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Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VIII, n 84, agosto 2014

inattese bussole
per la ricerca dell’Io
nel vuoto odierno
di Federica Lento
Speranze e perversioni di una donna:
la storia di una vita sopra le righe,
in un libro da Arduino Sacco editore
Volontà di farsi riconoscere dall’altro, di colmare il vuoto interiore generato dalla solitudine più spietata o semplicemente bisogno di essere amati: oggi come non mai, soprattutto durante l’adolescenza, quando si comincia a prendere consapevolezza di sé e della propria sessualità, queste necessità rimbombano come un urlo straziante che non può rimanere inascoltato. Io, però… (Arduino Sacco editore, pp. 130, € 12,00) è il romanzo di Rosa Santoro sulla fragilità di una donna, debolezza inaccettata e combattuta, contrastata e forse vinta, o vincitrice, che accompagna il percorso di vita di Margherita, la protagonista. Io, però… è un viaggio nel tentativo di scoprire i lati oscuri dell’animo umano che diventa uno smarrirsi alla ricerca di successo della gioventù annoiata e sola di oggi.
La ricerca di sé e la solitudine
Il titolo del romanzo sembra quasi giustificare la vita di una donna determinata a far emergere quel suo “Io” dominante (e dominato), che “però” soffre in questa ricerca di autodeterminazione. Margherita, giovane ragazza di belle speranze, parte da una piccola provincia del Sud Italia per raggiungere Roma. Deve posare per un servizio fotografico, sogna di diventare una modella, ma più che rispondere alla domanda “cosa voglio fare da grande?”, Margherita vuole ammaliare chi la guarda, affascinare gli altri con la sua bellezza, arrivare a dominarli semplicemente mostrandosi. Margherita ha appuntamento con un fotografo conosciuto per caso; durante il viaggio immagina, pianifica il cambiamento della sua vita e, a Roma, lo mette in atto. Con quel fotografo comincia una relazione sessuale che a poco a poco coinvolge anche gli amici di lui. Margherita vuole sfidare i pregiudizi borghesi, e lo farà utilizzando ancora una volta il proprio corpo, usando la sessualità come arma di dominio dell’altro, in un crescendo che coinvolgerà, poi, ogni sconosciuto che si troverà davanti al suo sguardo da Circe. Ogni capitolo è esclusivamente incentrato sul bisogno di autodeterminazione di Margherita attraverso l’atto sessuale; la protagonista non vuole soltanto sentirsi amata: la sua ambizione è sentirsi viva e protagonista, dominando gli uomini, sentendo il potere che esercita su di loro, la brama che hanno di possederla. Quello che le manca, però, è la capacità di scegliere veramente, perché Margherita desidera, indistintamente, ogni uomo che incontra. Durante i suoi abituali viaggi in treno, Margherita recluta gli uomini, in un frenetico alternarsi di fotogrammi espliciti che documentano performance perverse in cui lei, donna oggetto, rende a sua volta oggetti gli uomini, tutti, indistintamente: li usa e si fa usare da loro, complice consapevole del suo essere abusata, violentata.
La protagonista sceglie ogni esperienza: «Margherita era imbarazzata in quel momento, e le sue guance divennero come il rosso delle ciliegie, un fuoco divampato. Incominciò a trovare scuse per svignarsela da quel posto schifoso. Andandosene per la strada le venne un turbinio di pensieri sul voler contribuire a quella specie di party o no. Eppure si stimolava le tempie, aveva voglia di andarci, perché no?».
Il lettore è un osservatore, un voyeur, forse giudice chiamato in causa dall’autrice: gli uomini vengono rappresentati come bestie affamate o tigri domate, all’inseguimento di una mantide religiosa che fugge dopo aver ottenuto quello che vuole. Il tutto si risolve nel nulla, nell’incompiutezza dei sentimenti dopo l’atto sessuale, in un vortice che nasce dall’inettitudine e in essa ritorna a morire.
Sessualità e scrittura
Un particolare rilevante è quello della metascrittura: nel romanzo viene descritta una donna che vive di sesso e bisogno compulsivo di scrivere. Ogni rapporto sessuale è accompagnato dall’impulso della protagonista di scrivere e, spesso, l’amplesso diventa strumento di esaltazione letteraria. Il testo si presenta dunque come una sorta di diario, un’agenda in cui annotare le avventure erotiche di una ragazzina, una sorta di Lolita dei giorni nostri. Leggendo le parole di Rosa Santoro, che usa un linguaggio faticosamente metaforico ed erotico, immaginiamo una donna dai lineamenti alla Charlotte Gainsbourg in Nymphomaniac di Lars von Trier: una donna infelice quando nessuno le presta attenzione, quando è sola con se stessa.
Nel romanzo vengono descritte molte scene di sesso esplicito, crude e meccanicamente riprodotte come in una coazione a ripetere in cui la protagonista usa il proprio corpo per colmare un insaziabile vuoto interiore e attivare la sua arte letteraria. Margherita è una ragazza che ha ricercato compulsivamente il significato di sé stessa nel rapporto con gli uomini, diventando una drogata di sesso e scrittura.
Federica Lento
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 84, agosto 2014)
Francesca Buran, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
Simona Baldassarre, Ilaria Bovio, Maria Laura Capobianco, Maria Assunta Carlucci, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Veronica Di Gregorio Zitella, Giacomo Dini, Riccardo Fiorenza, Maria Francesca Focarelli Barone, Federica Lento, Chiara Levato, Giuseppe Licandro, Flavia Maccaronio, Irene Nicastro, Maristella Occhionero, Giusy Patera, Stefania Pipitone, Elisa Pirozzi, Luciana Rossi, Martino Santillo, Maria Saporito, Maria Carla Sicilia, Paolo Veltri, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Denise Amato, Selene Miriam Corapi, Vilma Formigoni, Mariacristiana Guglielmelli, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Elisa Pirozzi, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti