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Storia (a cura di La Redazione) . A. XIV, n. 156, settembre 2020

Zoom immagine Un racconto
illustrato sul
bello del diverso

di Rosita Mazzei
Per il Ciliegio edizioni una storia
che parla di amore e rispetto


L’uomo, con la sua presenza e il suo agire, ha modificato profondamente il pianeta Terra e la sua conformazione. Nel corso dei secoli, degli anni, dei mesi e dei giorni il paesaggio urbanistico ha sostituito quello naturale e sono ben pochi, oramai, gli spazi verdi a nostra disposizione. Qualcuno tutto ciò lo chiama progresso, qualcun altro disastro ambientale.
Ma come sarebbe raccontata questa storia di trasformazioni e distruzioni della natura dal punto di vista di quest’ultima? Sembrerebbe questo uno dei tanti scopi narrativi del libro che vi proponiamo, Occhi da orientale (il Ciliegio Edizioni, pp. 20, € 10,00), scritto da Annamaria Piccione e illustrato da Monica Saladino.

Un punto di vista particolare
A esporci questa piccola, ma dolce storia è un cantastorie davvero singolare. Riportando alla mente i vecchi tempi in cui in quel prato vi erano un gran numero di alberi, una quercia ci accompagna all’interno di un mondo in cui il maestoso esemplare è stato risparmiato per essere utile all’interno del giardino di un asilo, dopo che i suoi compagni sono stati distrutti per poter far spazio a cemento e palazzi.
I bambini, afferma la quercia, non sono cambiati nel corso degli anni, ma sono cambiati i loro giochi e le loro passioni. Tramite le parole dell’albero centenario, la nostra autrice ci introduce gli altri punti focali della sua opera: il bullismo e la disabilità infantile.
Goffredo è un bambino assai dispettoso: si arrampica con foga sulla povera e anziana quercia, scende dalla macchina dei genitori senza ricevere in cambio un bacio del “buongiorno”, come avviene per i suoi compagni di scuola, e fa piangere gli altri bimbi.
Chiara, la bambina maltrattata e a cui sono state rivolte delle orrende parole, ha gli occhi da orientale, è sempre in ordine e ben vestita, ma nessuno dei suoi compagni d’asilo gioca con lei o le fa un cenno di saluto. Per fortuna, però, con la piccina c’è sempre lo strano gatto Mattia.

Un significato importante
Continuando la lettura del testo, possiamo scoprire come la piccola Chiara riesca a superare la diffidenza dei suoi compagni grazie al suo coraggio, riuscendo ad arrampicarsi fino alla cima più alta della grande quercia per poter soccorrere il suo gatto Mattia, spaventato dall’elevata altezza.
Chiara è diversa dagli altri bambini, lo stesso titolo ce lo fa comprendere, ed è per questo che i suoi coetanei la tengono lontana da loro: hanno paura di ciò che è diverso. Goffredo, dall’altra parte, pur sembrando appartenere a una famiglia abbastanza benestante, è totalmente privato dell’affetto genitoriale poiché suo padre e sua madre sembrano non aver tempo per lui e per le sue esigenze; proprio per questo il bambino sente il bisogno di dimostrarsi un duro, poiché questi ultimi non hanno l’esigenza di avere l’affetto familiare.
Le illustrazioni dolci e delicate di Monica Saladino accompagnano perfettamente la storia, una vicenda semplice, ma dall’ingente messaggio, sia umano che pedagogico, che in poche pagine riesce a trattare con grande eleganza temi davvero importanti e per nulla semplici da narrare.
In questo piccolo racconto, infatti, troviamo l’attenzione all’ambientalismo, che si può scorgere anche dai ringraziamenti finali, l’empatia verso il prossimo, il problema del bullismo e dell’emarginazione del diverso.

L’importanza del diverso
«Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, cogli l’occasione per comprendere», queste le parole del pittore spagnolo Pablo Picasso che ci permettono di racchiudere al meglio il valore di questo piccolo componimento letterario. I bambini non hanno alcun pregiudizio nei confronti di ciò che è altro da essi, ma spesso le loro parole e le loro azioni sono guidate da ciò che percepiscono intorno al proprio mondo relazionale.
Chiara è diversa e viene isolata soltanto perché nessuno le ha mai dato la possibilità di esprimere liberamente se stessa. Non appena gli altri bambini si accorgono del suo valore, non ci pensano un attimo ad avvicinarsi a lei per fare amicizia.
Goffredo, invece, si comporta da prepotente perché non si sente amato e cerca allora di mostrare al mondo di non avere alcun bisogno di quel tanto agognato affetto.
Una storia dolce, gentile, che fa bene al cuore.

Rosita Mazzei

(www.bottegascriptamanent.it, anno XIV, n. 156, settembre 2020)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT