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Anno II, n° 7 - Marzo 2008
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Riflessi d'autore (a cura di Pierpaolo Buzza) . Anno II, n° 7 - Marzo 2008

Zoom immagine Quello che spesso non si riesce nemmeno a dire
di Paola Floriana Riso
Da Albus Edizioni un modo per conoscere e parlare dei veri sentimenti
che giacciono come chiusi a chiave nel cuore dell’animo di ogni uomo


Da un’idea nata con lo scopo principale di realizzare il sogno di tante persone che le chiedevano commenti ai loro scritti, Simona Camplone ha portato a termine un suo personale progetto: curiosando tra le proposte in rete di diversi scrittori non ancora conosciuti, ma decisamente promettenti, è riuscita a creare una vera e propria antologia di racconti che ha tutte le carte per essere considerata un’opera di grande valore, sia dal punto di vista stilistico che contenutistico. Un lavoro che le ha portato via molto tempo ma che le ha permesso di realizzare qualcosa che non si trova facilmente sul mercato, caratterizzato soprattutto da originalità e da un forte impatto emotivo. Sin dalla copertina, ricca di colori, accattivante e dall’intensa espressività, si riesce già a capire di cosa tratterà il libro: da una buca per la posta si liberano nell’aria tante lettere di diverso colore e dalle forme più varie, a testimonianza che i pensieri, le passioni e le emozioni dell’uomo sono diverse da persona a persona, ma tutte importanti ed uniche allo stesso modo.

Corrispondenze di sensi, a cura di Simona Camplone (Albus Edizioni, pp 108, € 10,00), è una raccolta di diciotto missive di autori vari e, per questo, apparentemente non collegate l’una con l’altra. Tutte le lettere, invece, sono accomunate da un unico denominatore: l’amore e i sentimenti che caratterizzano l’animo umano. Sentimenti che spesso non si riesce a manifestare a voce, ma che riescono a mostrarsi nel loro splendore soltanto con la scrittura. Questo, infatti, è quello che accade ad uno degli autori delle lettere che formano il corpus del libro, scritta da Gennaro Cerchia. Il suo lavoro si intitola proprio “Lettera mai spedita” e testimonia la difficoltà che si riscontra nell’esprimere i propri sentimenti. «Questa lettera è per te, che mi vuoi solo come amico. Ma io amico tuo non ci voglio essere. Io voglio essere di più per te; io voglio amarti». Ed è proprio questo l’intento di Simona Camplone, riuscire a far emozionare il lettore attraverso la lettura di piccoli concentrati di passione, attesa, speranza, ottimismo. 

 

L’originalità del genere

Il genere epistolare, stile caratterizzante dell’antologia, riesce ad esprimere in maniera quasi inaspettata tutto ciò che troppo spesso ci si tiene dentro, fino a farlo morire. Questo libro, al contrario, rappresenta una ventata di aria fresca fatta di testi, tutti originali, e di forte impatto emotivo, adatti per chi ama andare oltre la pagina scritta, oltre le righe e cercare di capire meglio le sfaccettature dell’animo umano. Data la sua atipica composizione, il lettore è libero di seguire qualsiasi schema di lettura. Tutte le lettere, infatti, rappresentano un quadro autonomo, che racchiude in sé la logica del suo esistere e non necessita il supporto di un altro scritto. Per questo motivo l’antologia può essere considerata come la proposta di un viaggio del quale siamo solo noi a deciderne la durata, le tappe da fare e quelle da saltare. Simona Camplone non ha fatto altro che raccogliere queste lettere.

«Come le foglie cadute a terra in autunno, e, una a una, sono state delicatamente posate tra la pagine di un libro per conservarle, come si fa proprio con le foglie dai colori indimenticabili, per fermarle nel tempo». Un libro che può essere letto in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo: non è difficile trovare un paio di minuti per viaggiare attraverso le parole di qualcuno nelle quali, spesso, ci si può anche riconoscere proprio perché anche noi persone siamo con dei sentimenti. Non importa se uomini, donne, adulti o adolescenti, l’importante è essere animati dalla voglia di ritagliarsi uno spazio per riflettere su ciò che ogni essere umano ha di più caro, ma che si tende a nascondere per non apparire fragili: la propria anima. Un libro che non passerà di moda, sempre attuale, perché i sentimenti non hanno tempo, che racchiude pensieri di persone vere che hanno vissuto vicende altrettanto vere e, come spesso purtroppo capita, dolorose, come la perdita della persona amata, che si riesce a superare soltanto pensando che «se esiste un’altra dimensione ho già qualcuno che mi aspetta a braccia aperte», l’incertezza del domani «che mi blocca lo stomaco e mi rende nervosa» e la sicurezza che tutto ciò che possediamo oggi non ci piace e ce ne vogliamo liberare, «mi dimisi. Finalmente ero padrone delle mie decisioni». Un testo che può essere utile anche come occasione di riflessione, per capire quanto le persone che ci stanno accanto sono fondamentali per noi, anche se spesso non ce ne rendiamo conto «allora mi dico che è proprio questo che sei: un contorno che mi insaporisce la vita, una cornice dentro la quale mi piace starci dentro», la profonda speranza che anche se oggi la giornata non è stata delle migliori possiamo aggrapparci al fatto che ci sarà sempre un domani che «tanto è un altro giorno».

Dato il limitato numero di pagine, il libro risulta, nel suo insieme, maneggevole e poco impegnativo. Una lettura leggera, ma allo stesso tempo profonda, visto che profondi sono i temi e gli argomenti trattati. Un libro da tenere sempre sul proprio comodino o nella borsetta, avendo così la possibilità di tirarlo fuori in qualsiasi momento della giornata per leggerne anche poche pagine. Piccole pillole di vita vissuta che portano con sé un concentrato di saggezza e di consigli indiretti di chi ha vissuto esperienze forti e ne è uscito sempre vincitore e mai sconfitto, perché anche dalle cose che apparentemente sembrano fare male, si può trarre un insegnamento, un messaggio che fortifica e che sarà utile nella vita futura. «Guardo la tua foto, i tuoi occhi, il tuo sorriso fotogenico. Penso a noi, chi eravamo, chi siamo. Chi saremo. Non ti vivo come un’occasione perduta, un incidente di percorso, un ricordo dolce».

 

Unica l’opera, vari gli stili

Essendo la somma, o meglio, l’insieme di più lavori realizzati da autori diversi, non è possibile parlare di stile del libro, bensì di stili. C’è chi fa di ogni frase un elemento singolo all’interno del testo, una sorta di massima il cui significato è comprensibile anche se non accostata ad altri periodi o concetti, e chi al contrario utilizza periodi molto lunghi per cercare di esprimere al meglio ciò che si decide di voler trasmettere al lettore attraverso la scrittura. Nonostante questa presenza eterogenea di stili, l’opera nel suo complesso non ne risulta danneggiata, anzi, acquista valore ed originalità, non diventando mai incoerente né tanto meno di difficile lettura.

La caratteristica che fa di questo libro un’opera rara, è la sua capacità cangiante di significato. Una stessa lettera se letta in momenti, in giornate diverse, può esprimerci anche sentimenti differenti, proprio perché ogni singola parola è intrisa di profondi significati che non saltano fuori per catturare il lettore nello stesso momento, ma che possono giungere a destinazione in un arco di tempo variabile. Un altro elemento che può senza dubbio influire sulla capacità di comunicazione del testo è anche l’età. In base alle proprie esperienze di vita, infatti, ognuno può riconoscersi nelle diverse storie ed identificarsi con i vari autori: qualcosa che non è facile da realizzare per uno scrittore ed è davvero raro trovare in altri testi, ma che in questo trova la sua massima espressione.

 

Paola Floriana Riso

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 7, marzo 2008)

 

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