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A. XVIII, n. 204, ott. 2024
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Politica ed Economia (a cura di La Redazione) . A. XVIII, n. 204, ott. 2024

Il coraggio
delle staffette
partigiane

di Ivana Ferraro
Per Infinito, Gambetta
racconta gesta valorose
compiute nella Resistenza


Un’opera che si colloca con forza nel filone della narrativa storica e dell’impegno civile di una parte della grande cronaca patriottica: la Resistenza italiana. Essa è illustrata da una prospettiva del tutto originale e ancora poco raccontata: quella delle donne partigiane che, sfidando non solo l’occupazione nazifascista ma anche le rigide convenzioni sociali dell’epoca, scelsero di lottare per la libertà pedalando sulle loro biciclette, strumenti di ribellione e di speranza.
Lorenzo Gambetta, nel suo romanzo Pedalando per la libertà. La Resistenza controvento delle Partigiane (Infinito, pp. 80, € 13,00), intriso di dettagli storici accurati e di una forte tensione narrativa, rende omaggio a queste importanti figure della nostra storia, rivelando la loro forza, il loro coraggio e la loro determinazione.

Un racconto di Resistenza e di emancipazione
Il fulcro della narrazione è rappresentato dalla vita di alcune giovani donne che, in piena Seconda guerra mondiale, decidono di unirsi alla Resistenza italiana, utilizzando le biciclette come mezzo di trasporto per collegare i vari gruppi partigiani sparsi sulle montagne e nelle campagne italiane.
Queste donne, spesso giovanissime e provenienti da contesti rurali, sfidano ogni giorno la morte, pedalando su strade insidiose e sotto la costante minaccia dei controlli nemici.
Gambetta riesce a tratteggiare con grande sensibilità le vicende personali delle protagoniste, mostrando come la loro scelta di entrare nella Resistenza non sia solo una decisione politica, ma anche una rivendicazione di libertà personale in un mondo che le vuole sottomesse e invisibili. Da qui nasce la sottile precisazione, come a voler rimarcare l’atavica mentalità maschilista già nella definizione del termine “staffetta” per le donne che svolgevano forse meglio e più creativamente il passaggio di informazioni e quant’altro rispetto agli uomini definiti “ufficiali di collegamento”.
Lo stesso autore afferma: «Il termine stesso “staffetta” è, senza volerlo, sminuente, miniaturizzante, se pensiamo che l’omologo al maschile prendeva il nome di “ufficiale di collegamento”».
Attraverso le pagine del romanzo, il lettore è accompagnato in un cicloviaggio da Reggio Emilia a Milano che, sebbene geografico, si rivela soprattutto interiore. Ogni tappa è la storia di Dorina, di Simona, di Zelina, di Nadia, di Genoeffa, di Teresa, di Laura, di Alfonsina, di Lia e di tante altre che dignitosamente e coraggiosamente hanno lasciato, con le loro azioni eroiche e le loro morti, un bagaglio antropologico-storico-sociale incommensurabile.
Le biciclette, che in tempi di pace rappresentavano per queste donne uno strumento di lavoro o un semplice mezzo di trasporto, diventano nel contesto della guerra un simbolo di resistenza e di emancipazione. Come afferma una delle protagoniste nel romanzo: «La mia bici è la mia libertà. Ogni pedalata è un atto di ribellione, un segno che non mi arrenderò mai a chi vuole piegarmi». Queste parole, che racchiudono lo spirito indomito delle partigiane, risuonano lungo tutti i brani descritti, creando un filo conduttore che lega insieme le diverse storie individuali in un’unica, potente testimonianza collettiva.

Un quadro storico vivido e dettagliato
L’abilità di Gambetta nel ricostruire l’atmosfera dell’epoca è straordinaria, notevole. Oltre alla veridicità storica accompagnata e sostenuta da fonti incontrovertibili e autorevoli, dalle descrizioni delle campagne italiane devastate dalla guerra alle dinamiche dei gruppi partigiani, tutto contribuisce a creare un quadro vivido, dinamico e realistico.
Le protagoniste non sono eroine ideali, ma donne reali, con paure, dubbi e sofferenze, il che rende la loro lotta ancora più ammirevole e commovente. L’autore palesa, senza alcuna reticenza, le difficoltà affrontate dalle partigiane, ma al contempo ne esalta la determinazione, sottolineando come queste donne abbiano saputo ritagliarsi uno spazio di autonomia e di azione in un contesto dominato dalla violenza e dalla sopraffazione.
Un passaggio particolarmente toccante è quello in cui una delle protagoniste, sfuggendo a un rastrellamento, riflette sulla propria condizione: «Siamo donne in un mondo che ci vuole mute e docili, ma su queste biciclette troviamo la nostra voce. Ogni strada percorsa è una vittoria, ogni messaggio consegnato è una speranza che si accende».
Questa citazione incarna perfettamente lo spirito del racconto, che è al tempo stesso una celebrazione della Resistenza e una riflessione sul ruolo delle donne nella storia. Infatti, l’autore riesce a un tempo sia a trasmettere al lettore non solo l’urgenza della lotta contro il fascismo, ma anche la necessità di riconoscere e valorizzare il contributo femminile in quella stagione decisiva per il destino dell’Italia.

Un omaggio alle donne e alla libertà
Pedalando per la libertà. La Resistenza controvento delle Partigiane è un’opera che va oltre il semplice racconto e ascolto di fatti storici. Gambetta riesce a dare voce a quelle donne che hanno contribuito in modo determinante alla liberazione del nostro paese, andando “controvento”.
Il romanzo è un omaggio non solo alla loro memoria, ma anche alla forza trasformativa della libertà e dell’emancipazione. Ogni personaggio femminile del romanzo incarna una sfaccettatura diversa della lotta per la libertà: c’è chi combatte per la propria indipendenza personale, chi per un futuro migliore per i propri figli, chi per un ideale di giustizia e uguaglianza. In questo, l’autore ci mostra come la Resistenza non sia stata solo una guerra contro un nemico esterno, ma anche una battaglia interna contro le oppressioni quotidiane e le limitazioni imposte da una società patriarcale.
In definitiva, si tratta di un romanzo che lascia il segno. La scrittura di Gambetta, al tempo stesso lirica e potente, riesce a catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine, conducendolo in un viaggio emozionante e pieno di significato. Le vicende delle partigiane raccontate nel libro non sono solo un tributo a chi ha combattuto per la libertà, ma anche un invito a riflettere su quanto ancora oggi la lotta per l’uguaglianza e la giustizia sia attuale e necessaria. Lo scrittore ci ricorda, attraverso le sue protagoniste, che la libertà è un diritto che va conquistato ogni giorno, e che spesso le battaglie più difficili sono quelle combattute controvento, ma sono anche quelle che più profondamente segnano il cammino della storia.
Di conseguenza, il libro appare imprescindibile per chiunque voglia comprendere a fondo il ruolo delle donne nella Resistenza italiana e, più in generale, il valore della lotta per la libertà. Un romanzo che commuove, ispira e, soprattutto, invita a non dimenticare il coraggio di chi ha osato sfidare l’oppressione in nome di un ideale più elevato perché le nostre eroine «morirono tirando dadi d’amore nel silenzio».

Ivana Ferraro

(www.bottegascriptamanent.it, anno XVIII, n. 204, ottobre 2024)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT