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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Amor, ch’al cor gentil…
Passioni e drammi in parole
di Gilda Pucci
Un romanzo fantasy fatto di valori autentici, di Federico Carro.
L’amore d’altri tempi e le lotte per conquistarlo, da Sovera edizioni
Nell’esoterica Torino è ambientato il romanzo fantasy di Federico Carro, una storia romantica e travolgente che riporta in scena le piacevoli vicende personali dell’autore (dichiarazione confermata da quello che ci suggerisce e rievoca il nome dello stesso protagonista, Fedrick) in chiave drammaturgica e appunto fantastica. Fra le descrizioni particolareggiate dei luoghi, in un universo “magico”, costruito interamente dall’autore, riecheggia il revenant, lo spettro della tradizione epico-cavalleresca rivalutata in un’ottica più moderna.
In uno scenario adattato davvero alla perfezione si muovono i nostri personaggi, come la graziosa Eleonor, della quale Fedrick s’innamora e per la quale nascerà il “conflitto” del racconto; infatti, intorno al loro sentimento, ostacolato dagli eventi, ruota tutta la narrazione del libro, che è un pezzo fondamentale della trilogia avvincente scritta da Carro.
Il re della luce. L’ordine degli déi oscuri, (Sovera edizioni, pp. 224, € 15,00), tra gli ultimi risultati della “scuderia letteraria” di Bottega editoriale, contiene un messaggio di determinazione, di speranza e di coraggio, per tutti quelli che vogliono realizzare i propri sogni, ma anche un messaggio d’amore coraggioso che prende vita in un mondo pieno di odio, paure, dolore e lacrime. «L’amore che cos’è? Una dolce sensazione che sfiora il divino, il sentimento supremo, la più gioiosa e armoniosa emozione che un essere vivente potrebbe mai possedere». Questo vuol dirci l’autore e lo sa fare bene con una trama che prende e ci travolge sin dalle prime battute.
Si catapulta il lettore in una realtà dominata dal male e dall’odio, dove l’eroe è pronto a rischiare la vita per riabbracciare la sua amata, attraversando luoghi pieni di insidie ed esseri terrificanti, paludi senza vita, foreste incantate, muri di rovi, tempeste, fango, nebbia e incantesimi. Un testo che si scontra con un presente spoglio di valori buoni e sentimenti autentici, in cui la donna da dama gentile corteggiata e “sublimata”, è invece vittima delle più insulse violenze. Un invito alla “gentilezza” nel senso letterario più che letterale del termine e un invito all’amore, che per quanto travagliato, è il solo che ci salva.
Una storia d’altri tempi
Fedrick è un crociato, che raggiunto il Santo Sepolcro di Gerusalemme, trova una misteriosa pietra verde, dalla quale, cadendo a terra, si sprigiona una malvagia entità dai poteri demoniaci. Fedrick a quel punto finisce in un mondo parallelo e decide di abbandonare la battaglia per raggiungere Eleonor, la ragazza di cui è perdutamente innamorato, a Torino. La città è la capitale di un impero proibito, centro di tutto il male che si cela nel mondo, e a nessuno, nemmeno agli dèi, è concesso entrarvi senza l’autorizzazione dei governanti. Una volta dentro però non si esce, un po’ come quando si “entra” in questa storia che trascina in una piacevole sensazione di: “E ora che succederà?”.
I due innamorati si erano conosciuti poco prima della missione che Fedrick intraprende in Terra Santa e sono poi separati da una guerra in procinto di svolgersi a Gerusalemme. La sera prima della battaglia però Fedrick viene catapultato in una linea temporale differente, in un mondo malvagio, carico di colpi di scena, terribili avversioni, che senza macchia e senza paura il giovane soldato affronterà per ritrovare e salvare Eleonor, a cui si lega anche la sua di salvezza e quella del bene del mondo.
Un testo colorato, dinamico, scritto con cura, in modo disinvolto, che desta estrema curiosità e ci fa sognare nella dimensione di un amore puro e delicato. Il luogo scelto è decisivo, con quell’aura misteriosa a mo’ dei testi di Dan Brown, ma dipinto e trattato con un taglio e uno stile propri dell’autore. Ci sono tanti “archetipi” in questa storia e non è un male se sfatiamo il mito che un bravo scrittore crei dal nulla su pagina bianca. La bravura dell’autore sta proprio nell’arredare questi elementi nel miglior modo possibile, nel saperli articolare in una chiave nuova, trovando quel turning point che fa la differenza, partendo da un consert valido. Carro non vuole strafare, ma come un maestro d’orchestra ha saputo offrirci una piacevole armonia. Pochi riescono a farlo ormai nel panorama italiano. Nel libro c’è tutto ciò che serve ad una bella storia partendo da un’ambientazione “magica”, occulta, proibita, pertanto attraente, perché Torino è il centro della magia bianca e di quella nera.
Il romanzo è un crescendo di tensione e relax, di nuovi incontri e amicizie, in cui è bello riscoprire la lealtà: valore che appartiene anche ai nemici.
Uno di quei classici libri da sfogliare magari davanti al fuoco di un camino e che sicuramente riempie per una trama, la cui struttura è concepita come una partita a scacchi, dove ogni mossa è studiata per arrivare al trionfo dell’amore, un tema atemporale e che in questo caso non sfora mai nel patetico.
Una storia d’altri tempi in cui l’uomo innamorato non fugge davanti ai problemi, l’amico dà la propria vita in segno di fratellanza, la donna assume quasi le sembianze di un essere divino e viene protetta e amata, il nemico rimane comunque leale nelle sue nefandezze, il nobile ideale prima di tutto e a costo della vita. Davvero d’altri tempi!
Gilda Pucci
(bottegascriptamanent, anno XII, n. 124, gennaio 2018)