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Anno VII, n. 72, agosto 2013
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Comunicazione e Sociologia (a cura di Ilenia Marrapodi) . Anno VII, n. 72, agosto 2013

Zoom immagine Le eccellenze
meridionali

di Andrea Vulpitta
Da Rubbettino,
un’analisi sagace
per il Mezzogiorno


La differenza che passa tra un libro redatto da uno scrittore che lo fa di mestiere e uno elaborato da un giornalista è che nel secondo caso il testo ha la caratteristica dell’inchiesta, dell’approfondimento minuzioso e della visione a trecentosessanta gradi tipica della curiosità e della determinazione ad approfondire e a dedurre del giornalista di professione, riconoscibile anche nello stile formale, più marcatamente espositivo.

È il caso di Lino Patruno, giornalista e saggista, per tredici anni alla direzione della Gazzetta del Mezzogiorno, nonché docente di Comunicazione all’Università di Bari. Da attento osservatore della realtà socioeconomica del Sud, pubblica Ricomincio da Sud (Rubbettino, pp. 254, € 14,00).

 

Il Sud percepito e il Sud incontrato

È quasi superfluo sottolineare, e spesso da questa testata lo abbiamo fatto, come il Sud sia percepito, descritto e raccontato, nelle pieghe della comunicazione dominante e dall’attualità incombente, sempre e solo nelle pur tante sfaccettature negative non solo di arretratezza culturale, economica e infrastrutturale, ma anche dal susseguirsi dei fatti di cronaca nera. Purtroppo, questa è una magra consolazione: tanti mali del Sud sono oggi, come un virus, diffusi in tante aree d’Italia. Resta il divario economico, in particolar modo in termini di Pil procapite e di tasso di occupazione, ma proprio questi due aspetti, spiega l’autore, sono spesso visti solo dalla parte arida dei numeri senza essere studiati e analizzati per come dovrebbero. Le tesi proposte sono affascinanti e anche di grande attualità grazie a un risveglio in termini di approfondimento e di studio che sta coinvolgendo diversi intellettuali del Sud. Citiamo tra tutti Pino Aprile, forse il più noto fra tanti scrittori e giornalisti che, seppur tra mille polemiche, stanno portando avanti una visione del Sud non più superficiale, ma che si sofferma sui tanti aspetti positivi e sulle prospettive che esistono o potrebbero esistere nella parte estrema dello Stivale. Prima di addentrarsi nel variegato mondo delle piccole imprese di successo locali, l’autore scava nelle tante realtà produttive del Sud quasi sempre legate a proprietà industriali del Nord o addirittura a multinazionali. Le citazioni sono tante e fanno riflettere: si spazia dalla produzione delle acciaierie di Taranto con i suoi tredicimila dipendenti, all’alluminio dell’Alcoa, ambedue oggi agli onori della cronaca; dalla fiorente industria farmaceutica all’aeronautica dell’Alenia e di Finmeccanica per arrivare alla produzione di energia eolica, solare, fotovoltaica e alla raffinazione di più della metà dei carburanti consumati nell’intero paese. È giusto ricordare che oggi alcuni di questi distretti produttivi vivono momenti di crisi globale, ma l’intento dell’autore è non solo sottolineare la produttività del Sud, ma soprattutto sfatare la cattiva nomea che i meridionali siano tutti piagnoni e abituati a un improduttivo assistenzialismo.

 

Sorpresa! Lo sapevate che…?

Patruno nel testo si avventura in un simpatico «lo sapevate che» elencando settantuno casi di successo e di orgoglio meridionale che meritano qualche citazione per la loro peculiarità. Nonostante l’alta velocità serva tutto il Nord e si fermi a Salerno, è a Reggio Calabria, presso le Officine Omeca (Breda costruzioni ferroviarie), che nascono i moderni locomotori Etr 500. E probabilmente chi sta leggendo questo articolo utilizza un mouse della Logitech, di proprietà dell’imprenditore abruzzese Pierluigi Zappaterra, primo produttore al mondo; e ancora prototipi di aliscafi high tech, ad alta velocità e basso impatto ambientale, sono realizzati dalla Rodriquez Cantieri Navali di Messina. E ancora, ha sede alle pendici dell’Etna, la 3Sun, la più grande fabbrica italiana di pannelli fotovoltaici. L’elenco è lungo, include le tante eccellenze agroalimentari che crescono al sole del Sud: dai pomodori dell’agro nocerino-sarnese ai pani di Altamura e Matera per finire con la maggior parte della produzione di olio extravergine d’oliva italiano concentrata in Puglia, Calabria e Sicilia. L’incontro ravvicinato con il Sud si chiude con l’elencazione dei «terroni di mondo», meridionali famosi in giro per il globo.

