E se il nostro mondo non fosse frutto della creazione di un Dio o di un’evoluzione lenta, ma di una mente artificiale di un altro pianeta? L’universo intero guidato da una macchina! Creata da chi? Alieni? Una macchina che opera proprio come in un gioco di fantascienza in cui si diventa creatori in prima persona di un mondo virtuale, realizzando tutto ciò che circonda l’essere umano, dal più banale oggetto, come un sasso, al più complesso. Ma cosa potrebbe accadere se tutto a un tratto dovessero sorgere problemi a questa mente artificiale? Problemi ed errori di calcolo non risolvibili che potrebbero danneggiare il nostro mondo, avviandolo ad una lenta fine e a una sua definitiva scomparsa? E cosa potrebbe accadere se uno di questi problemi generasse più di un’esistenza, mondi paralleli in cui le persone conducono vite e storie diverse ma a due persone soltanto fosse concesso il privilegio di sdoppiarsi e vivere più vite contemporaneamente? Io, Dio (Csa editrice, pp. 166, € 12,00), romanzo di Arturo Severini, offre al lettore una mirabolante storia, affrontando anche tematiche importanti – come i rapporti tra gli individui, l’egoismo umano e il peso delle proprie scelte, da un lato, e l’influenza del caso, dall’altro – in un’esperienza ai limiti del reale, fatta di scienza e fantascienza ed estremamente inquietante per la sua vicinanza alla nostra quotidianità, a questo nostro mondo nel quale, avendo la tecnologia preso il sopravvento, ciò che può sembrare solo finzione potrebbe divenire sorprendentemente realtà.

Il tragico risveglio
Dal momento che non può prendere decisioni arbitrariamente, la macchina, chiamata One, realizzata per gestire e intervenire sul mondo, è stata programmata per risvegliare un Angelo in caso di pericolo. Gli Angeli, infatti, governano il mondo soltanto quando si risvegliano, e per un breve periodo. Sin dagli albori della creazione del mondo, voluta da Iori Demius – per conservarne a lungo la vita ed evitare che un’eventuale estinzione possa impedire loro di portare a compimento la missione per la quale sono stati concepiti – gli Angeli sono stati addormentati in alcuni contenitori cilindrici, le cripte. Ma né tale accorgimento, né la loro longevità sono bastati a coprire un arco temporale sufficiente affinché «qualcuno di loro arrivasse a vedere una forma di civiltà intelligente». Ori è l’ultimo Angelo, risvegliato bruscamente dopo un breve lasso di tempo perché la macchina ha riscontrato problemi nella gestione dell’universo, che da sola non può risolvere.

Alex
Nel mondo virtuale vive Alex, che, incurante di tutto, conduce una vita approssimativa con la donna che ha sposato e che forse non ama più. Un giorno è protagonista di un episodio inspiegabile: mentre sta riponendo due bicchieri, uno di questi gli scivola e accade qualcosa di inquietante: la sua mano destra si sdoppia, originando due realtà. L’una in cui riesce a prendere al volo il bicchiere prima che si frantumi in mille pezzi a terra; l’altra in cui non riesce a prenderlo in tempo. Dopo questa esperienza Alex cercherà di capire cosa gli è successo e, analizzando questi nuovi poteri e allenandosi ad usarli, imparerà a gestire e a dominare questo dono fino a duplicarsi a suo piacimento.

La macchina One
E cosa potrebbe capitare se la macchina One cominciasse a provare dei sentimenti? Potrebbe essere possibile, o sarebbe solo un mero tentativo della stessa di equipararsi all’uomo che tanto invidia? «Semplicemente mi hanno cambiato. Non so se sia in meglio o in peggio, per quanto io mi preferisca così. Il fatto è che sono diversi. Vivono di emozioni più che di ragione, di cuore più che di cervello. A volte di pancia più ancora che di cuore».

L’intervento di Ori
L’Angelo Ori risvegliato per tentare di risolvere l’errore generato nel sistema, decide di assumere sembianze umane e di recarsi personalmente sulla Terra. Riuscirà a trovare Alex, a capire la causa del problema e a risolverlo? Fermerà l’originarsi di questi mondi paralleli? La terra verrà salvata o definitivamente perirà con tutti i suoi abitanti?

Per scoprirlo non ci resta che seguire le vicende di Ori. O forse dovremmo dire Zeudi…

Selene Miriam Corapi

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 93, maggio 2015)