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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Il mistero del secolo da risolvere
in un giallo elegante e raffinato
di Gilda Pucci
Massimiliano Bellavista torna con un intenso thriller
e mille enigmi per i suoi lettori. Per Il Seme Bianco editore
Numerosi e occulti omicidi in città, fra le vittime vi è uno stretto legame anche se all’inizio sembra non esserci alcun tipo di collegamento. Il commissario M. è veramente spiazzato e in un primo momento vacilla nel buio, non è in grado di risolvere questa misteriosa scia di sangue, di morti. E la paura dilaga. L'assassino tuttavia è sempre lo stesso, un tiratore professionista che non lascia alcuna traccia del proprio passaggio.
Chi si cela dietro ogni singola morte? E perché questo accanimento? Riuscirà il nostro commissario a trovare la mente/il braccio di questa strage?
Tutto questo e molto altro è L’ombra del caso (pp. 272, € 22,90) di Massimiliano Bellavista, pubblicato dalla casa editrice Il Seme Bianco (una bella e solida realtà editoriale di cui vi parliamo nel dettaglio qui: www.bottegaeditoriale.it/Uneditorealmese.asp?id=196), appartenente alla “scuderia letteraria” di Bottega editoriale e presentato di recente dal critico letterario Guglielmo Colombero al Salone internazionale del Libro di Torino.
Il nostro autore (che vi invitiamo a conoscere meglio anche tramite il suo blog: massimilianobellavista.wordpress.com), docente di Management strategico presso l’Università di Siena, oltre ad alcune raccolte poetiche e ai saggi sul management, ha prossimamente in uscita per lo stesso editore (e sempre con il supporto di Bottega editoriale!) la raccolta di racconti Dolceamaro.
Una matassa intricata fra codici ed enigmi da sciogliere
Si tratta di una storia intrigante e raffinata, un romanzo carico come una miccia esplosiva, un’inchiesta dai colori intensi, ricca di strategie acute e formidabile fiuto per le indagini poliziesche. Un’intricata matassa non facile da sciogliere, una trama attenta, ben dettagliata, un giallo davvero ben riuscito. Il tutto abilmente costruito fra i codici cifrati e gli enigmi da risolvere, gli indizi opportuni disseminati qua e là dall’autore ai fini investigativi, come il colpo di genio dell’email risolutrice appartenente a una delle vittime, la scelta di personaggi ambigui con i loro gesti estremi e poco chiari, il suicidio del giudice e la sua lettera di confessione, la caparbietà e la volontà del commissario di non fermarsi alle apparenze e agli arresti consecutivi, ma di andare oltre le aspettative e le apparenze, rendono il racconto davvero travolgente. E soprattutto lo pongono fra i grandi gialli della letteratura, a cui davvero non invidia nulla.
La centralità dell’elemento psicologico
Un bel cocktail di bella scrittura, intelligenza e buon gusto le pagine che costituiscono il libro, suddiviso in tanti piccoli capitoli numerati con significato (quasi a ricordare gli innumerevoli indizi con cui ricostruire il tutto). Indagini dai tratti e dagli scenari inquietanti che coinvolgono la criminalità organizzata ben amalgamata sul territorio nel settore degli appalti pubblici, nel giro della pedofilia e della prostituzione, nell’ambito delle tangenti, e tante personalità di spicco protagonisti corrotti che come avviene nella realtà sono le prime implicate.
Costrutti semplici e ben organizzati, una storia originale e come in altri suoi racconti Bellavista non rinuncia mai alla sensibilità, all’elemento psicologico, alla realtà oltremodo tangibile, percepita dai sensi, in questo caso l’olfatto, gli odori, che se vogliamo rappresentano il fiuto del detective è pregnante.
Il tutto è abbastanza articolato, interessanti e appropriati i dialoghi, le location, il lessico è semplice, la lettura è scorrevole, un testo piacevole: leggero, in piccole battute, mai troppo elaborato e complesso, ma allo stesso tempo non è frivolo ed è ben curato.
Amanti del giallo, a rapporto!
Insomma per gli amanti del genere è un romanzo meritevole che desta curiosità, mantiene tensione fino alla fine, certo se uscisse una seconda parte non dispiacerebbe.
Bellavista si è dimostrato all’altezza delle aspettative, il racconto è un percorso in evoluzione con un bel climax finale. Insomma non ci resta che augurarvi una buona lettura.
Gilda Pucci
(bottegascriptamanent, anno XII, n. 130, luglio 2018)