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Problemi e riflessioni (a cura di Mariacristiana Guglielmelli) . Anno IX, n 90, febbraio 2015

Zoom immagine Il lungo viaggio nel dolore
e nella forza delle donne

di Letizia Rossi
Sistemi patriarcali e iniquità: da Infinito edizioni,
la denuncia della giornalista Emanuela Zuccalà


Una donna seduta di spalle, in riva a un lago, indossa un abito elegante rosso che le lascia scoperta buona parte della schiena. Siede composta, con le mani forse raccolte in grembo, testa dritta e rivolta davanti a sé. Quello che ha di fronte è il rudere di una casa, macerie che emergono dall’acqua, a testimoniare che qualcosa di tremendo è accaduto, fosse anche solo l’inesorabile scorrere del tempo. Quell’abito rosso, che spicca sui toni cupi della foto, e le leggere increspature della superficie dell’acqua creano un contrasto rumoroso nell’immobilità di quell’immagine statica. Lì, davanti a quelle macerie, c’è ancora vita, c’è una scintilla rosso fuoco che pulsa, e la scintilla non può che appartenere ad una donna.
Questa è la significativa ed emozionante immagine, scattata dalla fotografa Simona Ghizzoni, che compare sulla copertina di Donne che vorresti conoscere (Infinito edizioni, pp. 190, € 14,00), l’ultimo libro della giornalista e documentarista Emanuela Zuccalà. Un libro che, come si legge nella quarta di copertina, parla di «voci fuori dal coro, voci di donne. Caparbie, coraggiose anche quando fragili, capaci di restituirci un esempio di resistenza, di ottimismo, di speranza».

Ventisei storie intorno al mondo, molte più di ventisei donne
È un vero e proprio viaggio intorno al mondo quello proposto da Zuccalà, tra scenari di soprusi, ingiustizie e violenza sulle donne, che fa aprire gli occhi su quanto sia lontana la parità dei sessi, intesa soprattutto come uguaglianza di diritti. Per denunciare questo stato di cose, l’autrice ha preferito non affidarsi ad asettiche e anonime percentuali che generano indifferenza, perché è convinta che «una storia individuale, un volto che porti i segni di un’ingiustizia globale, possano fare presa sui lettori più di mille, seppur scioccanti, report statistici». Basta infatti sfogliare il libro per vedersi sfilare davanti queste donne: Hope, Mia, Helena, Nice, Stine, e poi ancora Laura, Lerato, Galia, Elghalia, per citarne alcune. Ogni capitolo una storia, ogni capitolo una denuncia. E per chi dovesse pensare che si tratta di storie lontane dal nostro quotidiano e dalla realtà italiana, ecco Corinna, Daniela, Rossana, Angela, Monica e Paola a mostrare che anche in Occidente una donna spesso è considerata ancora subalterna all’uomo.
Tradizioni, imposizioni e regole sociali di stampo patriarcale hanno limitato da secoli la libertà delle donne, e purtroppo ancora lo fanno. L’obiettivo che Zuccalà si propone, riuscendoci, con il suo libro è quello di rendere il lettore partecipe di queste storie, suscitando empatia e comprensione.

Vittime, loro malgrado, vittime dell’amore
Raccapriccianti, violente, dolorose: queste le realtà delle donne che hanno scelto di farsi raccontare attraverso le parole dell’autrice; eppure ciò che emerge dalle pagine è forza, tenacia, coraggio, e soprattutto speranza, amore e ottimismo. Voci di denuncia che lasciano spazio per ricordare e pensare anche a chi una voce non ce l’ha più, a tutte quelle donne che non ce l’hanno fatta, che si sono ritrovate sole nel momento del bisogno. Perché è forse questa la cosa che spaventa di più una donna: l’essere derisa e ignorata nel momento in cui chiede aiuto. È quello che è accaduto a moltissime donne italiane prima che lo stalking venisse introdotto nel codice penale e che, quando denunciavano alle autorità le violenze perpetrate dai loro mariti e compagni, ricevevano risposte del tipo: «Se ci disturba ogni minuto saremo noi a denunciare lei» o anche: «Sa lei che cosa ha fatto a quest’uomo per ridurlo così?». Eppure queste donne hanno avuto la forza di rialzarsi, di non lasciarsi sopraffare da quegli uomini che avevano giurato di amarle e che, invece, si sono rivelati degli aguzzini senza scrupoli. Che sia per dignità, per amore verso i propri figli o verso se stesse, queste donne hanno lottato e lottano senza tregua per vedersi riconoscere la propria libertà, e il diritto alla vita. Si parla tanto di parità dei sessi, di uguaglianza nelle opportunità lavorative e politiche, ma quello che si dimentica troppo spesso è che per alcune donne, ancora troppe, la parità sarebbe già «un marito che smette di picchiarle, […] di contagiarle con il virus dell’Hiv».

L’autrice: una donna da conoscere
Emanuela Zuccalà da anni si occupa di diritti umani e diritti delle donne. Inchieste giornalistiche, libri, documentari, un blog personale: questi sono gli strumenti attraverso i quali lancia la sua denuncia, e lo fa con uno stile diretto, una scrittura vivida e visiva, dal taglio cinematografico, che lascia impressi volti mai conosciuti eppure percepiti come familiari. È questa la vera forza di Donne che vorresti conoscere perché, terminato il libro, sembrerà di aver effettivamente incontrato le protagoniste del libro, di aver chiacchierato con ognuna di loro; un dialogo intimo, viscerale, che parte dal cuore, perché è da lì che nasce la loro tenacia e il loro coraggio. È un linguaggio universale che le donne – esseri solo apparentemente fragili, ma che nascondono dentro una forza incredibile – condividono a prescindere dalla cultura o dalla religione. Protagoniste della loro esistenza, non si arrendono e continuano a lottare ogni giorno per i propri diritti. Loro, voci fuori dal coro, che sussurrando fanno un gran baccano.

Letizia Rossi

(www.bottegascriptamanent.it, anno IX, n. 90, febbraio 2015)

Collaboratori di redazione:
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi
Progetto grafico a cura di: Fulvio Mazza ed Emanuela Catania. Realizzazione: FN2000 Soft per conto di DAMA IT