra, e soprattutto sui segreti che possono celarsi anche all’interno della famiglia più unita, che finiscono con il cambiare, a distanza di anni, il corso di un’intera vita.
Il maggiore spunto di riflessione che emerge dalla lettura riguarda l’imprevedibilità delle conseguenze di alcune azioni, e ci mostra come una semplice decisione, anche se presa in buona fede e a fin di bene, possa condizionare l’esistenza di più persone.

Alessandra Sabbatini

(www.bottegascriptamanent.it, anno XVIII, n. 201, giugno 2024)

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