Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.
Anno XII, n. 127, aprile 2018
La tratta delle prostitute in Italia:
un nuovo volto della schiavitù
di Maria Chiara Paone
Un’intervista all’autore di Io piangio a Brescia-Auschwitz
(Edizioni La Vita Felice): la situazione attuale e i possibili rimedi
Qualche mese fa, in un articolo a firma di Elisa Barchetta, avevamo raccontato e analizzato Io piangio a Brescia-Auschwitz. Dieci milioni per finire su un marciapiede (La Vita Felice, pp. 244, € 16,50), il romanzo-denuncia scritto da Sandro Biffi che appartiene alla “scuderia letteraria” di Bottega editoriale. Come memento, lasciamo il link alla recensione in questione ( www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=220).
Abbiamo deciso di riprendere e approfondire un tema così “scottante” e urgente, chiedendo all’autore di concederci la seguente intervista, in modo tale da illustrare alcune dinamiche ed esprimere le sue opinioni, mantenendo però inalterato il suo status di anonimato.
Nella nota iniziale racconta le modalità con cui è venuto a conoscenza di questa storia. Cosa l'ha spinta a volerla raccontare e pubblicare, oltre alla volontà di onorare il desiderio del suo amico?
Credo che vicende come quelle raccontate nel mio libro non possano essere taciute. La storia di Alberto e Alexandra urla che non si può continuare a fingere di non sapere e di non vedere: non abbiamo saputo e non abbiamo visto per troppo tempo! Oltre che un doveroso omaggio ad Alexandra e alle decine di migliaia di ragazze come lei, questo libro vuole essere un tentativo di raggiungere il legislatore affinché modifichi una normativa che di fatto tuteli il racket e i clienti delle vittime della tratta. Voglio ricordare anche la figura di don Oreste Benzi, fondatore della Comunità “Papa Giovanni XXIII”, che tanto si era prodigato in questo senso, fino ad essere ricevuto dall’allora presidente del consiglio Giuliano Amato, ma alla fine rimase del tutto inascoltato.
Come si è trovato a maneggiare una storia scritta da terzi e a renderla libro? Quanto equilibrio c'è tra finzione e realtà, tra la sua voce e quella del protagonista?
Non è certo facile intervenire in una storia vissuta da altri ed ho impiegato circa due anni a rielaborare il materiale di Alberto. Dopo aver visionato i suoi appunti, decisi di dividere la storia in tanti piccoli capitoli, raccontando in ognuno un episodio specifico. Scrivevo un capitolo per volta e lo inviavo ad Alberto, in Nigeria. Lui rispondeva delineando con più precisione i suoi sentimenti e quelli di Alexandra. Ne è quindi risultato un romanzo dove la voce dello scrittore si fonde e si riconosce totalmente con l’io narrante. Come si può immaginare è stato un lavoro impegnativo, ma spero che alla fine ne sia valsa la pena.
Nel racconto si mostra il rapporto tra le prostitute e la polizia; le prime attanagliate dalla paura di essere rispedite a casa, l’altra con le mani legate, non potendo agire verso gli atti di violenza perpetrati ai danni delle ragazze coinvolte. Lei cosa ne pensa, esiste un modo per permettere alle autorità di avviare delle procedure di tutela nei confronti di queste ragazze?
Premetto che Alberto conserva un ricordo del tutto positivo della squadra mobile di Brescia; le telefonate erano evidentemente intercettate e quegli uomini si erano prodigati per riuscire ad arrestare gli schiavisti di via Montini. Il problema era l’inadeguatezza di una normativa che pretendeva la denuncia, o comunque la conferma, da parte di ragazze che, a causa dei riti vudù, non erano in condizione di poterla fare. Per cercare di risolvere questo drammatico problema penso che il legislatore dovrebbe colpire il racket prescindendo da qualsiasi conferma delle ragazze.
Dovrebbero essere anche introdotte serie sanzioni civili e penali nei confronti dei clienti, sui quali dovrebbe gravare l’onere di dimostrare sia che la donna non fosse in alcun modo soggiogata da terzi sia la sua maggiore età. Non dimentichiamoci che vittime dell’Aids sono spesso donne con relazioni affettive stabili, contagiate da mariti o fidanzati.
