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A. XVIII, n. 206, dic. 2024
Alimenti e prevenzione:
depurarsi con la natura.
Ecco alcuni consigli
per mangiare sano
di Daniela Vena
Da il Punto d’Incontro, tutti i benefici della frutta e della verdura
e le indicazioni per affrontare correttamente digiuni e monodiete
Tra tutti i tipi di alimenti, è ormai cosa generalmente condivisa che la frutta e la verdura siano ritenuti indispensabili per la nostra salute. Meraviglie della natura presenti su qualsiasi tavola, dalla più raffinata alla più semplice, arricchiscono tanto il pranzo in grande stile quanto quello frugale e saporito di tutti i giorni. Testimoni fedeli della ciclicità stagionale, ci regalano i sapori, i colori e gli odori che rappresentano il passaggio dall’autunno all’inverno e dalla primavera all’estate: anche questa la vera magia di frutta e verdura.
L’ultimo libro di Jean-Marie e Natalie Delecroix, Le otto cure rivitalizzanti. Per disintossicare l’organismo (Edizioni il Punto d’Incontro, pp. 128, € 6,90), vuole essere prima di tutto una celebrazione dei principi naturali di alcuni frutti e di alcune erbe che hanno un potere depurativo e curativo insieme.
Jean-Marie Delecroix, naturopata, omeopata, e gran conoscitore della medicina cinese, tibetana e quantica, esercita la professione di terapeuta a Mulhouse, in Francia. Ha all’attivo numerose pubblicazioni. Tra le più importanti: La Gestalt terapie (2007), La Troisieme historie; patient-psychotherapeute: fonds et formes du processus relationnel (2006).
Natalie Delecroix, esperta in cure disintossicanti e igiene vitale, si occupa di consulenze sui prodotti e sulle medicine naturali.
Le cure a base di frutta e verdura
Nell’era dei fast food, degli eccessi alimentari, del microonde e dei prodotti standardizzati, sono sempre più numerosi coloro che si preoccupano di riscoprire una cucina gustosa e naturale, le specialità locali, la sana stagionalità degli alimenti freschi e variati. La salute, intesa nel senso più ampio del termine, è il bene di sicuro più prezioso ed è prima di tutto nel nostro piatto che possiamo trovare le risorse per prendercene cura. Infatti, una sana alimentazione può essere tecnicamente concepita come una vera e propria disciplina scientifica basata sul modo corretto di trattare, preparare e conservare il cibo al fine di evitare le malattie da esso derivanti. Diversi studi scientifici hanno dimostrato come, seguendo una dieta bilanciata, sia possibile prevenire l’insorgenza di alcuni tumori. Le otto cure presenti nel testo, che parla anche di prevenzione, sono a base di uva, limoni, digiuno, Breuss (un succo derivante dalla sapiente miscela di barbabietole, carote, patate, rafano nero e sedano), betulla, mele, fragole e ciliegie. L’ultimo capitolo espone altre cure realizzate con pompelmo, prugne, tarassaco, mirtilli, nonché la famosa cura anticancro di Gerson e Kelley.
La prima cura proposta è quella dell’uva, una monodieta che consiste nell’esclusiva ingestione di uva, appunto, per un periodo a scelta che va da tre giorni a varie settimane. I poteri benefici di questi acini sono noti sin dall’antichità e molti hanno definito l’uva, e i suoi derivati, divini e celestiali. Scrive l’igienista: «Ai pasti occorre mangiare uva, uva e poi ancora uva, come antipasto, primo piatto, secondo piatto e dessert. Il pasto in realtà non esiste più, perché si mangia quando si ha fame, quando lo si desidera, nelle ore che l’intuito indica». Più volte gli autori incitano i loro pazienti a continuare la cura, nonostante l’insorgenza di alcuni malesseri, poiché i benefici della depurazione si vedono a lungo termine. Dopo il periodo della monodieta, il paziente deve riprendere gradualmente l’alimentazione abituale.
La seconda cura è quella dei limoni, che si accosta alla consueta dieta: ha una durata di nove settimane, durante le quali il corpo si abitua ad un’assunzione di succo sempre maggiore. Nella prima settimana, ma sempre lontano dai pasti, il paziente dovrà assumere il succo di un limone, di tre nella seconda settimana, di cinque nella terza, di sette nella quarta e di nove nella quinta. Nelle restanti settimane la quantità si riduce fino ad arrivare al succo di un limone nella nona settimana.
A stomaco vuoto
Un’altra cura proposta nel libro è quella del digiuno, esaltato già ai tempi di San Basilio Magno. Scrive l’omeopata: «Il digiuno si distingue dalle altre cure nel senso che tale pratica risulta essere la più efficace per ripulire e quindi rivitalizzare, ma anche la più difficile da tollerare e da seguire». I Delecroix rilevano al tempo stesso i benefici di digiuni brevissimi e la pericolosità di quelli protratti a lungo e senza alcun monitoraggio medico. Scrive il naturopata: «È possibile seguire digiuni brevi, per esempio un giorno alla settimana. Lo consigliamo vivamente. Scegliete un giorno, sempre lo stesso, in modo che l’organismo abbia un suo appuntamento. Così facendo, protesterà di meno. È anche possibile prendere in considerazione piccoli digiuni di tre giorni, ma non è semplice. I digiuni più lunghi possono estendersi su varie settimane. In quest’ultimo caso occorre l’aiuto di uno specialista o recarsi in una clinica specializzata. Un digiuno lungo e non monitorato, infatti, può essere pericoloso. È necessario ricorrere alla presenza di un medico o di un igienista in grado di riconoscere una crisi di chetoacidosi, un avvelenamento da urea, ecc. Durante i miei studi pratici di naturopatia con il dottor Andrè Passebecq, dopo venti giorni di digiuno un principiante è deceduto nonostante le direttive del dottor Passebecq, ossia il tassativo ordine di smettere subito il digiuno (ero presente). Attenzione!».
Continuando nella lettura del testo si susseguono altre monodiete e cure integrative all’alimentazione.
All’inizio del libro campeggia la frase di un anonimo, che riassume al meglio il messaggio degli autori: «La frutta è un tesoro. Farne una cura vuol dire inebriarsi di vita».
Daniela Vena
(www.bottegascriptamanent.it, anno VIII, n. 78, febbraio 2014)