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A. XVI, n. 178, luglio 2022
(Dis)avventure
al femminile
di Costanza Parisi
Una raccolta di Nep
mostra i pregiudizi
sulle donne di oggi
Nel panorama contemporaneo della letteratura satirica spicca un testo di esigue dimensioni, ma non per questo meno ricco di spunti di riflessione: si tratta di Racconti in forma di satira, di Dale Zaccaria, edito da Nep edizioni (pp. 62, € 12,00).
Attraverso l’uso della satira, raccontando episodi al limite dell’inverosimile, l’autrice analizza, in vari racconti, la società contemporanea, mettendo un particolare focus sulla condizione femminile.
Signora Pinuccia…
“Protagonista” di alcuni dei racconti del testo è la Signora Pinuccia, di cui non abbiamo descrizione fisica – come di quasi tutti i personaggi che avremo il piacere di conoscere – ma che ci fa subito intuire che tipo di donna sia: decisa, autoritaria, e anche un po’ pettegola. La donna, infatti, tende a raccontare, in maniera incredibilmente esaustiva, ogni particolare delle vicende che le sono capitate, come quando è stata rapita da “una parrucca viola”, ossia una donna che indossava, appunto, una parrucca viola, aiutata in seguito da una complice. La donna rivendicava il diritto di una donna a possedere il proprio corpo, a scegliere della propria vita, inneggiando alla possibilità di riaprire le case chiuse, per poter essere maggiormente tutelata.
Agli occhi della Signora Pinuccia, quelle donne che l’hanno rapita sono «uno scempio, danneggiano l’immagine della donna». Tutti gli uomini, infatti, secondo il parere della Signora Pinuccia – e quindi, anche dell’autrice – tendono a pensare che le donne siano fatte tutte nello stesso modo. Mostrandosi quindi come donne dai facili costumi, si potrebbe pensare che tutte le donne siano così.
L’autrice inserisce anche una citazione della famosa Franca Rame, attrice e drammaturga, celebre non solo per essere stata la partner teatrale, e nella vita, di Dario Fo, ma anche per aver dato una voce ai diritti delle donne grazie al suo lavoro e alla sua scrittura. Questa frase, dunque, serve a far comprendere al lettore il punto di vista, sempre più evidente, dell’autrice: le donne devono avere il diritto di decidere del proprio corpo, un tema estremamente attuale. È opinione di Zaccaria che debba essere in primo piano il diritto e il dovere della donna di prendersi cura del proprio corpo come meglio preferisce, non dovendo sottostare a nessun uomo.
Critica al mondo cattolico
Un altro aneddoto raccontato dalla Signora Pinuccia si incentra su uno strano incontro avvenuto all’interno di una sauna gay, la cui direttrice è una «cattolica militante». Ella, una volta incrociata la Signora, le intima di cominciare a pregare, incessantemente. Alla fine la Signora, liberatasi di lei, decide di realizzare una petizione per riaprire i manicomi, ma solo uno, «speciale», proprio per la signora cattolica.
Questo potrebbe essere una chiara critica al mondo cattolico conservatore ricco, però, di contraddizioni, come il fatto che la sauna sia aperta ai gay ma gestita da una persona che li disprezza e li discrimina.
Non è, infatti, l’unico momento in cui si analizza – e in qualche modo – critica il mondo cattolico. Un episodio, particolarmente affascinante per il parere di chi scrive, è quello del racconto intitolato Parola di donna e madre, padre!, in cui una donna, durante quello che dovrebbe essere un dialogo – ma che si rivela essere un lungo monologo – tra lei e un prete, domanda – e si domanda – per quale motivo sia stato istituito il matrimonio. Uno dei cardini della vita cattolica viene così smembrato dalle parole estremamente semplici ma incisive del personaggio. L’autrice si domanda come sia nata l’idea del matrimonio, dove il matrimonio non viene visto come l’unione felice di due persone, ma come una vita legata a momenti di tensioni, litigate, infelicità e, in alcuni casi, anche debiti finanziari. La domanda che si pone il personaggio – «[…] se Dio non è sposato, non ha moglie, anzi un figlio da madre vergine, mi spiegate questa idea del matrimonio da dove l’avete presa?» –, vista tramite l’ottica di qualcuno che intende criticare l’istituzione per come è stata pensata dalla Chiesa, risulta quindi estremamente lecita, a cui però il prete non riesce a dare una esaustiva risposta.
Libertà per il Sudamerica!
Un ultimo argomento trattato dall’autrice nei suoi racconti satirici è il tema della libertà. Attraverso le ultime pagine del testo, l’autrice vuole mettere in luce i problemi che, anche attualmente, si stanno vivendo nel Sudamerica. Prima con il racconto della Piccola Indi e la Tiranna, in cui sembra automatico il riferimento alle popolazioni indigene che vivono ancora in quei luoghi, e poi con il racconto finale di Donna Fernanda Isabel e il saccheggio delle Americhe.
Nel primo racconto, la protagonista Indi intende combattere la Tiranna, che governa la popolazione Indi, la quale è la personificazione di tutte quelle società multinazionali che sfruttano e si impossessano del territorio di una determinata popolazione indigena per arricchirsi sempre di più, sfruttando fino allo stremo le risorse, anche umane, del territorio.
Nel secondo racconto, il personaggio di Cristoforo Colombo – e con egli anche il lettore – si rende conto che la scoperta dell’America non ha portato ai risultati sperati, ossia prosperità per l’intero globo, ma ha solo reso le popolazioni di quel continente schiave di un sistema capitalista, impersonato dalle regine Isabella e Fernanda, due facce della stessa medaglia. Alla fine Colombo decide di ritirarsi, non seguire più gli ordini delle regine, realizzando di «aver fatto abbastanza danni».
Quella frase è la consapevolezza dell’autrice, e di chiunque legge o leggerà il testo, di aver inconsapevolmente realizzato dei danni ambientali e umani che, purtroppo, non possono essere riparati facilmente. I danni perpetuati dalle multinazionali il cui unico scopo è quello di arricchirsi hanno portato popolazioni indigene ad essere completamente eliminate, materiali del territorio a scomparire del tutto, attivisti, ambientalisti, difensori dei diritti umani uccisi o ridotti al silenzio per far sì che quelle pratiche a dir poco barbare potessero continuare.
La critica che muove l’autrice, attraverso questi racconti quasi inverosimili, è a un mondo che ormai ritroviamo ricco di contraddizioni, di problemi, e di uomini solamente interessati alla ricchezza personale. Interessanti, infatti, le parole all’interno della Nota dell’autrice, in cui si esprime il concetto con decisione: «La voracità del capitale e del denaro è cieca di fronte alla vita». Una frase che riassume in maniera esaustiva il concetto del suo intero lavoro.
Costanza Parisi
(www.bottegascriptamanent.it, anno XVI, n. 178, luglio 2022)