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Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VIII, n 84, agosto 2014

narra una città
“invisibile” ai più
di Maristella Occhionero
Da Città del sole, le storie di singoli
personaggi si fanno metafora del Sud
«D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda». Con questa citazione, tratta da Le città invisibili di Italo Calvino, si apre il testo di Katia Colica, giornalista e scrittrice che vive e lavora a Reggio Calabria e che, dal 2002, si dedica alla ricerca relativa alle dinamiche urbane per il centro studi Club Ausonia. Protagonista del suo ultimo lavoro sarà proprio la città di Reggio, che, tra le pagine di Ancora una scusa per restare. Storie di ordinaria invisibilità in una notte metropolitana (Città del sole, pp. 144, € 14,00), verrà attraversata e descritta da diversi personaggi e dalle loro storie.
Il testo di Katia Colica è un insieme di più voci. Nelle pagine, lo scorrere delle ore notturne di una Reggio piena di vita e di realtà diverse viene scandito dai racconti di “ordinaria invisibilità”, come specificato nel sottotitolo, di altrettanto invisibili personaggi che, nonostante tutto, hanno molte cose da dire.
L’autrice crea così una serie di interviste, o meglio una serie di flussi di parole e di espressioni di pensieri, che i vari protagonisti sembrano tener dentro da molto e che sono felici di condividere.
Storie “invisibili”
La prima “voce” del testo è quella di Rosa, una signora anziana che ogni giorno affronta un viaggio faticoso da casa fino all’ospedale per poter stare vicino al marito ricoverato. Dalle sue parole emerge una storia d’amore e di vita importante, ma anche la prima denuncia del testo ad uno dei problemi della città che non facilita affatto la vita degli abitanti: la faticosissima salita per arrivare alla struttura ospedaliera, non agevolata da navette o autobus, che rende il percorso della protagonista una vera e propria impresa.
Nel libro sono le 20:35 e quello di Rosa è solo il primo di una serie di racconti per portare alla luce le difficoltà e le carenze di una città piena di potenzialità come Reggio Calabria, ma che, a causa di amministrazioni non competenti e malavita, è ricca di problematiche che rendono difficile l’esistenza di chi la ama e la vive tutti i giorni.
Con l’andare avanti della notte, prosegue anche il giro dell’autrice alla ricerca di storie da raccontare o meglio da “far raccontare” agli stessi protagonisti.
E così si susseguono la storia di Milena, una giovane lavoratrice che per tornare a casa la sera è costretta a una lunga camminata perché non ci sono mezzi che colleghino il posto di lavoro al suo appartamento; la storia di Milka, che non ha soldi per dar da mangiare ai suoi figli e non può andare a lavorare perché non sa a chi lasciarli; e ancora quella di Lorenzo, il ragazzo sulla sedia a rotelle che, pur adorando la sua città, ha dovuto lasciarla a causa delle barriere architettoniche che non gli permettevano di essere indipendente; poi c’è Mariya, la prostituta albanese costretta con l’inganno a vendere il proprio corpo da quello che credeva il suo uomo e dal quale aveva avuto un bambino: tutto ciò che le rimane è pensare a suo figlio e al giorno in cui riuscirà a tornare a casa, mentre vive la sua vita di strada rassegnata, con la consapevolezza che nessuno verrà a salvarla, neanche le forze dell’ordine perché lo sfruttamento della prostituzione a Reggio, come in tutto il resto d’Italia, è tacitamente consentito.
Tante le problematiche di una città che non si prende cura di se stessa, problematiche che si riscontrano in diversi luoghi del Sud e di tutta l’Italia. La forza vitale di questi racconti, però, non è nella mera denuncia delle cose che non vanno, ma nell’amore dell’autrice per la terra in cui vive e la rabbia del volerla migliore e valorizzata a pieno.
Ad ogni storia, poi, viene assegnata la strofa di una canzone sempre perfettamente in linea con ciò che si sta raccontando: a partire da Untitled dei Cure, Stairway to heaven dei Led Zeppelin, passando per Lindbergh di Ivano Fossati, per finire con My hometown di Bruce Springsteen. Canzoni che sembrano risuonare nella mente mentre si leggono le parole degli sfortunati protagonisti delle storie “invisibili” riportate con coerenza e grande sensibilità dall’autrice.
La “voce” di Reggio
A concludere il testo, un toccante epilogo narrato dal punto di vista della protagonista di Ancora una scusa per restare: la città di Reggio Calabria in “persona” che, come una mamma un po’ stanca e rassegnata per il tempo che passa, cerca di convincere i suoi “figli” a restare con lei, dimostrando comunque una fierezza e una volontà di rinascere, sentimento di molti dei suoi abitanti, che la amano e che vorrebbero che le cose andassero meglio.
A concludere, un’Appendice con alcune foto dei luoghi visitati in città nel corso della notte, accompagnate dalle parole dei personaggi che si sono susseguiti nel racconto uno dopo l’altro, ora dopo ora.
Una serie di voci e di storie diverse che creano un’unica e toccante storia: quella di Reggio, del Sud e, probabilmente, dell’Italia in generale, una terra splendida che spesso trattiamo male.
Maristella Occhionero
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 84, agosto 2014)
Francesca Buran, Ilenia Marrapodi, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
Simona Baldassarre, Ilaria Bovio, Maria Laura Capobianco, Maria Assunta Carlucci, Alberto Cazzoli, Guglielmo Colombero, Veronica Di Gregorio Zitella, Giacomo Dini, Riccardo Fiorenza, Maria Francesca Focarelli Barone, Federica Lento, Chiara Levato, Giuseppe Licandro, Flavia Maccaronio, Irene Nicastro, Maristella Occhionero, Giusy Patera, Stefania Pipitone, Elisa Pirozzi, Luciana Rossi, Martino Santillo, Maria Saporito, Maria Carla Sicilia, Paolo Veltri, Andrea Vulpitta, Carmine Zaccaro
Denise Amato, Selene Miriam Corapi, Vilma Formigoni, Mariacristiana Guglielmelli, Aurora Logullo, Rosina Madotta, Manuela Mancuso, Elisa Pirozzi, Pamela Quintieri, Francesca Rinaldi, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti