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A. IX, nn. 95/96, lug/ago 2015
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Letteratura contemporanea (a cura di Francesca Rinaldi) . A. IX, nn. 95/96, lug/ago 2015

Zoom immagine Oggetti comuni,
persi e ritrovati,
diventano storie

di Guglielmo Colombero
Un mosaico di piccoli racconti,
una collezione di cari ricordi. Da Wlm


«Qui si sono succedute tre generazioni della mia famiglia. Qui è racchiuso qualcosa di ancora molto più importante di ciò che realmente possa sembrare, poiché da quando sono solo io a gestirlo, ho avuto la possibilità di non essere più un commerciante, con la necessità di vendere per vivere, ma di sentirmi come un collezionista di ricordi, ricordi che chiunque entri qui è in grado di risvegliare. Ogni cosa, qui, suscita spesso sensazioni particolari: talvolta sorpresa, oppure ammirazione, piuttosto che sarcasmo alla vista di aggeggi ormai così sorpassati. Proprio per questo motivo, faccio fatica a chiamarlo negozio, perché non lo considero più propriamente tale, ma un vero e proprio museo. Anzi, credo che in fondo lo sia davvero, perché qui sono custodite cose semplici, di uso quotidiano, appartenute a gente altrettanto semplice, che io ho conservato». Una cosa a caso (Wlm, pp. 160, € 15,90) è l’opera prima di Fabio Riglietti, milanese, classe 1967, musicista e cantautore in lingua inglese (nel 2012 ha ripubblicato un album con la Pirames International, Follow the Arrow): non a caso in un episodio della trama compare un oggetto di culto a lui molto caro, una chitarra Gibson rossa.
In questo romanzo Riglietti dipinge l’affresco di una Milano periferica, ma non per questo meno consumista e frenetica, dove però resiste ancora abbarbicato al proprio negozietto un personaggio fuori dagli schemi, Bruno (alter ego dell’autore stesso), un Don Chisciotte che lotta contro i danni di una certa cinica e disumanizzante “modernità”. Bruno ripercorre la sua storia attraverso gli oggetti che vari frequentatori della bottega gli hanno affidato perché riacquistassero nuova vita: un itinerario esistenziale che lo vede garzone della ferramenta del nonno, poi associato a suo padre, infine titolare lui stesso del bazar. Una realtà che negli anni man mano si trasforma, in aderenza alle profonde mutazioni del contesto sociale. Bruno è anticipatore di un cambiamento che vede il ritorno, forse solo parziale e momentaneo, ad un consumo più consapevole, che non prevede la formula dell’usa e getta. Ogni oggetto racchiude una storia peculiare e per questo va prima custodito, poi, sul filo dell’immaginazione, ricreato come testimone inanimato di vicende umane, un po’ curiose, un po’ bizzarre e un po’ malinconiche.

Una tazzina, una guida turistica, un anello e una borsa da ragioniere
«Tempo fa, mi accorsi che la mia carta d’identità era scaduta, e mi recai all’anagrafe per rinnovarla. Decisi di utilizzare la metropolitana. Era di lunedì: sconvolto dalla calca inevitabile in un giorno feriale, e per di più nell’ora di punta, vidi moltitudini di persone, simili a quelle che una volta, da ragazzo, vedevo uscire da una fabbrica nei paraggi. Quella folla mi pareva un vulcano in eruzione, dal quale una colata di lava rossa e incandescente si diramava ovunque… Un serpente sotterraneo, che prima vomitava e poi risucchiava persone frettolose e sgomitanti alla ricerca di un posto. Il metrò emanava lo stesso odore dei convogli ferroviari, quel miasma ferroso che ti persiste addosso anche il giorno dopo. Vidi anche molte persone assorte nella lettura, e mi sembrò qualcosa di stupendo: una vera e propria biblioteca ambulante. Quotidiani a parte, gli argomenti letti erano i più disparati: racconti, poesie, romanzi. Qualche temerario lettore s’immergeva addirittura in saggi sociologici… Mi chiedevo se realmente capisse quello che stava leggendo! All’anagrafe, precipitai in una specie di bolgia dantesca, e, dopo aver scattato le foto tessera per quel dannatissimo documento presso un fotografo piuttosto ringhioso (quelle già in mio possesso non erano «legalmente conformi»), finalmente sbrigai la faccenda e feci ritorno a casa. Mai più ci sarei ricascato, a costo di non recarmi più nemmeno a votare». In questo scorcio significativo di caos urbano, Riglietti incarna una specie di controfigura letteraria dell’innocente e stralunato maggiordomo di Oltre il giardino: il suo approccio con la Milano “da bere” è traumatico, e lo spinge a ripiegare subito nel suo “piccolo mondo antico”, come una lumaca che si ritrae nel guscio. I quattro episodi cardine del romanzo riguardano una tazzina orridamente kitsch che catalizza il rancore di una matura signora frustrata da un marito opprimente, una guida turistica che scandisce le peripezie di una giovane turista tedesca nel Belpaese, un anello perso da due fidanzatini che li trascina in una rocambolesca avventura e infine la borsa del ragioniere che diviene il veicolo di una divertente commedia degli equivoci. Riglietti tratteggia questi bozzetti con il suo stile sobrio e controllato, ma ricco di spontaneità nel raccontare e nel descrivere eventi solo apparentemente banali ma in realtà densi di echi suggestivi. La chiave di lettura è in fondo un “blues metropolitano” a tratti persino crepuscolare: «Una volta, mi ritrovai faccia a faccia con un cliente, del cui ingresso non mi ero nemmeno accorto! Ricordo la sua domanda ironica: ero il proprietario o uno degli articoli in vendita? Ed è proprio in queste occasioni che mi lascio andare a rivivere il passato, sempre con occhi diversi, arrivando spesso a conclusioni differenti, spesso a seconda del mio umore, su ciò che poteva, e speravo, doveva essere, ma che poi finì per realizzarsi in una maniera totalmente imprevedibile, o non si realizzò affatto…».

Guglielmo Colombero

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 96, agosto 2015)

Redazione:
Francesca Buran, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Letizia Rossi
Collaboratori di redazione:
Mattia Beltramo, Roberta Brando, Valentina Burchianti, Maria Laura Capobianco, Cinzia Ceriani, Guglielmo Colombero, Gabriella De Santis, Chiara Levato, Giuseppe Licandro, Flavia Maccaronio, Irene Nicastro, Maristella Occhionero, Stefania Pipitone, Andrea Vulpitta
Curatori di rubrica:
Denise Amato, Selene Miriam Corapi, Vilma Formigoni, Mariacristiana Guglielmelli, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Ilenia Marrapodi, Elisa Pirozzi, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Letizia Rossi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT