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A XII, n. 133, ottobre 2018
Un effimero
battito d’ali
di farfalle
di Elisa Barchetta
Viaggio su un’isola magica:
Mirella Giunta e Ilaria di Sante
prossimamente per il Ciliegio
Quando si parla di favole è facile pensare – tra le tante – a quelle della Disney (indimenticabili le trasposizioni di Biancaneve e i sette nani dei fratelli Grimm o di Cenerentola di Charles Perrault), con cui molti sono cresciuti, oppure ai Racconti di mamma oca (come ad esempio Il gatto con gli stivali o Cappuccetto rosso) o, ancora, a quelle – forse meno romanzate ma altrettanto belle – di Fedro ed Esopo (famose Il lupo e la gru, La volpe e l’uva, Il lupo e l’agnello o La volpe e il corvo).
Tutte favole molto diverse, tutte belle, e tutte con un punto in comune – che poi è quello che deve caratterizzare il genere: la morale. Un senso finale, un insegnamento che giustifichi il racconto e motivi quella che altrimenti sarebbe soltanto una bella storia.
Ma il mondo delle novelle e dei racconti per bambini non è tutto qui. Esistono tantissime storie, forse meno note, che nulla hanno da invidiare alle “sorelle” più conosciute, ma di cui l’universo della piccola e media editoria è davvero ricco.
Tra queste, dalla “scuderia letteraria” di Bottega editoriale, è di prossima pubblicazione L’isola delle farfalle per il Ciliegio edizioni, lavoro della scrittrice Mirella Giunta e arricchito dalle illustrazioni della grafica Ilaria Di Sante.
La trama e lo stile
Lorenz è un pescatore che vive sull’isola di St. Thomas con la moglie Helen e la figlioletta Malila. Un giorno Malila si ammala, di una febbre che nessun rimedio riesce a guarire. Lorenz decide quindi di prendere la sua barca e andare nella vicina isola di St. James dove vive un vecchio sciamano di nome Ghana che, si dice, sia in grado di guarire chiunque. Ma su quell’isola egli scoprirà anche qualcosa di magico.
La narrazione ha uno stile semplice ma incisivo, adatto ai bambini e capace di imprimere nella mente del lettore la storia e i suoi colori. Come è giusto che sia, un linguaggio piano e colloquiale, efficace e immediato nei contenuti per i piccoli lettori, destinatari privilegiati della storia. Ma è proprio questo linguaggio a rendere il racconto piacevole anche per un adulto.
Le illustrazioni
Le tavole che accompagnano le parole e fanno da sfondo a questa fiaba sono della giovane ma talentuosa illustratrice Ilaria Di Sante, che ha saputo cogliere e riportare nei suoi disegni le sfumature che traspaiono dalla storia, arricchendole inoltre con la sua sensibilità artistica e la tecnica impiegata. Si percepisce infatti l’utilizzo del carboncino per delineare le diverse figure e l’uso degli acquerelli e dei gessetti per completare le illustrazioni e dar loro tutte quelle nuance capaci di sottolineare importanti dettagli di luce e di colore; come ad esempio nelle illustrazioni in cui compaiono le farfalle del titolo, le cui ali sono rese sapientemente luminose tanto da farle somigliare a piccole stelle “in volo” – esattamente come “richiesto” dalla narrazione. Un dialogo fra tratti colorati e parole per un messaggio che, a bambini e non, arriva ancora più chiaro.
Cosa ci insegna questa storia?
Come ogni favola che si rispetti, come il canone letterario delle storie per bambini vuole, anche nel racconto di Mirella Giunta c’è una morale, ben chiarita dalla stessa autrice verso la fine della storia, quando è lo sciamano Ghana a dire a Lorenz che anche l’uomo dovrebbe essere capace, durante la sua vita, di donare agli altri la sua parte migliore – esattamente come fanno le farfalle di questo racconto – perché se lo facesse «riuscirebbe a realizzare lo scopo della sua esistenza». Un insegnamento semplice? Forse. Ma nascosto nel lato propedeutico che hanno tutte le storie per bambini, questa favola racconta e insegna tanto anche a chi bambino non è più.
Elisa Barchetta
(bottegascriptamanent, anno XII, n. 129, giugno 2018)