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Lasciarsi viziare da una seconda vita: è un bluff?
di Carmela Infante
Il mondo parallelo di Second Life sembra il paradiso del benessere
dove tutto è concesso ma… dove ancora gli abitanti scarseggiano!
Se un giorno, chiedendo ad un conoscente il suo indirizzo, costui vi rispondesse che abita al 76,122,16, non agitatevi, perché il vostro interlocutore non è uscito di senno ma vi sta solo dando le coordinate della sua casa virtuale di Second Life (www.secondlife.com). È questo il mondo virtuale che, secondo i promotori, conta quasi sette milioni di abitanti, e dove si svolgono commerci, mostre e tanto altro.
Per quanti ancora non lo sapessero, Second Life è una location virtuale in cui ognuno può crearsi un alter ego per allacciare nuove amicizie, vendere, comprare, fare convegni, sperare di diventare famoso o ricco, sposarsi e fare tutto ciò che gli piace. Insomma, se si è stanchi della routine quotidiana basta crearsi il proprio avatar (o personaggio virtuale) e muoversi liberamente in questo cyber world.
Dietro questi personaggi virtuali si celano politici, divi di Hollywood, note agenzie di stampa o anche semplici casalinghe. All’interno di questo habitat è possibile comprare appartamenti e negozi così come è possibile giocare a poker ed assistere a spettacoli a luci rosse. Tuttavia qui, mentre le transazioni economiche sono reali, le prestazioni restano solo cibernetiche, ed ecco che, mentre un agente immobiliare giapponese guadagna un milione di dollari, un noto cantante italiano compra un’intera isola tutta per sé dove potersi rilassare senza tante seccature.
Dopo le beauty farm quindi oggi è possibile viziarsi anche con l’universo virtuale di Second Life che tra un po’ sarà persino dotato di chat vocali.
Questo mondo parallelo, popolare specialmente tra i giovanissimi, ora è vietato proprio ai minorenni. Questa la volontà dalla Linden Lab, la società che ha creato la piattaforma online, visti i recenti casi di pedofilia registrati in tale ambiente cibernetico. Per questo, dopo gli agenti dell’FBI per problemi d’infiltrazioni terroristiche, anche le forze dell’ordine, (visti i recenti episodi), hanno aperto un loro dipartimento su Second Life.
Second Life e la pubblicità
Gli abitanti di Second Life, però, sembrano non amare molto la pubblicità: infatti, nonostante la vasta eco sui media, questa forma d’investimento qui sembra non avere molto senso. E pensare che aziende del calibro di Coca Cola, Nike, Ibm, Microsoft, Nissan, Sony (per citarne solo alcune) hanno speso milioni per costruire le loro splendide e desolate sedi virtuali. Si va dai diecimila dollari per una presentazione e un concerto, al mezzo milione all'anno per un'isola superaccessoriata e colma di grattacieli sfavillanti. Almeno stando al prezzario della Electric Sheep o della Milions of Us, specializzate nel business delle costruzioni virtuali.
Dunque sono tante le perplessità su Secon Life: molti sostengono che ormai essa viva di più sulla carta stampata che su web, dato che è un luogo solitario pieno di cattedrali nel deserto sempre vuote. Sembra infatti che gli abitanti preferiscano di gran lunga affollare sexy shop e discoteche (ma solo settanta alla volta visto che assembramenti maggiori i server proprio non possono gestirli). A sostenerlo è il prestigioso mensile americano Wired, in un articolo pubblicato di recente, che mette in dubbio i dati forniti dalla Linden Lab come già aveva fatto l'inglese The Guardian. In base a recenti stime, dei quasi nove milioni di residenti dichiarati, circa l'85% sarebbe entrato una sola volta in questo mondo virtuale senza tornarci più. Dal restante 15% bisognerebbe depennarne almeno la metà, perché avere due o più avatar in Second Life è una pratica comune quanto andare nei night club. Il che porta a una popolazione reale di trecentomila persone circa. Poca cosa rispetto ad altri “mondi virtuali” frequentati da milioni di utenti, anche se oggi, con l’ingresso di You Tube in Second Life, la situazione si potrebbe nettamente capovolgere. Si è anche parlato recentemente di un’alternativa di Google a Second Life. Sembra però che Google stesso più che spostarsi su una seconda vita digitale abbia intenzione di fare un mash-up delle sue applicazioni e tecnologie così da rendere più coinvolgente l’esperienza digitale.
Il romanzo collaborativo
Da non trascurare però una novità culturale approdata in Second Life: il romanzo collaborativo, ovvero i navigatori potranno partecipare alla stesura di un romanzo a più mani.
Il progetto prende il titolo Se in un giorno di un'altra vita un navigatore, riecheggiando nella mente dei lettori il Se una notte d'inverno un viaggiatore di Italo Calvino. La trama, che si svilupperà dalla fantasia dei vari avatar che decideranno di partecipare all’iniziativa, sarà utilizzata in un secondo tempo per realizzare un film che sarà girato nel fantastico mondo di Second Life, e gli attori naturalmente saranno tutti avatar.
Carmela Infante
(Nell’immagine: particolare del logo del sito www.secondlifeitalia.com)
(www.bottegascriptamanent.it, anno II, n. 6, febbraio 2008)
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Elisa Guglielmi, Ilenia Marrapodi