Homepage - Accesskey: alt+h invio
Editore: Bottega editoriale Srl
Società di prodotti editoriali, comunicazione e giornalismo.
Iscrizione al Roc n. 21969.
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza
n. 817 del 22/11/2007.
Issn 2035-7370.

Privacy Policy

Direttore responsabile: Fulvio Mazza
Direttore editoriale: Mario Saccomanno
A. XVIII, n. 205, nov. 2024
Sei in: Articolo




Politica ed Economia (a cura di Elisa Pirozzi) . Anno IX, n 92, aprile 2015

Zoom immagine Democrazia:
principi, rischi
e salvaguardia

di M. Vitalba Giudice
L’uomo è la peggiore insidia
alla propria libertà: il perché
in un saggio DeriveApprodi


Sempre più spesso si parla di democrazia, un concetto che oggi sembra quasi scontato. Ma è davvero così? Se dovessimo definirlo, quale sarebbe il reale significato che il termine “democrazia” veicola? Una delle accezioni più comuni implica nel termine una forma di governo basata sulla sovranità popolare, in grado di garantire a tutti i cittadini, indistintamente, libertà, diritti politici e sociali, e possibilità di accedere alle cariche di potere.
Tuttavia, la riflessione diventa più articolata se si tiene in considerazione il fatto che parlando di sovranità popolare ci si riferisce a individui, persone dotate di una propria autonomia e capacità decisionale. Ecco allora che si viene a delineare una questione semantica di forte attualità, legata all’incontrollabile ipersignificazione e determinata dal continuo variare del contesto e del periodo storico nei quali certe parole possono, come afferma la filosofa spagnola María Zambrano, «diventare inservibili dopo l’uso esagerato che di esse si è fatto, oppure perdono credito quando le si impegna per mascherare fini inconfessabili, o ancora restano vacue, vuote o corrotte e senza valore come monete fuori corso e ormai prive di bellezza».
La riflessione sul concetto di democrazia tenderebbe a complicarsi se prendessimo in considerazione anche la teoria del politologo britannico Colin Crouch, secondo cui il mondo contemporaneo si trova, oramai, in una dimensione postdemocratica nata «quando gli interessi di una minoranza potente sono divenuti ben più attivi della massa comune nel piegare il sistema politico ai loro scopi; quando le élites politiche hanno preso a manipolare e guidare i bisogni della gente».
Marina Lalatta Costerbosa, docente di Filosofia del Diritto e Bioetica all’Università di Bologna, nell’ultimo saggio dal titolo La democrazia assediata. Saggio sui principi e sulla loro violazione (DeriveApprodi, pp. 192, € 17,00) propone una riflessione attenta e articolata sul concetto di democrazia, fornendone una definizione “inclusiva” che mette al centro i cittadini, la politica e le istituzioni. Inoltre, nel testo, l’autrice evidenzia i rischi a cui oggi va incontro il sistema democratico: delle vere e proprie insidie da non sottovalutare.

I modelli democratici: tesi e riflessioni sul concetto di democrazia
Il testo proposto da Marina Lalatta Costerbosa è strutturato in maniera organica ed è articolato in due parti: una dedicata ai Modelli della democrazia e l’altra ai Fenomeni che oggi ne stanno compromettendo la natura.
Nella prima parte, l’autrice si propone di individuare una definizione del concetto di democrazia, servendosi di teorie filosofiche e spunti critici di diversi pensatori, tra i quali Immanuel Kant, John Locke, Thomas Hobbes, Hannah Arendt, Theodor Adorno, Jürgen Habermas e Cornelius Castoriadis. Rielaborando alcune tesi teoriche, propone un modello sociale che è, nella sua ottica, in grado di esprimere il senso più autentico del principio democratico.
L’autrice parte dal presupposto che la democrazia non è caratterizzata soltanto dall’osservanza formale di norme e procedure, o dal mero principio di maggioranza, ma dal rispetto di principi legati alla giustizia sociale che condizionano le scelte politiche legandole a criteri di correttezza, coerenza ed equità. Per tale ragione, nel testo si parla di una teoria radicale della democrazia, nella quale l’esercizio dell’autorità coincide, di fatto, con la pratica dell’autonomia collettiva: i cittadini dovrebbero definire le regole della convivenza e dei principi di libertà e uguaglianza e – qui lo spunto proposto dall’autrice diventa molto interessante – il rapporto tra forza e diritto, inteso come insieme delle condizioni esterne di possibilità di coesistenza e molteplicità di arbìtri diversi. Tale rapporto sarà ricondotto a un elemento di “cooriginarietà” in grado di tutelare l’autonomia individuale e il valore del singolo.

La democrazia sotto assedio: i pericoli e le insidie
La seconda parte del testo è dedicata ai Fenomeni della democrazia. Marina Lalatta Costerbosa individua le insidie che rischiano di compromettere il processo democratico, e si propone di distinguere «la realtà che noi nominiamo democratica e la democrazia nella sua vera essenza. E questo non solo per denunciare ogni ideologia e demagogia che contrabbandino il reale per l’ideale, ma anche perché la nostra soglia di consapevolezza critica non si abbassi ancora, in un momento storico in cui le spinte antidemocratiche sono talmente forti e inquietanti, talmente mascherate e subdole, da rendere necessario che si alzi la guardia per immaginare di poter porre anche solo le premesse per il perseguimento del fine democratico».
Parlare di “democrazia assediata”, sottolinea l’autrice, significa quindi cercare di fotografare la nostra società attuale e, più in generale, tutte quelle società che si definiscono democratiche, ma che si trovano influenzate, in maniera subdola, da una molteplicità di fattori convergenti, mettendo in discussione l’ancoraggio democratico, ossia il principio fondamentale della democrazia, fondato sull’autonomia ed espresso attraverso l’argomentazione nella partecipazione.
Per tale ragione nel saggio vengono individuate sei insidie che, tuttavia, possono essere ricondotte a una macroinsidia, che ha come fulcro l’individuo. Quest’ultima è frutto del “riduzionismo” che gli esseri umani stanno subendo in una società che tende sempre più a mortificare la loro piena autonomia e dignità. Il risultato di queste insidie è rintracciabile nella dimensione economica, in quella tecnologica o biotecnologica, nella dimensione dell’uomo eterodiretto, ossia legato all’antipolitica e ai movimenti populisti, e ancora nella svalutazione del lavoro e nella promozione di processi discriminatori.
Il libro risulta molto interessante e l’autrice propone, dopo un’attenta analisi critica, alcune soluzioni concrete che possono mitigare e prevenire gli effetti di una democrazia sotto assedio. Il più potente tra gli antidoti è il sostegno a una formazione democratica, che passi attraverso l’istruzione, e che sia in grado di rinvigorire il senso critico delle persone e di promuovere un concetto sano di democrazia.

M. Vitalba Giudice

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 92, aprile 2015)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT