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A. XVII, n. 184, gennaio 2023
della libertà del 2022. E il 2023? di Alessandro Milito
I tre fronti caldi dell’anno si chiudono
carichi di lezioni per l’Occidente
Il 2022 si chiude con tre fronti caldi in cui si combatte per la libertà. Non si tratta però della stessa libertà: diverse sono le aspirazioni e le ambizioni che il suo desiderio ha generato e continua ad infiammare.
In Ucraina continua la guerra di liberazione dall’invasore russo, con gli insperati e – fino a qualche mese fa – inimmaginabili successi sul campo dell’esercito di Kiev. Gli ucraini entrano nella stagione più dura, il gelido inverno dell’Est Europa, con la determinazione di chi non è più interessato alla mera sopravvivenza ma intende concretamente riprendersi il maltolto. continua
Più di 14 anni a processo di Alessandro Milito La storia dell’imprenditore Luigi Mazzei
e del suo calvario giudiziario per Pellegrini
Qualcuno doveva aver calunniato Luigi Mazzei, poiché un mattino, senza che avesse fatto nulla di male, venne indagato. Approcciandosi alla lettura di Giustizia è fatta (Luigi Pellegrini editore, pp. 144, € 14,00) non è un’operazione così ardita parafrasare il capolavoro kafkiano, Il processo, pur conservando il timore reverenziale che si ha di fronte ai grandissimi capolavori. Entrambe le opere hanno al centro un uomo per bene, schiacciato dalla macchina pachidermica, irrazionale e oscura, della giustizia. Un vortice di norme e procedure che, una volta messosi in moto, travolge senza pietà il protagonista, reo di una colpa che non è nemmeno in grado di riconoscere e alla ricerca dell’unica via di salvezza: una sentenza di piena assoluzione.
La storia, vera, di Luigi Mazzei non è quella immaginaria del signor K., le leggi e gli inquirenti non sono boemi ma calabresi. L’angoscia, il desiderio di riscatto e di liberazione da una spada di Damocle perennemente pendente, sono reali. continua
snaturante di Mario Saccomanno Un testo Pellegrini
sul sensibilizzare
riguardo certi luoghi
Sono diversi gli scrittori che, nel corso del tempo, hanno deciso di raccontare i tratti della propria città o del proprio Paese. Ovviamente, le ragioni di questa scelta sono svariate. Eppure, per arrivare a dare forma concreta a questo bisogno, si è dovuto sempre porre come tassello decisivo del proprio percorso l’osservazione minuziosa del luogo prescelto. Da lì, è susseguita inevitabilmente l’attenzione smisurata verso tutta la serie di testimonianze di cui si è potuto disporre.
Dunque, quanto occorre sottolineare è che, in un agire siffatto, le tracce del passato si possono incontrare non solo nelle documentazioni storiche, ma anche nella vita di tutti i giorni, magari negli umori sprigionati nei quartieri o nei luoghi circostanti a quello su cui si è deciso di concentrarsi. Così, si tratta di far leva su una serie di elementi impressi sia nella storia materiale, sia in quella immateriale, cioè in quel patrimonio composito formato, per esempio, da espressioni orali, da pratiche sociali, da riti o ancora dall’artigianato locale di cui ogni individuo, sebbene in gradi e modi differenti, ne è imbevuto.
Di sicuro, aspetti di interesse si possono rinvenire con semplicità nelle vicende che hanno contraddistinto l’esistenza di alcune delle figure più rappresentative o delle famiglie che hanno avuto un peso sociale per l’intera comunità. Pertanto, è chiaro che, al di là continua
dibattuto: la morte.
Quindi parliamone di Mario Saccomanno Un saggio di Nep edizioni in cui
Carolo mostra nuovi spazi d’analisi
Il tema della morte è sempre stato ricorrente nell’indagine filosofica. In merito, non di rado, le riflessioni di pensatori imprescindibili hanno fatto leva su una concezione dualistica che discerneva il corpo dall’anima. Così, si è sovente posta una distinzione netta tra una parte caduca e una più elevata che, in quanto tale, spesso è stata intesa come capace finanche di sfuggire alla decomposizione materica.
In merito, si può affermare che, nelle varie dottrine che accettano questo vero e proprio principio vitale imperituro contenuto in ogni essere vivente, la morte equivale a una separazione, un evento che porta a un nuovo ciclo di vita dell’anima.
Dunque, sin dagli albori del pensiero mitico-filosofico, il rapporto tra anima e corpo è risultato essere centrale. Discuterne ha sempre voluto dire soffermarsi anche, e soprattutto, sulla morte terrena che è stata vista come un ritorno, come il modo attraverso cui poter sfociare nell’universale o, ancora, tra altre innumerevoli prospettive, come fase conclusiva di una preparazione o un costante avvicinamento a un’esistenza più compiuta. continua
sempre e con
ogni mezzo di Mario Saccomanno Una raccolta per 4Punte in
collaborazione con “Libert’aria”
fa riflettere sulla grande Storia
Le attività e il catalogo della casa editrice 4Punte edizioni prendono corpo a partire dall’analisi della società odierna. Nello specifico, l’interesse è riposto in modo marcato verso la visione egoistica rinvenuta con semplicità nei tratti che connaturano il quotidiano. continua
diventare
grandi! di Alessandro Milito Veronica Raimo per Einaudi
si racconta in un romanzo
tra autoironia e fiction
La pandemia ha riscritto i rapporti interpersonali, costringendo a rivedere gli equilibri sui quali si reggevano coppie, amicizie e famiglie. La dimensione della quarantena, e i suoi faticosi strascichi, hanno messo a nudo le contraddizioni e le verità alla base di tante relazioni: continua