Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
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Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 203, sett. 2024
il blackout del cloud del 2024 di Alessandro Milito
Cosa succede se il mondo digitale a cui abbiamo
delegato le nostre vite smette di funzionare?
Per scrivere questo articolo ho acceso il mio Pc portatile che si è immediatamente connesso alla rete. Ho utilizzato, come sempre, un programma di scrittura che è collegato a un cloud in cui sono salvati tutti i miei precedenti articoli, assieme a bozze, appunti e note: niente di tutto questo è archiviato nella memoria “fisica” del mio computer, viaggia tutto comodamente lassù, sulla nuvola virtuale; una comodità non da poco che mi permette, per esempio, di poter riprendere tutto ciò che stavo scrivendo da qualsiasi altro mio dispositivo, cellulare o tablet.
Non ho bisogno di una singola e ben definita postazione per scrivere: posso farlo ovunque, purché abbia un modo per collegarmi al servizio di cloud.
Tutto ciò che scrivo non è fisicamente nella mia disponibilità: sono a conoscenza, più o meno, che si trova da qualche parte, archiviato in qualche remoto server chissà dove. continua
è fare del bene a se stessi di Antonio D'Angelo Edito Infinito, nel testo di Cicchi e Morelli vengono
mostrati i tratti del Moloch famelico della droga
Diverse sono le esperienze umane che possono travolgere l’esistenza, rendendo questo nostro passaggio terreno un vero e proprio inferno. La droga è una di queste, è un Moloch famelico che si mangia tutto, ruba il posto degli affetti, delle passioni, dei desideri e dello stesso istinto di sopravvivenza.
L’attività più che quarantennale delle comunità ci racconta come, nel corso del tempo e attraverso l’impegno di migliaia di persone, si possa combattere la piaga della tossicodipendenza.
Difficile stabilire quale dipendenza rappresenti la malattia o il sintomo di un malessere che si manifesta mediante l’uso e l’abuso di alcol o droghe. continua
conseguenze
di ogni azione di Alessandra Sabbatini Edito da Pellegrini,
il polifonico libro
scritto da La Rosa
È la notte del 4 maggio 1981, Sara ha sedici anni, è poco più di una bambina, eppure si trova ad affrontare una delle prove più impegnative nella vita di una donna: un parto, difficile e doloroso, in un luogo per lei estraneo, lontanissimo da casa e dagli affetti; solo la sua mamma Beatrice a tenerle la mano e a darle coraggio.
Con quest’immagine intensa e amara si apre il romanzo di Antonella La Rosa, Il rumore dei pensieri (Pellegrini Editore, pp. 356, € 16,00), che affronta con grande delicatezza il tema dell’amore, della famiglia, dell’amicizia e della maternità.
La vicenda è ambientata in Calabria, la terra d’origine dell’autrice, che ne descrive con vivide pennellate i colori, i profumi, i sapori e le tradizioni, regalandoci una scenografia nitida e vibrante, resa ancora più autentica e variegata dall’alternarsi delle stagioni nei vari periodi dell’anno.
Il passato torna a bussare alla porta
A quasi quarant’anni da quel difficile evento che ha segnato la sua adolescenza, Sara è una donna serena e realizzata, ha un bel lavoro in una casa editrice, un marito meraviglioso che la ama moltissimo, una continua
storie di donne
in rinascita di Ivana Ferraro Edito da Pellegrini, il saggio di Vitetta
incentrato sulla violenza di genere
Per tutte le volte che è stata violata, stuprata, beffeggiata, violentata, offesa, delusa, illusa e uccisa, per tutte le volte che è stata ingannata, manipolata, soggiogata, schiavizzata, infibulata, seviziata e assassinata, per tutte le volte che è dominata e annientata da forze brutali e penosamente irrazionali, la donna non paga lo scotto di un atavico biblico “peccato” ma la capacità e la forza incommensurabili di risorgere dalle ceneri. Ecco l’immagine dell’Araba fenice.
Come rose nella roccia: La forza delle donne contro la violenza, la speranza che rinasce (Pellegrini, pp. 108, € 13,00), di Nicodemo Vitetta, offre un’analisi profonda e commovente della violenza contro le donne, esplorando le storie di resilienza e speranza di coloro che hanno vissuto questa terribile realtà.
Dunque, la donna, nel suo morire e rinascere, rappresenta la continuità, la capacità di superare le avversità e di emergere più forte da esse. La sua immagine è stata evocata per rappresentare la resilienza dell’anima umana, la destrezza di ricominciare con rinnovata forza e speranza, anche dopo pesanti e angoscianti continua
riscoperta
del proprio sé di Ginevra Alibrio Per Pellegrini, Iorfida
compie un viaggio segnato
dall’urgenza del ritorno
Il racconto di Eliana Iorfida ha il temperamento del grecale impetuoso che scombina le sorti di una «terra maliarda, che mentiva dicendo il vero e svelava verità nella farsa». È nóstos nel senso pieno del termine: ritorno. Alla terra, alle radici, all’infanzia. Il figlio del mare (Pellegrini, pp. 208, € 15,00) è un viaggio continua
adolescenza
sofferente di Ivana Ferraro L’hikikomori: la scelta
consapevole di non avere
contatti col mondo esterno
Il termine hikikomori è la forma contratta di due parole: hiku (indietro) e komoru (isolarsi, chiudersi, nascondersi) e indica la volontaria “clausura” di alcuni soggetti che decidono di non avere alcun contatto con il mondo esterno, diffuso su tutto il pianeta.
Questo fenomeno sociale nasce e si sviluppa dapprima in Giappone, continua
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi