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Anno II, n° 8 - Aprile 2008
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Problemi e riflessioni (a cura di Francesca Rinaldi) . Anno II, n° 8 - Aprile 2008

Zoom immagine Riflessioni analitiche
di un parlamentare
su alcuni temi caldi
del nostro Belpaese

di Ennio Masneri
46 articoli apparsi su vari quotidiani
e raccolti in un libro di Rubbettino


Compare in libreria un’opera che riguarda alcuni dei temi più scottanti della nostra Italia. Non si tratta dell’opera di un giornalista o di uno dei tanti italiani che scrivono e pubblicano per cercare un po’ di quell’agognata notorietà. A scrivere è un parlamentare, uno che è stato votato e messo in condizioni di fare il suo dovere per collaborare alla direzione della nostra nazione. E scrive non con uno stile burocratico o ampolloso, proprio di certi ambienti politici, ma con una pungente e sincera ironia, tipica del popolo semplice italiano.

Stiamo parlando di Politica Militante, scritto dal deputato dell’Udc Luca Volontè per i tipi di Rubbettino (pp. 152, € 9,00) e impreziosito da una Prefazione del noto giornalista Antonio Socci. Il libro è una raccolta di articoli comparsi su varie testate giornalistiche nazionali che analizzano alcuni temi scottanti come la legge 40, il referendum sulla procreazione medicalmente assistita, la legge 194 e l’aborto, la laicità dello stato e la chiesa. E altri ancora che riguardano i valori della famiglia, della libertà d’espressione e di religione. In quest’ultimo caso si fa anche un confronto tra come vengono affrontati politicamente questi stessi temi all’estero e nel nostro paese.

 

La testimonianza di un parlamentare

La raccolta è suddivisa in quattro capitoli, ognuno dei quali si apre con citazioni di politici, autori e personaggi famosi.

I primi tre capitoli seguono un ordine cronologico, dal maggio al novembre del 2005. Il quarto ed ultimo capitolo si occupa, invece, del periodo che va dall’aprile del 2005 al dicembre dello stesso anno. Si tratta, quindi, di un libro storico perché si occupa dei fatti e delle riflessioni avvenute nel periodo più “caldo” del 2005 (i referendum, gli attacchi alla chiesa e le polemiche che ne seguirono).

I 46 articoli sono scritti con uno stile semplice, ironico e mai politically correct. Sono testimonianze storiche appartenenti a un uomo che spiega al lettore medio le sue ragioni e le sue riflessioni, dal proprio punto di vista di parlamentare. Volontè non vuole certamente imporsi sulla scena mediatica, ma rivendica il diritto di spiegare i vari argomenti sopra elencati, anche attraverso dati scientifici. La sua unica arma è l’esprimere liberamente la propria opinione rispetto a chi la pensa diversamente, poiché la libertà d’espressione è uno dei capisaldi su cui è basata non solo la democrazia italiana ma anche quella internazionale. E lui vuole difendere questa libertà con i suoi articoli, con il semplice uso della parola che non uccide, né nega l’esistenza altrui. Così, con semplicità, senza ipocrisia ma con punte di velata e realistica ironia.

Sarà il lettore – il semplice impiegato, il pensionato, il funzionario, il commesso, il manager, il politico – a giudicare il suo operato.

Negli articoli di Volontè serpeggia la consapevolezza che nella scena politica, sociale e storica il “nuovo deve fare posto al vecchio”. Quel “new” che fa paura e che appartiene, tanto per usare le parole di Socci, alla «generazione cristiana nuova, straniera al dominio del politically correct, al conformismo di tutte le ideologie che hanno fatto naufragio nel corso di questi trent’anni post-sessantotteschi. Una tradizione che ama profondamente tutta la ricchezza della tradizione cristiana e anche della storia cattolico-democratica del Novecento […] ». Nella Prefazione del giornalista c’è anche il riferimento a Giovanni Paolo II: «In lui abbiamo scoperto il volto intrepido e affascinante del cristiano, con lui abbiamo intuito quale umanità eccezionale si guadagni seguendo Cristo, quale libertà, quale coraggio, contro tutte le tirannie, e quale capacità di amare ogni essere umano, specialmente il più indifeso, senza voce, il più reietto. [Quella dei Cristiani, Ndr] è una generazione che ha imparato a testimoniare la fede e un forte impegno cattolico […] nelle scuole e nelle università al tempo del dominio incontrastato della Sinistra e della violenza ideologica e fisica».

Nelle parole di Volontè compaiono accenni a quella stessa volontà di estraniarsi totalmente dall’eredità del secolo scorso, ormai desueta e inutile. È una volontà che si apre certamente al nuovo, al futuro che avanza, ma senza per questo dimenticare la propria identità, i propri valori cristiani e gli errori del passato. Il futuro non va affrontato – sembra dire l’autore – chiudendosi a riccio per paura di perdere ogni privilegio finora ottenuto, perché qui, al di là di ogni apparenza mediatica e ideologica, resta sempre il desiderio del potere a tutti i costi.

Con la sua parola e la sua penna il politico vuole contro-ribattere alle riflessioni e ai discorsi di chi cerca di screditare valori come il diritto alla vita del bambino e la religione. Con le sue affermazioni scopriamo che secondo lui nella politica non è importante il fine raggiunto, ma il mezzo per raggiungerlo, non importa se legale, civile o meno. Nei suoi articoli egli si pone domande che possono venire in mente a qualunque italiano. Infatti vogliono essere brani non di un deputato dell’Udc, ma di un italiano, come tutti, che osserva con i suoi stessi occhi l’andamento della politica italiana quando questa affronta situazioni riguardanti da vicino famiglia e vita del bambino.

 

Conclusioni

Lo stile pragmatico, ironico e auto-ironico degli articoli di Volontè servono a rendere la lettura più semplice e accessibile al lettore. Nulla di ampolloso, né di difesa estrema del proprio pensiero fa da cornice alle sue parole. Semplicemente egli espone i fatti reali, così come sono, analizzandoli da italiano, cristiano e padre di famiglia, nonché da uomo colto e realistico, più che da deputato di un partito politico. Attraverso questi fatti egli difende la libertà, sua e di tutti, al di là delle convinzioni religiose, politiche e razziali, rivelando la determinazione di non farsi sottomettere dagli altri e invita chiunque a fare lo stesso: questo è, in conclusione, il messaggio che trapela dai suoi scritti. Nei suoi articoli si legge una sorta di lotta tra il bene, l’amore e il male, l’ipocrisia, tra la verità e la menzogna illusoria.

L’autore non vuole certamente auto-elogiarsi, ma difendere i propri valori e le proprie idee che non possono essere distrutte facilmente, né con insulti, né con atti terroristici.

Inutile negare la realtà, sembra dire Volontè, ma nessuno potrà vincere i valori morali del Cristianesimo, perché è su questi, volenti o nolenti, che si basano la cultura europea e quella americana. A un ritorno dei tempi antichi, lui non ci sta. E sa di non essere il solo.

Conclude Antonio Socci in modo incoraggiante: «Il cammino è iniziato. E questo libro dimostra che ci sono uomini e idee capaci di andare lontano».

 

Ennio Masneri

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 8, aprile 2008)

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