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A. XVIII, n. 202, luglio 2024
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Home Page (a cura di La Redazione) . A. XVIII, n. 202, luglio 2024

Zoom immagine Un giallo sorprendente
ricco di risvolti inattesi

di Alessandra Sabbatini
Edito da Infinito edizioni, il romanzo di Galletta
ambientato nelle suggestive Alpi austriache


Dicembre 1938. La giovane Britta, in compagnia di suo padre, sua zia e il fidanzato Rudi, è in sosta presso lo splendido albergo Haus der Götter, Dimora degli dei, in attesa di riprendere il viaggio verso la Germania, dove il suo matrimonio con Rudi si preannuncia uno degli eventi mondani più attesi dell’intero Reich. Un’imprevista tormenta di neve li costringe a prolungare di alcune notti il loro soggiorno, portando tuttavia con sé anche dei risvolti piacevoli: deliziose cene nel lussuoso ristorante dell’albergo, nuove e inaspettate amicizie, l’incantevole panorama delle Alpi ricoperte di una splendente coltre bianca.
Ma l’improvviso decesso di uno degli ospiti dell’hotel getta un’ombra sinistra e oscura su questo scenario idilliaco, dando il via a un susseguirsi di misteri, colpi di scena e rompicapi da risolvere. Con il suo romanzo di esordio La dimora degli dei (Infinito edizioni, pp. 320, € 17,00), Martina Galletta, giovane autrice milanese, ci regala un giallo avvincente e ben costruito che terrà il lettore col fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.

Quando l’apparenza inganna
Il personaggio della protagonista è sviluppato con cura dalla scrittrice, che ne mostra le molteplici sfaccettature e i lati più nascosti del carattere, con tutti i pregi, le debolezze e le contraddizioni che contribuiscono a creare la sua personalità estremamente variegata e autentica. Britta è giovane, bellissima, ricca, e sta per sposare l’affascinante e facoltoso Rudi, uno degli scapoli più ambiti d’Austria.
Ma sotto la patina dorata di quell’esistenza apparentemente perfetta, si cela una profonda insofferenza che affligge l’animo sensibile e fiero di Britta: ormai rassegnata a un matrimonio senza amore, cui sa di non potersi sottrarre. È inoltre frustrata dal ruolo di grazioso soprammobile che suo padre e il suo fidanzato si aspettano che ricopra, ed è stufa di essere zittita o ripresa quando si permette di esprimere le sue opinioni in ambiti che, a detta loro, non sono di sua competenza, come quello politico, calcistico o economico, nonostante ne sappia quanto e (spesso) più di loro. La giovane, infatti, «si era resa conto ben presto, già nei primi mesi di fidanzamento, che a Rudi poco importava che la sua futura sposa avesse delle opinioni».

L’ombra inquietante del regime nazista
Ma il turbamento interiore di Britta non è dovuto solo al rapporto conflittuale con il padre e con il fidanzato, bensì all’insofferenza verso tutta la società che la circonda, così retrograda e misogina, cui non riesce proprio ad adeguarsi: «Pensò che molte sue coetanee sembravano ancora delle bambine, e si comportavano di conseguenza. Erano l’ornamento necessario a una società prettamente maschile, e da ornamento ci si aspettava che si comportassero».
Come se non bastasse, l’inquietante ascesa del regime nazista – a cui suo padre e Rudi giurano con ardore fedeltà eterna – e l’ombra sempre più concreta della guerra imminente tormentano ulteriormente Britta, che afferma in modo provocatorio: «Non sopporto di sentire affermazioni dogmatiche e completamente false. Io non voglio pensare solo quello che il partito mi dice di pensare».

Tutti gli ingredienti per un romanzo avvincente e ben strutturato
L’autrice delinea sapientemente anche gli altri personaggi, attribuendo a ognuno una personalità ben definita e ricca di sfaccettature che li rende estremamente autentici: l’algido e tormentato padre di Britta, l’affascinante e ottuso Rudi, l’affettuosa ed eccentrica zia Gudrun, e poi via via tutti gli altri ospiti dell’albergo e il personale di servizio, che la convivenza forzata porterà inevitabilmente a familiarizzare l’uno con l’altro.
L’ambientazione e la trama stessa del romanzo, che si svolge esclusivamente all’interno dell’albergo, raccolgono l’eredità del classico “giallo alla Agatha Christie”, con un unico scenario dall’inizio alla fine della vicenda e un evento avverso che costringe i protagonisti per alcuni giorni a coabitare nello stesso ambiente: come dimenticare la tormenta di neve che blocca i personaggi a bordo del celebre treno in Assassinio sull’Orient Express, dove nulla è come appare e ogni passeggero sembra nascondere qualcosa?
Allo stesso modo, all’interno dell’affascinante scenografia del lussuoso albergo, la morte di uno dei personaggi scatena dapprima grande angoscia, e poi una serie di interrogativi: si è trattato di un incidente? Di una morte per cause naturali? O c’è altro?
Britta, in dubbio fino all’ultimo su chi meriti la sua fiducia e chi no, si improvviserà investigatrice e userà tutto il suo ingegno e la sua caparbietà per svelare il complicato mistero in cui si trova coinvolta, scoprendo verità nascoste e segreti ben custoditi da personaggi insospettabili.
Martina Galletta raccoglie dunque il testimone della “Signora del crimine” e regge egregiamente il confronto, curando ogni dettaglio di trama, intreccio, location, dialoghi e immancabili colpi di scena, arricchendo inoltre la narrazione di molteplici aneddoti dell’epoca ed episodi realmente accaduti che rendono ancora più credibile l’ambientazione storica.
Un esordio di grande pregio che appassionerà tutti i lettori, amanti del giallo e non.

Alessandra Sabbatini

(www.bottegascriptamanent.it, anno XVIII, n. 202, luglio 2024)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT