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Problemi e riflessioni (a cura di La Redazione) . A. XIII, n. 140, maggio 2019

Zoom immagine Un’azienda organizzata
a mo’ di corpo umano!

di Adriana Colagiacomo
Paolo Ghelfi, per Aracne editrice, ci introduce
la consulenza aziendale con una metafora efficace


Quante volte abbiamo esclamato, con più o meno disappunto: «qui non c’è organizzazione!», o quante volte abbiamo pensato che forse con un po’ più di criterio si sarebbero potuti facilitare alcuni aspetti della nostra quotidianità, lavorativa e non? Senza dubbio tante, troppe volte. E quante volte abbiamo esattamente saputo cosa fare per ottenere quel minimo di ordine?
Probabilmente poche.
Il saggio di Paolo Ghelfi, Il “medico” dell’impresa. Processi organizzativi e salute aziendale (Aracne editrice, pp. 180, € 16,00), facente parte della “Scuderia letteraria” di Bottega editoriale, ci pone proprio di fronte a tali interrogativi e ci porta pian piano alla conoscenza di nozioni economico-aziendali atte a migliorare la qualità organizzativa di un’azienda, ma in una chiave decisamente insolita: attraverso l’originale metafora del consulente organizzativo d’impresa visto come medico.
Il primo impatto potrebbe generare diffidenza. Lo afferma anche Franco Filippazzi, che, nella Prefazione all’opera, esprime l’istantanea curiosità suscitatagli dal titolo, definito dalle sue parole alquanto «enigmatico». Com’è possibile, infatti, paragonare due figure professionali così diverse e appartenenti a due mondi tanto distanti? Salute ed economia hanno poco o nulla a che fare l’una con l’altra. E invece no. La metafora convince. Non solo: rende chiari concetti altrimenti ostici ai profani.
L’esperto di organizzazione ha tra le sue principali competenze l’analisi delle situazioni pregresse dell’azienda così come il medico vede tra i suoi compiti preliminari, prima di una diagnosi e di una eventuale cura, l’anamnesi del paziente. «Si potrebbe quindi considerare questo volume come un manuale di “medicina aziendale”, in cui si esamina l’anatomia, la fisiologia e le patologie di questo organismo e si suggeriscono opportuni rimedi e terapie. Il medico si identifica qui nella figura del consulente di organizzazione aziendale. Nel libro si fa una dettagliata descrizione del ruolo e dell’attività di questa figura, del modus operandi che va dall’anamnesi alla diagnosi, dalla terapia alla prevenzione dei malanni aziendali». Così Filippazzi scrive nella Prefazione ed è in questo modo che il lettore viene indotto, fin dalle prime pagine, a vedere l’organizzazione come una mera necessità, così come lo è la medicina per un organismo danneggiato. Questa è una premessa indispensabile in quanto troppo spesso si tende a dare per scontata la capacità organizzativa all’interno di una macchina aziendale.
Si potrebbero consultare saggi per quasi ogni argomento eppure, paradossalmente, esiste una scarna letteratura in materia. E, dunque, l’autore si avventura coraggiosamente su un terreno impervio ma che risulta essere fertile e sul quale egli stesso si muove con destrezza: quello del paragone delle due figure, risultando non solo efficace ma anche molto originale e con un ragionamento privo di forzature.
Il medico è la figura rassicurante per antonomasia. Dove c’è un medico ci si sente immediatamente sollevati, protetti da quel chissà che di imprevisto che tanto spaventa ognuno di noi. Oltretutto, un paragone tanto distante ha sicuramente un grande modello dietro: non vi aveva già fatto ricorso Seneca accostando efficacemente la figura del medico a quella del filosofo come colui che cura l’animo? Non aveva paragonato anch’egli la serenità a un medicinale nel celeberrimo Ad Serenum de tranquillitate animi? E non era stato già a suo tempo compreso quasi senza difficoltà anche dai meno avvezzi a dissertazioni di tipo filosofico?

Un’azienda organizzata è un organismo in salute
«L’oggetto di questo saggio è motivare e sostenere l’esigenza aziendale del lavoro del professionista dell’organizzazione». Senza dubbio è chiara la finalità dello scritto ma lo stesso ne sottende anche un’altra, latente anche se non per questo meno importante: rendere comprensibili i compiti della figura professionale in esame. E lo fa, senza mezzi termini, arrivando dritto all’obiettivo, dritto al cuore della questione, con qualche necessaria digressione, certo, ma senza sconfinare mai nel banale, nel troppo tecnico, nel noioso, pesante, elitario linguaggio organizzativo-aziendale, riuscendo nell’intento di passare al setaccio tutti i passaggi utili a verificare il campo d’azione di un intervento professionale mirato senza annoiare ma offrendo, invece, una concreta possibilità di fruire di nozioni altrimenti complicate relative a questo mondo.

Come Socrate
Molto bello e interessante il paragrafo relativo alla maieutica, prova di cultura ed erudizione dell’autore: viene subito da pensare a Socrate e alla sua celebre abilità di trascinare letteralmente verso il ragionamento critico e verso la riflessione le menti dei suoi concittadini. L’accostamento, anche in questo caso, convince: l’esperto di organizzazione tira fuori soluzioni così come l’ostetrica prepara al parto. Soluzioni della cui necessità, nella stragrande maggioranza dei casi, si è certi, ma che senza un esperto di riferimento, senza un’operazione maieutica, appunto, non si riesce a mettere a fuoco. Nessun paragone appare forzato, grazie anche a una sintassi semplice, scorrevole, priva di artifici che potrebbero distrarre il lettore, il quale è invece condotto alla scoperta di un’originale identificazione fra figure professionali diverse e l’abilità dell’autore sta anche e soprattutto nel non facile compito di tenere sempre alta l’attenzione di chi legge, compito che numeri, dati, grafici potrebbero rendere ancora più complesso.
Ghelfi vince questa sfida ardua e il lettore chiude il suo saggio con la sensazione di aver fatto un percorso piacevole che nozioni economico-aziendali non hanno per nulla appesantito.

Adriana Colagiacomo

(www.bottegascriptamanent.it, anno XIII, n. 140, maggio 2019)

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