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Beppe Grillo
in Parlamento:
rivoluzione?
di Paolo Veltri
Da Città del sole edizioni,
analisi, critiche e racconti
del Movimento 5 stelle
In concomitanza con la “cocente” sconfitta elettorale alle europee 2014 del Movimento 5 stelle, e quindi del suo leader Beppe Grillo, arriva nelle librerie l’ultimo lavoro del giornalista de l’Unità Tony Jop, in cui il reporter veneziano critica duramente il comico-politico, definendolo «un predicatore della Ground Zero dei partiti», e analizza le peculiarità di questo partito “civile”.
Il sistema partitico italiano è in difficoltà da molti anni e Grillo ha preso al balzo proprio questa “rivoluzione” (o involuzione?) politica avvenuta negli ultimi tempi. Tali cambiamenti, causati da una crisi incessante, hanno influenzato chiaramente l’opinione pubblica – rectius, gli elettori –, portandola ad essere meno fiduciosa nella classe politica dirigente odierna (e non). Toni Jop cura un illuminante spazio, inserito tra i “blog d’autore” de l’Unità, chiamato Parole povere, dove discute questi mutamenti e pubblica le sue considerazioni sul Movimento 5 stelle e sulle loro “faccende” politiche. Da questo blog il giornalista di Venezia raccoglie meticolosamente quattro anni di post (dal 2010 al 2014) per comporre il libro Grillo in parole povere (Città del sole edizioni, pp. 352, € 15,00).
Dalla formazione del partito alle posizioni antieuropeiste
Nel ripercorre la strada del partito “pentastellato”, Jop ricorda che è stato costituito formalmente nel 2009 al Teatro Smeraldo di Milano, grazie alla maturata collaborazione tra il comico genovese e Gianroberto Casaleggio (considerati i due leader dello stesso movimento), che già si era presentato nella lista “Amici di Beppe Grillo” alle amministrative siciliane del 2008.
In questi anni il Movimento 5 stelle ha conquistato una fetta non irrilevante del Parlamento italiano, diventando il terzo partito e ponendosi all’opposizione nel corso dell’attuale legislatura, prima contro l’esecutivo Letta, poi contro il governo Renzi. Nel maggio 2014, si è presentato per la prima volta alle elezioni europee diventando il secondo partito italiano (con il 21% dei voti), superato dalla vittoria schiacciante del Pd, che ha ottenuto oltre il 40% dei consensi.
Proprio a causa di questa repentina irruzione del movimento nel sistema politico italiano, Toni Jop, ex collaboratore, tra l’altro, del settimanale Panorama, ha deciso di conoscere meglio le ragioni della sua nascita e di capire la forma mentis e le intenzioni politiche del «capo-non capo» o «Grande Megafono», come egli stesso definisce Grillo.
La penna di Furio Colombo sul lavoro del giornalista veneziano
Particolare interesse desta
Un lavoro molto interessante, quello portato avanti da Jop con il sostegno della casa editrice reggina Città del sole di Franco Arcidiaco, che ci aiuta ad entrare nelle dinamiche dell’organizzazione grillina e ci svela alcune “chicche” sui problemi sorti all’interno del neopartito.
Una dura critica alla linea politica di Grillo
Un post del 14 aprile 2012 di Jop annuncia: «Movimento Cinque Stelle in forte crescita. Anzi: secondo un indagine Swg [azienda che effettua ricerche di mercato e istituzionali, Ndr], il non-partito di Grillo sarebbe ora, nei consensi, la terza forza politica del Paese». Chiaramente il giornalista de l’Unità rimane colpito dall’espansione capillare dei “pentastellati” e introduce alcuni problemi nati nel movimento-partito; ad esempio, in un post del 14 aprile 2012 scrive: «Un militante grillino si mette in testa che converrebbe raccordarsi, elaborare assieme, decidere modi e meccanismi delle rappresentanze, democratizzare la filiera decisionale, il capo, Grillo, lo sega»; o, ancora, valuta negativamente le posizioni antieuropeiste del movimento in un post del 22 settembre 2012: «Intanto, sul blog del Comico Unico [Grillo, Ndr] è stato postato, in posizione da editoriale, un lungo intervento di Paolo Becchi, docente universitario a Genova, in cui si ribadisce la linea: il Movimento deve correre da solo, nessuna trattativa con nessuno, Italia fuori dall’Europa e dall’Euro. Dall’altra, l’osservazione – bellissima ma non nuova – secondo la quale “il popolo italiano si sarebbe ribellato diventando finalmente rivoluzionario”. Come no».
Rilevante, secondo l’autore, è l’espulsione dal partito di due consiglieri comunali di Bologna: Federica Salsi e Giovanni Favia. In un post del 13 dicembre 2012, infatti, afferma: «Fatto: Salsi e Favia fuori. […] Federica Salsi si era permessa di apparire in tv nel talk show di Floris [Ballarò, Ndr] violando il diktat del leader, e lui l’aveva insultata sempre sul blog rimproverandola di aver ceduto ad un orgasmo facile abusando del suo punto “G”. Favia, invece, si era lasciato andare in un celeberrimo fuori-onda di Piazza Pulita nel quale aveva lamentato il regime oscurantista in cui si muovono Grillo e Casaleggio e la paura dei grillini di aprire bocca su argomenti non consentiti».
Da queste dichiarazioni trapela che il comico genovese, a parte le buone intenzioni, non lasci molto spazio alla partecipazione attiva e democratica di tutti i componenti del movimento. Grillo, inoltre, appare molto diffidente verso i politici (tanto da proporre candidati “civili” alle elezioni) e le figure istituzionali, compreso il presidente della Repubblica. Per trovare una soluzione vera all’interno del nostro paese, sembra evidente che bisognerà arrivare a dei compromessi non solo politici e, in merito a questo, il «capo-non capo» non appare incline a mediazioni, né tantomeno sembra favorevole ad accordarsi con gli altri partiti.
Paolo Veltri
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 83, luglio 2014)
Ilenia Marrapodi