Ovviamente i personaggi che sono mostrati di più sono Alberto e Alexandra. Com’è stato esplorare questo rapporto sicuramente insolito che esula dalla condizione di cliente/prostituta? Pensa che esistano altri casi come questo in Italia?
Il rapporto d’amore fra Alberto e Alexandra era forte, intenso, bello.
Alexandra era tutto per Alberto e Alberto era tutto per Alexandra. I loro litigi e le loro incomprensioni erano causati dalle vicende che si erano trovati a dover affrontare, più grandi di loro. Chiedevano solo di poter vivere serenamente, ma l’indifferenza del nostro legislatore ha fatto in modo che non potesse essere così. Conservo ancora la fotografia di Alexandra che mi aveva consegnato Alberto, come ho scritto nella Nota dell’autore: era una ragazza splendida e quando la osservo penso che sia davvero triste che tutto sia finito in quel modo.
Non so se esistano altri casi del genere oggi in Italia, ma non mi sento di escluderlo.
Dalla presenza della lira come valuta capiamo che la Brescia descritta è una città di un periodo abbastanza remoto. Al giorno d’oggi la situazione è cambiata e in che modo?
Per motivi lavorativi e familiari qualche anno dopo dovetti lasciare Brescia, una città alla quale rimango sinceramente affezionato. In tutto questo tempo vi sono ritornato solo in rare occasioni e sempre in orari diurni. Non so quindi qual è la situazione notturna sulla statale 11. Voglio però sperare che sia cambiata rispetto ad allora.
Come scrittore e insegnante, che metodo utilizza, e quali tematiche affronta con i suoi studenti per sensibilizzarli al problema della prostituzione e per trovare una soluzione che porti quantomeno alla riduzione di questo fenomeno?
Con i miei studenti, che appartengono ai più svariati gruppi linguistici e culturali, non mi è mai capitato di parlare direttamente di prostituzione coatta. Lo faccio però indirettamente quando affronto il tema delle migrazioni dal Sud del mondo verso il nostro Paese. Sottolineo come la presenza di etnie differenti non possa che giovare ad uno sviluppo armonico della società e richiamo l'articolo 3 della Costituzione, che sottolinea l’uguaglianza e la pari dignità di tutti i cittadini e il compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana.
Penso che sia avvilente leggere che l’età media dei clienti si abbassa sempre più e che ormai questo fenomeno sembra coinvolgere anche gli adolescenti. Di fatto, la scuola può fungere solo da argine, difficilmente può scalfire in profondità i modelli culturali che ci vengano proposti dai mass media.
Riprenderebbe questo tema in un prossimo libro, in forma narrativa oppure utilizzando la modalità di saggio o mediante una raccolta di esperienze?
Mi piacerebbe provare a scrivere un altro libro; forse passata l’estate riuscirò a ritagliarmi il tempo necessario. Immagino che racconterò una storia ispirata ad un fatto realmente accaduto, magari con valenza sociale. Ma per adesso non intendo parlare ancora di prostituzione. Poi, fra qualche anno, chissà...
Per ulteriori riflessioni e approfondimenti sul libro e sul fenomeno in questione vi invitiamo a premere “mi piace” sulla pagina Facebook dedicata,Io piangio a Brescia-Auschwitz, così da tenervi sempre aggiornati.
Maria Chiara Paone
(bottegascriptamanent, anno XII, n. 127, aprile 2018)
Mariangela Monaco
Elisa Barchetta, Marina Del Duca, Maria Chiara Paone, Gilda Pucci
Margherita Amatruda, Monica Baldini, Daniela Graziotti
Margherita Amatruda, Monica Baldini, Elisa Barchetta, Rosaria Colangelo, Marina Del Duca, Lara Esposito, Daniela Graziotti, Fulvio Mazza, Mariangela Monaco, Maria Chiara Paone, Luciano Petullà, Gilda Pucci, Riccardo Ricceri, Silvia Tropea