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A. XIII, n. 136, gennaio 2019
Il viaggio
insolito di Ela
di Gilda Pucci
L’incontro in Africa
fra sconosciuti,
edito da la Rondine
Un romanzo che dimostra la voglia di mettersi in gioco, con dei protagonisti presentati ciascuno con la propria personalità e unicità: coppie stressate che ambiscono a distinguersi ed emergere, anche attraverso comportamenti inusuali e discutibili rispetto alla morale comune. Durante un viaggio in Kenya che consente di svelare tutti i retroscena della storia, si narrano incredibili vicende.
Il viaggio di Ela di Bella Maro (La Rondine, pp. 112, € 9,90) è la storia di un gruppo di persone accomunate dalla loro fuga dai problemi sociali del quotidiano per poter fare ordine nei sentimenti, nel caos di pulsioni nascoste, nella routine familiare, portando l’attenzione su alcuni segreti inconfessabili che fanno fatica a uscire, ma che, se condivisi, ci consentirebbero di vivere meglio e ritrovare la pace dei sensi. Un luogo ancestrale e primitivo come l’Africa distoglie dalle futili distrazioni lasciando chiarezza e rispetto per i legami e i rapporti umani.
Il contatto con la natura permette il confronto con l’altro
Nel romanzo sociologico della Maro, dietro cui lo pseudonimo si nasconde la scrittrice Isabella Dentamaro, ritroviamo la figura di Ela – già incontrata in passato con La storia di Ela in cui si raccontava la sua esperienza come vittima di stalking – che si ritrova, insieme agli altri personaggi, proiettata in uno scenario africano: «si entra più facilmente in contatto con la natura, ci si capisce meglio, si sta più vicini all’altro, si diventa più tolleranti, più simpatici e forse anche amici».
Lo stile dell’autrice è riconoscibile, il suo trascorso di poesie e di manoscritti di vario genere è evidente. Ci troviamo di fronte a un romanzo curioso, particolare che, con i suoi misfatti e segreti, pieno di brio, racconta un punto di vista innovativo; uno scritto volto a ogni tipo di integrazione, a chi è largo di vedute e di idee, a chi non disprezza l’amore in nessuna delle sue forme e una cultura diversa da quella occidentale. Si affrontano temi importanti come il rapporto con i figli, la lotta tra civiltà e natura, il tradimento di coppia, l’amore omosessuale, mostrato esattamente palpitante e passionale come quello fra uomo e donna; tutto con estrema semplicità e trasparenza.
La tipologia di racconto e di scrittura è adatto a tutti, rendendolo così un libro agevole, scorrevole, ma con dei colpi di scena assolutamente imprevedibili e interessanti, su cui non è possibile soffermarsi per non rovinare il piacere della lettura.
La forza dell’attualità
Davvero originale risulta il voler far emergere attraverso un romanzo breve diverse problematiche sociali che spesso vengono trattate in manuali tecnici.
L’Africa contribuisce a sradicare pregiudizi profondi che i protagonisti si portano dentro, perché siamo nati, cresciuti ed educati nella fetta di mondo dove, forse solo apparentemente, tutto va bene.
In Africa si impara a conoscere un sistema di valori che affascina e spiazza allo stesso tempo. Anche lì è pieno di contraddizioni, ma attraverso le pagine viene mostrato tutto come più genuino e autentico rispetto al mondo occidentale.
L’aspetto più affascinante è rappresentato dalle relazioni interpersonali: non esiste individualismo lì.
In Africa l’uomo è il centro di tutto, ci si può sedere con calma e ascoltare, aprirsi, raccontarsi come viviamo; si può mettere in moto un meccanismo di confronto, che sarà per forza un arricchimento, che produrrà da solo un cambiamento in chi lo sperimenta.
L’esperienza in Africa per i protagonisti contribuisce veramente a mettere in discussione istituzioni e meccanismi che hanno regolato anni di vita, un processo che può essere interpretato come l’umiltà di sapere fare un passo indietro e accogliere l’idea che tutto è relativo, che ogni percezione cambia in funzione del tempo e del contesto in cui viene a esistenza.
Bella Maro è un’autrice che sa far venire fuori con creatività dinamiche interessanti, intricate, narrate con criterio, ma anche con originalità, agilità e freschezza. Certamente una storia da consigliare a tutti per l’umiltà e la voglia di fare meglio che insegna. Il testo è breve ma è un groviglio emotivo di sensazioni, tensioni e fragilità umane. La morale è quella che da soli non ci si può rialzare perché non ci si mette in discussione mai quando l’onnipotenza ci pervade, quando è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio consolidato nel tempo. Un testo che rievoca pulsioni nascoste e rafforza la volontà di cambiare visione, di rialzarsi e di rinascere.
Gilda Pucci
(www.bottegascriptamanent.it, anno XIII, n. 136, gennaio 2019)
Teresa Elia, Ilenia Marrapodi, Maria Chiara Paone