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A. XVIII, n. 205, nov. 2024
Il sito archeologico
di Ostia antica:
la Roma imperiale
tra Storia e curiosità
di Selene Miriam Corapi
Da Iacobelli, una guida per conoscere
una cultura lontana che ci appartiene
Parvum simulacrum Urbis, “una piccola Roma”, così Cicerone definiva Ostia antica, la quale vanta di essere «un’intera città romana, unico caso al mondo insieme a Pompei ed Ercolano». Si tratta per la precisione di una colonia marittima, fondata dai romani nel VII secolo a.C. come porto dell’Urbe, situata alla foce del Tevere.
Ebbe notevole sviluppo in epoca imperiale per l’attività commerciale legata all’annona, ovvero l’approvvigionamento di grano per tutta Capitale, conservato in enormi magazzini, i celebri horrea di Ortensio. In epoca tardo-antica venne sostituita da un altro centro portuale, la città portoghese di Porto, e fu successivamente abbandonata nel Medioevo.
Ostia fu scoperta grazie agli scavi condotti a partire dal XIX secolo. Ad oggi possiamo, purtroppo, ancora ammirare meno della metà delle rovine della città antica: finanche il celebre porto fluviale sarebbe tutt’ora da riportare alla luce.
Conoscere la città attraverso i suoi scavi, camminare tra le mura che ancora si ergono a manifestare la grandezza di una città che fu, sognando ad occhi aperti di poterne ammirare l’antico splendore, è possibile grazie al libro di Alessandro Rubinetti Ostia Antica. Guida romanzata nei segreti di un’intera città romana (Iacobelli editore, pp. 130, € 15,00), corredata da piccoli inserti che forniscono suggerimenti al moderno oratore/guida turistica, indicando ad esempio il punto perfetto per declamare e come catturare e coinvolgere il proprio uditorio; il tutto impreziosito da magnifici scatti fotografici a cura di Roberto Zolli che accompagnano il tour guidato tra gli scavi.
La Storia dei sentimenti
Dopo una prima introduzione sul genius loci dei romani e sul loro pragmatismo, l’autore si sofferma sul concetto di Storia. Che cos’è? Un susseguirsi di eventi diacronici che si verificano nuovamente ultimato il loro ciclo vitale, secondo quanto afferma Giambattista Vico? Il ripetersi di situazioni e di scelte da parte di uomini che sono sempre uguali nei secoli, secondo quanto sosteneva Niccolò Machiavelli? No, l’autore ci rivela il suo punto di vista chiaramente originale: «La Storia è fatta dai sentimenti prima che dalle nozioni. Fatti scaturiti da sentimenti».
In qualità di attore e di regista, che sa come emozionare il suo pubblico, e da perfetto conoscitore dei luoghi in quanto storico, Alessandro Rubinetti mette a punto un metodo nuovo e singolare: una guida romanzata, che non solo vuole restituirci la Storia attraverso le fonti, ma che si prefigge, con il suo percorso guidato in cui nulla è lasciato al caso, un intento nuovo e chiaro: «riformulare i testi… ma anche i luoghi», reinterpretandoli.
Una passeggiata ad Ostia antica
Nella guida è tracciato un preciso percorso per scoprire Ostia: prima di entrare in città, la necropoli, luogo sacro per i Romani molto superstiziosi e fortemente legati al culto dei defunti; subito dopo è illustrata una delle tre porte più importanti per accedere al centro abitato: Porta Romana, chiamata così perché la sua strada conduceva fino all’Urbe; le altre due porte erano Porta Laurentina (in direzione di un centro abitato: Laurentum) e Porta Marina (che si affacciava sul mare).
Nell’accompagnare il lettore a visitare Ostia antica, Rubinetti non perde mai occasione di arricchire la descrizione dei siti archeologici con la narrazione di curiosità e informazioni legate alla cultura della grande società romana.
In merito alle necropoli riferisce l’usanza della commemorazione pubblica attraverso l’imago, “l’immagine”, ossia la maschera funebre (impronta di cera realizzata apponendola sul viso delle persone dopo la loro morte), in genere appannaggio di nobili, che veniva appesa nell’atrio di casa del defunto come sfoggio di alto lignaggio.
Descrive inoltre come era costruita la città: a pianta ortogonale, attraverso l’intersezione di due assi perpendicolari tra loro, il decumano maximus in direzione est-ovest e il kardo maximus in direzione nord-sud, secondo la struttura dell’accampamento militare romano, ossia il castrum, nella cui intersezione si collocava il Forum con il Capitolium, l’edificio religioso-istituzionale dedicato alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva) e all’interno del quale si svolgevano i processi pubblici, luogo che rappresentava Roma nella colonia.
Proseguendo, il percorso porta, dapprima, ai famosi horrea, i magazzini di raccolta del grano che rifornivano l’intera Capitale; poi al teatro, dove scopriamo che i Romani inventarono una primitiva forma di marketing, la claque (voce onomatopeica di origine francese che indica il gesto di applaudire), ossia spettatori pagati che, infiltrati sulle gradinate, scuotevano e animavano il pubblico nei momenti critici dello spettacolo, influenzando l’attenzione dei presenti e spesso decretando così la fortuna o la sfortuna di molte opere teatrali. Si giunge così al piazzale delle Corporazioni, il luogo principale del commercio dedicato a Cerere, dea delle messi e dell’abbondanza; poi al Mitreo, luogo del dio Mitra, una divinità che presenta per certi versi tratti di forte analogia con il nostro Cristo; dopodiché si passa alla palestra, alla Domus della Fortuna annonaria e infine alle terme, luogo in cui i Romani a metà giornata potevano finalmente dedicarsi all’otium, un modo per rilassare il corpo e la mente, considerato, diversamente da oggi, una «componente fondamentale dell’equilibrio alla base del loro modus vivendi».
Non solo una guida archeologica…
L’autore non intende solo offrire una guida impregnata di conoscenze storiche e curiosità sul sito archeologico e sulla vita dei Romani in generale, ma lancia un forte messaggio etico indirizzato a tutti i giovani che abitano queste terre esprimendo un forte sentimento d’orgoglio: «Questa guida romanzata… vuole riappropriarsi di un racconto… quel lontanissimo e misterioso filo che svelerà forse la nostra natura più inconsapevole, generata nel bene e nel male proprio dall’inesauribile ricchezza della nostra terra. […] È solo nel luogo l’inizio. […] Ri-troviamo per ri-formarci, stavolta per quello che siamo e non per modelli imposti. […] E magari così fermare i tanti miei coetanei che riprendono a emigrare. Se affrontiamo i nostri luoghi ritroveremo noi stessi».
Selene Miriam Corapi
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 85, settembre 2014)
Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi