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Direttore editoriale: Graziana Pecora
Anno VII, n. 71, luglio 2013
L’antico amore impossibile
di Scilla e Glauco riaffiora
dalle acque del Mediterraneo
di Adelina Guerrera
La magia di un racconto mitologico
riproposto per i tipi di Città del sole
Cosa si nasconde nei luoghi della memoria, del ricordo, dell’infinito, del mare che unisce Calabria e Sicilia? Cos’è questo respiro degli antenati che si sente, che riaffiora, che vuole emergere, che sussurra e ci chiama? La fantasia, il fascino, la magia avvolti e racchiusi in un mito; il mito celebrato e narrato dai grandi poeti dell’antichità, basti pensare ad Omero, Virgilio, Ovidio, che con la loro voce hanno inebriato i cuori di tanti lettori che, ad oggi, ogni qualvolta leggono e meditano sulla grandiosità di questo racconto mitologico, non possono non riflettere.
È ancora una volta a distanza di anni, di secoli, che un autore vuole far rinascere, conferendole importanza e sempre più notorietà, la tragica storia d’amore tra il pescatore Glauco, trasformato in un dio marino, e la splendida e dolce Scilla, succube di una vendetta brutale.
Oreste Kessel Pace, giovane scrittore, giornalista e saggista, in Scilla (Città del sole, pp. 72, € 10,00) ripropone e fa rivivere, prospettandola in un’ottica da sogno, una delle più belle storie d’amore della letteratura che, sin dalle prime righe, conduce il lettore negli abissi dell’immaginario carpendo la sua attenzione, catturandone il pensiero; la mente, allora, naviga e va oltre i confini di questo mare, osannato e celebrato da letterati di tutti i tempi.
Evasione, emozione e fantasia: tre ingredienti fondamentali
Immergersi nel mito rievocato e ripresentato da questo scrittore significa lasciarsi avvolgere, lasciarsi andare per scoprire un mondo diverso, presente nella fantasia, nel sogno, nella mente; questa è la chiave di lettura che permette di avvicinarsi allo stile dell’autore, che può apparire crudo e reale, ma, allo stesso tempo, impregnato di molteplici contenuti validi in ogni epoca, i quali conferiscono bellezza e ulteriore significato al racconto.
La semplicità e la musicalità della storia portano per mano il lettore fino ad apprezzare l’opera, a viverla, ad assaporare le sue scene, i suoi attimi, i suoi battiti; la trama, pur riprendendo un mito già illustrato e raccontato in passato, risulta unica, poiché racchiude elementi profondi e ricchi di pathos tali da lasciarci senza parole e consentire di immergerci nella narrazione in prima persona.
I personaggi sono descritti attraverso un’accurata analisi di elementi psicologici intensi in cui lo sfondo marino fa da padrone; il cuore del lettore è vivo, palpita, si strugge man mano che viene rievocato il drammatico destino della sventurata fanciulla.
Questo porta, al di là della semplice e piacevole lettura, a riflessioni profonde, vere, che pongono degli interrogativi, domande e risposte che si riscontrano e riscoprono nel testo stesso, trapelando dai particolari illustrati, dalle immagini presentate.
Ci si interroga, allora, sul significato dell’amore, sulla sua importanza, sui suoi attimi eterni che danno vita e ragione all’esistenza umana: che cos’è una persona senza l’amore? È così determinante, l’amore, nel suo percorso di vita, da indurla a peripezie al di là di ogni limite?
E allora, ci si domanda ancora: perché la vita a volte è così crudele, come nel caso di Glauco e Scilla? Forse la colpa è da imputare al fato, al destino che ama giocare con la vita umana?
Che cosa deve fare allora ciascuno di noi? Arrendersi o lottare con fierezza e orgoglio? Così come per i due protagonisti, la ragione non vuole e non può arrendersi, e a un certo punto rischia pertanto di diventare folle, cercando di compiere opere prodigiose e di sfidare i più cruenti sortilegi.
Dunque, sulle onde del mare si infrangono e nascono i nostri pensieri, e attraverso gli occhi di Scilla riscopriamo il senso e il significato del nostro cammino.
Oltre la magia e il mito, il vero senso dell’amore
Un destino crudele che trasforma in creature bestiali allontanando l’amato dalla sua amata vale la pena sempre di essere vissuto, affrontato, combattuto.
Questo è l’insegnamento e il cuore di questa meravigliosa storia; al di là di ogni possibile metamorfosi di cui la nostra società può essere la causa, c’è sempre posto per l’amore: esso è visto nella prospettiva dell’autore come l’unica vera ricchezza in grado di rinfrancare la nostra esistenza.
Contro qualsiasi forza nemica si è, quindi, chiamati a combattere in suo nome, anche se questo dovesse procurare dolore o, addirittura, sfociare nella fine del sentimento, poiché nessun ricordo allieta di più se non quello dell’amore.
Pertanto, sulla scia di Scilla e Glauco, l’autore invita a riflettere e a meditare sul suo racconto, fornendoci spunti per ulteriori considerazioni.
Gli splendidi tramonti del racconto fanno da cornice e coloriscono i nostri pensieri, i dolci misteri aleggiano e svegliano le nostre coscienze.
Sfogliando, dunque, le pagine di questo appassionante e travolgente romanzo, si respira un’aria pulita: tutto ciò ci porta al passato ricordando le antiche civiltà e tradizioni, per pensare e riflettere sul nostro presente in vista del futuro.
Adelina Guerrera
(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 71, luglio 2013)
Francesca Buran, Pamela Quintieri, Francesco Rolli, Fulvia Scopelliti
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