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A XI, n. 117, giugno 2017
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Home Page (a cura di La Redazione) . A XI, n. 117, giugno 2017

Zoom immagine Vita e amori di un emigrato
nella transizione postfranchista

di Elisa Barchetta
Da Pellegrini Editore, un romanzo che intreccia sapientemente
la piccola storia di un dirigente italiano e la grande Storia spagnola


«Cambiare città o addirittura paese per lavoro è una tematica più che mai attuale, se pensiamo alla situazione che stiamo vivendo e che porta moltissimi italiani a espatriare per cercare un’occupazione all’estero. Questo comporta un adattamento a nuovi luoghi, nuove abitudini, un diverso modo di lavorare, culture differenti da quella italiana e tutte da comprendere. Ma è pur vero che, se all’inizio questo può causare delle difficoltà, col tempo ognuno può trovare – per dirlo con una citazione – il suo «posto nel mondo» e giungere ad apprezzare il nuovo paese e le persone che ci vivono, arrivando persino ad amarli come la propria patria e il proprio popolo.
È un po’ quello che accade a Massimo Morandini, direttore esportazione della filiale italiana di una multinazionale impegnata nella vendita di apparecchiature elettro-medicali, che accetta di andare a dirigere la rete di vendita iberica e si trasferisce a Madrid, a seguito dell’acquisizione della distributrice spagnola da parte della sede europea dell’azienda. Questa è in sintesi la vicenda lavorativa del protagonista del romanzo storico L’amico madrileño. Cuando un amigo se va (Pellegrini Editore, pp. 174, € 15,00) del presidente di Fai France Romano Ferrari. A essere particolarmente rilevante è, tuttavia, l’ambientazione storica della vicenda di Massimo: l’autore ha infatti scelto di collocarla nella Spagna della transizione “democratica” postfranchista.

Il contesto storico spagnolo
È proprio questo l’elemento innovativo del romanzo, nel quale gli eventi si snodano tra il 1975 e il 1983 in una situazione politica di rilevanza epocale: il passaggio dalla dittatura fascista del Generalissimo Franco e del partito unico della Falange alla democrazia con la promulgazione della Costituzione e le elezioni. Si è trattato di una fase solo apparentemente graduale e pacifica, che ha in realtà implicato un periodo caratterizzato da esecuzioni sommarie, interventi della polizia armata e molteplici attentati da parte dell’Eta sul territorio spagnolo, provocando numerosi morti e feriti. I riferimenti storici sono pertanto opportunamente inseriti nel romanzo – sia per il loro significato simbolico, sia ai fini della narrazione – ed è evidente l’approfondito lavoro di ricerca e ricostruzione degli eventi condotto dall’autore e la sua capacità di descrivere in modo accurato e realistico la situazione politica spagnola di quel periodo.

«Amore che vieni, amore che vai»
L’amico madrileño. Cuando un amigo se va non è soltanto un romanzo storico: è al contempo un romanzo che parla di amore. A partire da quello che si può scoprire per un paese diverso, con ritmi di vita differenti da quelli della propria terra di provenienza e caratteristiche culturali profondamente distanti da comprendere. C’è chi non riesce ad adattarsi e chi invece, superato un periodo iniziale magari un po’ complicato, finisce per apprezzare e addirittura amare queste diversità, al punto da sentire il nuovo paese come una seconda casa. Così è per il protagonista del romanzo, che, se inizialmente nota tutto ciò che si distacca dalla cultura italiana, si ritrova successivamente ad ammirare prima le bellezze artistiche e architettoniche di Madrid e poi ad amare con tutto il cuore la città e altri luoghi della Spagna come fossero il suo paese natio.
Ma in questo romanzo amore è anche quello che Massimo nutre verso le persone che incontra nella sua vita, quindi un sentimento personale e intimo. Amori cercati, voluti, combattuti e distrutti nella vita del protagonista (e non solo) per propria decisione o a causa degli eventi. Un ménage che coinvolge Massimo, i suoi amici e i suoi nemici e che sin dalla sua partenza dall’Italia lo porterà ad affrontare distanze piene di significato, chiacchiere e voci di corridoio sul posto di lavoro, a cercare di comprendere atteggiamenti totalmente incoerenti nelle persone, forse ad amare e a dover prendere decisioni dolorose soprattutto per se stesso e ad accettare quelle che altri gli impongono.

Un sentimento che va oltre le distanze e il tempo
Un inno all’amicizia L’amico madrileño. Cuando un amigo se va è anche questo. Non si può descrivere in altra maniera il romanzo una volta terminato, perché in fondo questa è la sensazione che rimane, forte, nel cuore. Tutti sappiamo quanto sia difficile trovare dei veri amici e quanto spesso le vicissitudini personali e professionali portino le persone ad allontanarsi. Tutti sappiamo quanto complicato possa essere trovare delle vere amicizie sul luogo di lavoro, dove molto spesso invidie, gelosie e competizione lasciano uno spazio limitato a un sentimento puro e forte come quello dell’amicizia. Ma a volte capita che le persone si trasformino gradualmente da semplici colleghi di lavoro ad amici sinceri, di quelli che nemmeno il tempo e la distanza possono allontanare e cancellare: amici sui quali potrai sempre contare. E, nonostante talvolta la vita possa essere crudele anche nei confronti dei legami di amicizia, rimarrà sempre il ricordo perché «Quando se ne va un amico, rimane uno spazio vuoto che non può essere riempito da un altro amico. Quando se ne va un amico, rimane un tizzone acceso che non può essere spento neanche con le acque di un fiume…».
Il romanzo è stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino lo scorso mese di maggio: dinanzi a un pubblico vario e attento, sono intervenuti, assieme all’autore Romano Ferrari, il critico letterario Guglielmo Colombero e il nostro direttore Fulvio Mazza.

Elisa Barchetta

(www.bottegascriptamanent.it, anno XI, n. 117, giugno 2017)

Collaboratori di redazione:
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