 

Federalismo e sacco del Sud

Parlare di federalismo in Italia significa addentrarsi nei meandri della politica a traino, fortemente leghista. L’indagine condotta da Patruno mette sotto accusa molti dei luoghi comuni leghisti a partire dalla modulazione delle tasse, oggi di grande attualità, non degne, sottolinea l’autore, di un paese effettivamente solidale e che tiene come punto di riferimento la fornitura di livelli di servizi uguali su tutto il territorio nazionale. Altro luogo comune sono i soldi sottratti al fisco dal Mezzogiorno, dove le tasse sono evase da un maggior numero di contribuenti. Dato veritiero, ma che non specifica come, essendo il Pil procapite molto più alto al Nord, il denaro sottratto allo stato attraverso l’evasione fiscale sia molto di più nelle regioni del Nord. L’elenco dei sacchi continua dalle infrastrutture ai treni fino alla critica alle gabbie salariali e al costo della vita, senza dimenticare lo scippo dei fondi Fas, le varie politiche di rottamazione di prodotti che avvantaggiano le aziende produttrici del Nord fino alla fantomatica Banca del Mezzogiorno, che ha visto la luce ma certo non è stata vista dal tessuto produttivo meridionale.

 

L’orizzonte meridionale e il “compra Sud”. Partire o restare?

Un intero capitolo è dedicato all’esame di un giorno lavorativo di un dipendente pubblico del Sud: è un simpatico gioco che potrebbe fare qualunque abitante meridionale per meditare sulle tante azioni quotidiane che si compiono, legate all’utilizzo di oggetti quasi completamente prodotti al Nord. Dalla sveglia, al dentifricio, passando per i biscotti e l’automobile. Il racconto di un giorno lavorativo di un dipendente pubblico del Sud serve all’autore non solo per far riflettere sulle iniziative in atto, ma per sensibilizzare il lettore sul fatto che una maggiore consapevolezza del circuito virtuoso tra acquisti e sviluppo potrebbe migliorare sensibilmente le condizioni economiche del Sud se solo ci si impegnasse, per quanto possibile, ad avere un’attenzione più forte verso gli acquisti di beni e servizi prodotti al Sud.

La parte finale del testo è dedicata ai tanti giovani che decidono con fermezza di restare nella propria terra di nascita, a coloro, altrettanto numerosi, che invece non ce la fanno ed emigrano per il mondo, e, ancora, a quelli che rientrano dalle loro esperienze lavorative non proprio esaltanti, specie nel Nord Italia, mostrando un finto El Dorado. I casi sono tanti, ma uno è il pensiero diffuso: che i molti meridionali in giro per il mondo rappresentino i migliori ambasciatori di un pensiero mediterraneo che si fa apprezzare per il suo talento e per i risultati raggiunti.

Su tutto una considerazione che parte da un dato che suggella la discussione: il Meridione continua a perdere abitanti, rasentando lo spopolamento. Il dato in termini assoluti è indiscutibile. Nella sola Calabria l’ultimo censimento del 2011 registra un numero di abitanti inferiore a due milioni. Le risorse e le possibilità certo ci sono, tante opportunità mancano, dai mezzi di trasporto alla banda larga ma – ed è questo il messaggio che ci lascia l’autore – bisogna guardare il Sud con occhi diversi che permettano, proprio a partire dai suoi ritardi infrastrutturali, di leggerlo per quello che è con le sue deficienze, ma anche con le sue eccellenze.

 

Andrea Vulpitta

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 72, agosto 2013)

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