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Problemi e riflessioni (a cura di La Redazione) . A. XIII, n.146, novembre 2019

Zoom immagine Il mondo visto universale
con una teoria inclusiva

di Giuseppe Chielli
Per Armando Editore Alessandro Giraudi pubblica
un saggio in cui propone un cambio di paradigma


La filosofia, etimologicamente parlando, è l’amore per la sapienza, per il sapere. Tutte le branche dell’esistenza umana sono abbracciate da questa disciplina. In breve potrebbe essere prosaicamente definita come “il sale della vita”, o come ha detto il filosofo Karl Jaspers «filosofia significa, in verità, essere in cammino. Le interrogazioni e le domande sono per essa più essenziali delle risposte, e ogni risposta viene nuovamente e continuamente rimessa in questione». Dunque, niente è scontato come sembra. Tutto può essere rimesso costantemente in discussione.
In questo eterno dibattito si è inserito il saggio filosofico di Alessandro Giraudi, La visione universale del mondo. Per la rivoluzione inclusiva (Armando Editore, pp. 464, € 15, 00). Questo libro fa parte della “Scuderia letteraria” di Bottega editoriale, e, per alcuni suoi concetti, può essere definito “rivoluzionario”.

Realismo-antirealismo: una rivoluzione inclusiva
Il libro si apre con una Prefazione a cura di Marco Gatto, docente di Teoria della letteratura. Egli pone innanzitutto l’accento sui concetti di realismo e antirealismo e su come Giraudi tenti, attraverso un’analisi approfondita, di compiere una «[…] dissoluzione di una delle tante dicotomie che contrassegnano il pensiero contemporaneo […]. L’oltrepassamento di questa opposizione – che, sovente, nel dibattito si è tradotta in forme vacue e semplificate – è concepito in chiave universalistica, trascinando le questioni su un terreno in cui la riflessione si pone in costante verifica […]». Quest’opera, inoltre, si pone come scopo quello di partire, da una parte, dal sapere degli antichi e dei filosofi pregressi, dall’altra di porsi in un atteggiamento di dissoluzione verso di essi, sulla scia delle lezioni di pensatori come Cartesio e Spinoza: «[…] la dissoluzione, in questo libro assai ricercata in modo sistematico, di qualsivoglia visione ristretta riabilita una fondamentale lezione del sapere moderno, che consiste nello scoperchiare il grado di universalità insito in ogni atto di pensiero, per mezzo di una considerazione permanente del rapporto tra Io e mondo (posto dalla filosofia di Cartesio), che è anche un rapporto tra i «molti mondi» (via Spinoza), in un processo di riconoscimento […]».

Visione della realtà e di Dio
L’opera si articola sostanzialmente in: mondo reale, natura di Dio, divenire delle cose. A detta dell’autore, attraverso una filosofia di natura “inclusiva” si può trovare un fondamentale punto di incontro tra il realismo e l’antirealismo, andando di conseguenza ben oltre quanto già sostenuto ad esempio da Sant’Agostino nel De Civitate Dei o da Kant. Tale punto comune, o come potremmo meglio definirlo conciliativo, è una «visione universale di Dio e della realtà», che il saggio descrive in modo molto dettagliato. La visione universale della realtà, condivisa da tutte le coscienze umane, consiste nel concepire il mondo reale come, per citare i termini utilizzati dall’autore, “contenenza-appartenenza”, cioè come un “contenitore-contenuto”. Tale visione è collegata alla concezione universale di Dio, anch’essa condivisa da tutti i soggetti umani coscienti, e che consiste nell’intendere Dio come la “contenenza-appartenenza infinita e assoluta”, vale a dire come il “contenitore-contenuto assoluto e infinito”.
Ma esiste veramente questa immagine universale del mondo reale (e quindi anche la connessa immagine universale di Dio)? A questo dubbio Giraudi risponde affermativamente «con tre argomenti: 1) l’interazione e il coordinamento che si constata tra gli esseri umani dotati di coscienza in ogni luogo del pianeta, e tra essi e gli animali; 2) l’interazione e il coordinamento tra noi che affermiamo la tesi “tutti gli uomini (del passato, del presente e del futuro) condividono (hanno condiviso e condivideranno) la stessa fondamentale immagine del mondo” e gli altri esseri umani e animali con cui entriamo in contatto diretto o indiretto; 3) l’interazione e il coordinamento tra chi nega la suddetta tesi e gli altri esseri umani e animali con cui il negatore entra in contatto (diretto o indiretto)».

Il nichilismo
Infine si affronta la questione centrale del nichilismo, confutando la concezione secondo cui le “cose sono nulla”. «La convinzione che tutte le cose siano nulla è il nocciolo del nichilismo. Senza dubbio c’è uno stretto collegamento tra questa credenza nella nullità di tutti gli enti e la “fede nel divenire”, e tra esse e la negazione di Dio che caratterizza il nichilismo degli ultimi due secoli della storia […]». L'autore propone un rivoluzionario ripensamento dell'idea del mutamento delle cose: ciò che chiamiamo “divenire” è in realtà una “struttura”, ulteriore rispetto a ciò che comunemente si intende quando si parla della struttura delle cose.
Si tratta di un libro sicuramente per lettori esperti della materia, ma che, grazie anche a molte citazioni e a un notevole apparato di note, è accessibile anche a chi, da “profano”, vuole approcciarsi al mondo della filosofia. Un libro per pensare e riflettere, a spasso con il passato e i meandri del pensiero.

Giuseppe Chielli

(www.bottegascriptamanent.it, anno XIII, n. 146, novembre 2019)

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