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A. XVIII, n. 205, nov. 2024
La vita singolare
di una femminista
ante litteram
di Alessandra De Santis
Per Barbaro editore, la biografia
di Martha Lewis scritta dalla nipote
La biografia Martha Lewis. Una donna (nonna) fuori dal comune. La sua vita e la sua eredità (Dbe – Barbaro editore, pp. 126, € 15,00) è un quadro accurato e pieno di vita di una donna che ha vissuto vicende di ogni genere, dal girare l’Europa in tour nei grandi teatri a nascondersi in una Roma occupata dai nazisti.
Una donna particolare, ardita e intraprendente, che ha affrontato le sfide del suo tempo a testa alta e senza lasciarsi abbattere. Marta du Lac – nome d’arte di Martha Lewis – rappresenta per la nipote, la scrittrice Donatella Pau Lewis, l’esempio più grande di una vita vissuta appieno. Nella biografia, la scrittrice attraversa le avventure dell’esistenza della nonna, morta nel 1953 – anni prima della sua nascita – come se vi avesse assistito in prima persona.
La figura della cantante lirica, ebrea americana trasferitasi in Italia, aleggia sulla vita di Donatella sin dalla sua nascita, non solo attraverso i racconti dei familiari, che la ricordano con affetto e ammirazione, ma anche tramite le migliaia di oggetti che le appartenevano e che sono state ereditate dalla nipote. Perciò, non stupisce il fatto che Pau Lewis si sia sentita in dovere di tramandare la storia straordinaria di una donna all’avanguardia e coraggiosa.
I teatri d’Europa e l’amore per Antonio
«Mi sono sempre chiesta perché papà fin da piccola mi diceva che, anche se ero figlia unica, dovevo considerarmi la quinta di nove figli. Perché proprio la quinta di nove? Ora penso che così diceva a lui mia nonna, che era la quinta di nove. Lui, come me, era figlio unico.» Quinta di nove figli, Martha cresce a New York in una famiglia ebraica e, appassionatasi per la musica, inizia a lavorare per permettersi le lezioni di canto, non avendo il supporto economico della famiglia.
Il suo spirito di iniziativa emerge, dunque, sin dall’adolescenza. Studia con il Maestro Giorgio Sulli, uomo molto conosciuto e stimato, di cui diviene l’allieva prediletta e di cui portava ovunque una foto incorniciata. Nuotatrice provetta, fa parte della National women’s life saving league per promuovere il nuoto femminile. Inizia a girare i teatri d’Europa per i suoi concerti, fino a quando, mentre si trovava a Malta, incontra per la prima volta Antonio, l’uomo che l’avrebbe corteggiata fino a sposarla. Da quell’incontro, Martha si trasferisce nella remota Cagliari, dove dà alla luce Pierpaolo, padre della scrittrice della biografia, che nei primi anni di vita passa metà anno negli Stati Uniti e metà in Italia.
Il Fascismo in Italia vissuto da ebrea immigrata
Uno dei capitoli più significativi della vita di Martha è il Fascismo, non solo per l’adesione del marito al partito, ma anche per il suo essere un’ebrea immigrata dagli Stati Uniti. Essendo in pericolo non solo la sua vita, ma anche quello del figlio, decide di mandarlo in un collegio sul continente per tenerlo al sicuro. Tuttavia, proprio durante il ritorno verso la Sardegna di Pierpaolo il ragazzo si trova bloccato a casa di parenti a Roma e Martha riesce a raggiungerlo, trascorrendo con lui anni nascosti nella città.
Un aneddoto in particolare è impresso nella memoria di Donatella: durante un’ispezione del palazzo, degli ufficiali nazisti non controllano il loro appartamento depistati dal fatto che Martha sa parlare il dialetto viennese. L’astuzia e la caparbietà della donna, secondo la nipote, emergono in questo particolare episodio come esempio lampante del carattere fuori dal comune della nonna. Nonostante la vita avventurosa, però, Martha muore giovane e sola nella sua casa dopo aver divorziato dal marito Antonio e, per questo motivo, Donatella non ha mai potuto conoscerla.
La potenza dei ricordi delle persone amate
La forza con cui, attraverso la lettura del libro, si coglie lo stretto filo che è in grado di legare due persone che non si sono mai incontrate, ma che appartengono alla stessa famiglia, è la quintessenza dell’opera.
Oltre a ciò, è la spinta alla base della scrittura della biografia stessa. Tramite ogni aneddoto, ogni parola utilizzata, Donatella cerca di trasmettere al lettore cosa abbia significato per lei quella donna indipendente, femminista ante litteram che le ha tramandato, tramite il figlio, non solo valori morali, ma anche un modo diverso di vedere e vivere la propria vita di donna ebraica. Lo stile scorrevole dell’opera, prettamente descrittivo e riassuntivo di una intera esistenza in poche pagine, rende la lettura sobria, ma allo stesso tempo di intrattenimento.
Un ritratto ben riuscito di una donna affascinante, che continua a rimanere nella memoria delle persone che l’hanno conosciuta e amata, ma, come dimostra la testimonianza di Donatella, anche in quella di chi di lei ha sentito solo le storie e toccato i cimeli. Perciò, si potrebbe pensare che la biografia sia una sorta di lettera d’amore a quella che si potrebbe considerare la figura di riferimento più importante per la scrittrice, che ha dedicato un tempo immisurabile al cercare di conoscerla il più a fondo possibile.
Alessandra De Santis
(www.bottegascriptamanent.it, anno XVII, n. 188, maggio 2023)
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi