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A. XI, n 122, novembre 2017
Effimere
percezioni
di Gilda Pucci
Pensieri in versi
di Mario Calivà.
Mohicani edizioni
Momenti spirituali, esperienze estetiche, sensoriali e culturali sono gli scritti di Mario Calivà, poeta e autore di racconti e opere teatrali, in Percezioni. Versi della notte, dei luoghi e del tempo (Mohicani edizioni, pp. 42, €10,00), una raccolta in cui «ogni chiave interpretativa è sempre un provvisorio centro, un paradigma, attorno al quale si possono temporaneamente organizzare le nostre percezioni, in attesa che incongruenze, ed eccedenze di significato, ci spingano verso nuovi livelli di comprensione», sostiene Roberto Olzer nella Prefazione del libro.
Parole finite da cui prende spazio l’infinito e allora un verso ha uno, nessuno e centomila significati. Il momento in cui si rivela l’essenza vera della vita, del reale, da cui attingere parole da mettere in versi, per il nostro poeta, è la notte: immagini come la luce fioca della luna, la quiete, il silenzio, compaiono spesso nei frammenti; solo la penombra è in grado di rivelare là dove la luce abbagliante appiattisce e rende tutto conforme. Questi scenari pare siano legati in qualche modo anche all’interesse dell’autore per i Pink Floyd, basti pensare a uno degli album storici del gruppo The dark side of the moon.
Percezioni di realtà in frammenti
Ogni poesia di Calivà rispecchia esattamente questa visione della notte: nella sezione “Momenti” essa è padrona del proscenio decorato dalla sua fioca luce.
Al centro del pensiero e della riflessione c’è la contemplazione della natura, in cui si insinuano, in maniera magistrale e sentita, forse con un po’ di sana nostalgia, le memorie dell’autore.
Il testo è un altro grande successo di casa Mohicani nell’ambito della lirica, in cui la parola alla maniera di D’Annunzio diventa ricercatrice di verità, lontana da quella che potrebbe essere una comunicazione convenzionale e tradizionale. Il linguaggio diviene ricerca e sperimentazione che trasporta noi lettori verso dimensioni altre, dandoci la consapevolezza della complessità della realtà, di cui le parole sono metafora e rappresentano il solo modo che ha l’uomo per afferrare il senso del mondo; l’essere umano, infatti, può avere contatto col mondo solo attraverso una realtà mediata.
Tra realtà e apparenza
Le liriche nel testo seguono tutte un filo comune: fanno riflettere sul fatto che la realtà è qualcosa di più profondo della scienza, la quale si limita a descrivere e a rivelare solo i meccanismi dell’esistente, la verità è talmente celata che soltanto la poesia, l’intimo inconsapevole e inspiegabile che ne scaturisce può disvelarla, probabilmente facendo capo all’inconscio e mettendo a nudo il rapporto effimero tra umano e divino. Attraverso le figure retoriche della poesia l’autore si prodiga affinché il lettore possa cogliere i segni di questa realtà e decifrarli attingendo al proprio bagaglio di esperienze di vita.
L’uomo che prima vagava bendato nel “deserto delle sue verità”, che si muoveva a tastoni nell’incertezza, ‒ altro tema fondamentale del testo insieme al tema dell’incomprensione ‒ con la lirica, ora, si avvia alla conquista della realtà: la poesia, con il suo simbolismo, racchiude in sé il segreto dell’universo.
Un altro argomento affrontato è quello dell’apparenza; la figura del “cristallo”, della fragilità momentanea, dell’effimero, è ricorrente ed è richiamata nel titolo di alcuni componimenti; insomma un testo carico di simboli come si è già accennato. Il senso, così, è immediato e arriva immediatamente a toccare le corde dell’anima.
La struttura della raccolta
I componimenti si leggono velocemente e tutto d’un fiato, il lessico è chiaro, preciso, semplice e diretto pur ricorrendo spesso a immagini figurate come la metafora e l’allegoria; facilita la lettura sicuramente la suddivisione in sezioni. Una struttura senza dubbio ordinata che ci catapulta nella dimensione poetica: ci assentiamo senza far affidamento alla ragione per orientarci, bendati seguiamo solo la via del cuore, del sentimento, la sola che conduce a quella verità di cui si parlava in precedenza.
Insomma una bella raccolta da leggere con la spensieratezza e la consapevolezza che la poesia è salvezza per l’uomo, non in quanto evasione, ma vera conoscenza.
Gilda Pucci
(bottegascriptamanent, anno XI, n. 122, novembre 2017)
Mariangela Monaco
Elisa Barchetta, Marina Del Duca, Gilda Pucci, Roberta Santoro, Filomena Tosi
Margherita Amatruda, Monica Baldini, Rita Felerico, Daniela Graziotti
Margherita Amatruda, Monica Baldini, Elisa Barchetta, Stefania Ciavattini, Rosaria Colangelo, Marina Del Duca, Bottega Editoriale, Rita Felerico, Daniela Graziotti, Mariangela Monaco, Luciano Petullà, Antonello Placanica, Gilda Pucci, Roberta Santoro, Silvia Tropea