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A. XVI, n. 173, febbraio 2022
da selvaggia a massonica di Alessandro Milito
Anna Sergi “rilegge” e aggiorna l’opera
del padre Pantaleone. Edito da Pellegrini
Da anni la ’ndrangheta ha scalato le macabre vette del crimine organizzato, proponendosi come la più potente mafia nazionale. Il marchio ’ndranghetista è stato capace di oltrepassare i confini della Penisola e quelli europei, proiettando la propria influenza, e la propria immagine di crudele efficienza, sul continente americano e in Oceania.
Sono affermazioni che non riescono più a scuotere il grande pubblico, assuefatto da una narrazione sulla mafia che gode di palcoscenici inediti e di toni troppo spesso continua
migliorando il passato di Mario Saccomanno Per Armando editore il libro di Marco Brusati
sarà presentato alla Fiera dell’Editoria di Roma
Nel 1903 il filosofo e sociologo tedesco Georg Simmel diede alle stampe un saggio, Le metropoli e la vita dello spirito, in cui passò in rassegna le caratteristiche peculiari della vita metropolitana. Nelle analisi sottolineò come le persone, in ogni ritaglio delle loro esistenze, mostrassero un aumento considerevole di stress e di ansia. Ancor di più, a questi aspetti si aggiungeva l’indifferenza e la solitudine.
Per Simmel, nel vivere metropolitano degli uomini l’aspetto razionale andava sempre più ad appiattire il lato sentimentale. Da qui, l’inevitabile formarsi di individui poco propensi al cambiamento. Conseguentemente, l’uomo delle metropoli era segnato da un paradosso: pur restando a contatto costantemente coi suoi simili, nutriva un nuovo tipo di solitudine che non di rado tracimava al punto da generare odio.
È innegabile che le tendenze mondiali dal 1903 in poi hanno mostrano come il fenomeno dell’urbanizzazione sia cresciuto in maniera rilevante, evidenziando considerevoli variazioni nelle diverse parti del globo. Anche oggi, le dimensioni delle città continuano ad aumentare vertiginosamente, così come il numero delle persone che decidono di abitarci.
Sembra quasi un processo esponenziale e irrefrenabile. Eppure, non manca chi si oppone a questa condizione che segna marcatamente la contemporaneità. Succede anche nel costellato panorama letterario. continua
del cervello di Massimiliano Bellavista Una storia quasi
distopica ma reale
per Adelphi edizioni
Si parla spesso di accoglienza. Di accettazione. Di cambiamento. Facendo forza sui nostri istinti e spesso sul nostro egoismo, a volte riusciamo abbastanza felicemente ad aprirci al nuovo e al diverso. Ma cosa succede se si sposta il punto di vista al nostro interno? Fabio Bacà nel suo romanzo Nova (Adelphi edizioni, pp. 279, € 19,00) cerca di dircelo con un elegante miscuglio di tinte gotiche e di ironia. Ciò che emerge è in sostanza che il nostro cervello è un po’ come la luna, finisce che ne vediamo e ne apprezziamo sempre il lato illuminato, scordandoci del resto. Ma il resto c’è, eccome, e ben se ne accorge Davide, mite, stimato neurochirurgo e padre di famiglia, quando si imbatte in Diego, che sarà il suo nuovo, misterioso, maestro di vita.
«Dio ha creato il mondo con la violenza. L’universo si è espanso nel nulla in virtù della pura violenza. Le nostre anime sono state salvate da un atto di violenza». Diego sembra all’inizio un personaggio appena sbozzato, dal comportamento prevedibile e scontato, quasi un giustiziere. Ma poi le cose si vanno complicando perché è Davide stesso a rendersi conto che è il suo mondo borghese a essere prevedibile e scontato, un paese dei campanelli che ha espulso la violenza dai suoi orizzonti. Ma nel mondo reale esistono i pazzi, i maniaci, i capi sadici e i vicini aggressivi e il nostro lato oscuro continua
di un crimine
“inventato” di Massimiliano Bellavista I turbamenti di una piccola comunità
in un angolo nascosto di Francia
E chi l’ha detto che solo una storia inventata, ben congegnata possa fare di un libro un autentico noir? Eppure basta leggere la cronaca per capire che la realtà spesso mette la freccia e supera di slancio anche la fantasia più spinta. È noto il rapporto quasi simbiotico tra alcuni grandi scrittori del genere e la cronaca nera: Camilleri, Simenon su tutti, che la cronaca la masticava e rimasticava fino a tirarne fuori l’essenziale umano, per trattare un crimine inventati a misura di realtà, per evitare nel lettore una “crisi di rigetto”, contrastata da una robusta iniezione di credibilità e verità. Del resto se il crimine è pretesto per indagare la natura umana, è del tutto ovvio che possa accadere anche l’opposto. continua
labirinti
della mente di Massimiliano Bellavista La malattia, odissea umana.
Da Rubbettino un romanzo
dai toni intensi e raffinati
«Una volta ero Flesherman. Per la verità lo sono ancora. Ma una parte di me sta franando in me stesso. È come se ai piedi della mia identità si fosse spalancato».
Il concetto di frana è quanto mai appropriato nel romanzo di Giuseppe Aloe Lettere alla moglie di Hagenbach (Rubbettino, pp. 196, € 16,00). continua
che fanno
la Storia di Daniela Lamonato Il coraggio e il sostegno
delle portatrici carniche
della Grande guerra
Lassù in alta quota dove le cime più alte sembrano toccare le stelle. Là, tra le dure e nude rocce delle Alpi, sbocciano coraggiosamente dei fiori all’apparenza delicati ed eleganti. Sono le stelle alpine conosciute anche con il nome di “fiori di roccia”. continua