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Filosofia e religioni (a cura di Rossella Michienzi) . Anno VII, n. 68, aprile 2013

Zoom immagine Osservare la natura
con occhi infantili
e riflettere sognando

di Angela Patrono
Tra realtà e fantasia: Edizioni la rondine
propone una favola per grandi e piccini


L’artista più eclettica e amata del mondo è senza dubbio la natura, fonte di stupore e primigenia ispirazione per l’essere umano, che fin dalle origini si è fatto conquistare dalle sfumature pittoriche del cielo, ha ascoltato la musica scrosciante della pioggia, ha osservato rapito la danza delle foglie al vento. I primi a meravigliarsi delle manifestazioni del mondo naturale sono proprio i bambini, che osservando i fenomeni atmosferici o i corpi celesti iniziano a porsi domande sul mondo che li circonda e sull’immenso che li sovrasta. Spetta ai “grandi” trovare, con fatica o, al contrario, con fantasiosa improvvisazione, delle risposte che conservino intatto il senso di stupore dei piccoli, pur aprendo loro una breccia sulla complessità del mondo. Intento sussurrato tra le righe di Paolo e il segreto delle nuvole (Edizioni la rondine, pp. 24, € 12,00), delicata favola scritta da Annalisa Margarino e corredata dalle illustrazioni dell’artista Vesdan.

 

Le meraviglie del cielo secondo un piccolo sognatore

L’autrice, insegnante di religione nata a Torino ma genovese d’adozione, è laureata in Filosofia e ha conseguito un baccalaureato in Teologia. Un curriculum importante per una scrittrice che, fin dai titoli delle altre opere (Il sindacato dei sensibili e Le verità donate), lascia presagire una tensione dinamica verso il trascendente.

E infatti Paolo, il bambino protagonista del libro, è nel suo piccolo un outsider rimbrottato dai genitori per avere fin troppo “la testa tra le nuvole” in senso letterale, poiché non si accontenta delle risposte semplicistiche di mamma e papà e continua a osservare il sole e la luna cercando di cogliere sprazzi di senso nel loro nascondersi, alternarsi, illuminare la terra. Il cielo è «il suo spettacolo preferito, un mondo pieno di colori, luci e forme», ma è anche un amico accogliente al quale affidare le proprie confidenze: il sole lo incuriosisce con il suo bagliore, la luna lo consola e ne ascolta i segreti.

Un universo incantato che trova il culmine nello scenario più affascinante, quello delle nuvole. Paolo, infatti, vede nelle nubi le forme a lui più care: il suo cagnolino Batuffolo, il suo orsacchiotto, il suo trenino con il fumo che esce, un girasole dai lunghi petali. Le voci fuori campo dei genitori (che non appaiono nelle illustrazioni del libro, come se in qualche modo ne fossero esclusi) minimizzano, accecati da quella malattia cronica chiamata età adulta o, meglio, amnesia dell’infanzia: «Fra un po’ suona la campanella della scuola, non perdiamo tempo ad osservare le nuvole».

La voce della razionalità, quindi, risuona implacabile come una condanna, un gong perentorio che spinge a una corsa forsennata verso impegni improrogabili, scanditi da un tempo che divora e inghiottisce le ore a tradimento. È vietato fermarsi a contemplare il cielo e fantasticare, perché altrimenti si rischia di interrogarsi sul senso profondo delle cose e diventare insaziabili nella ricerca di infinito.

Paolo no, non vuole essere schiavo del tempo: «si chiedeva come mai i grandi non vedessero o non volessero vedere nulla». Con la coraggiosa innocenza dei suoi anni, intuisce l’importanza di quel non-tempo e non-luogo dove ogni calcolo si azzera, dove ogni orizzonte si apre inesplorato per permettere di spaziare con lo sguardo. Quello fisico, magari, ma soprattutto quello interiore dell’immaginazione.

 

La saggezza di un nonno, l’innocenza di un bimbo

Il “traghettatore” dal mondo reale a quello fantastico è in questo caso il nonno, una figura chiave nella vita del piccolo Paolo: è stato lui a insegnargli a vedere i disegni nelle nuvole.

Paolo si fida del nonno, complice e maestro ma anche anima affine, in quanto, al contrario di mamma e papà, vede le stesse cose. L’anziano spiega al nipotino che i genitori «hanno fretta, ma anche loro da bambini vedevano le forme». Da qui la domanda di Paolo: «Allora vuoi dire che certe forme le vedono solo i bambini e i nonni?». «Sì, Paolo, hai detto bene, perché i nonni devono insegnare ai bambini a vedere le nuvole».

Bambino e anziano, due polarità opposte e complementari che forse, proprio essendo “fuori dai giochi” secondo il comune sentire, riescono ad accedere all’essenza delle cose con semplicità e un pizzico di magia. Il nonno, custode delle antiche tradizioni, insegna al nipotino ad ascoltare i ritmi della natura per entrare in comunicazione con essa e vederla sotto una luce non banale; infatti a legare tutto ciò che esiste è l’empatia, anche quella tra il sole e la luna: le nuvole, spiega il nonno, sono le lettere che i due corpi celesti si scambiano vicendevolmente, anche se distanti. Perché «la luna e il sole sono amici da sempre», riflettono l’una la luce dell’altro ed «insieme illuminano la terra». È possibile, quindi, essere amici di qualcuno senza vederlo o parlargli? Sì, afferma il nonno e fa l’esempio di un amichetto di Paolo trasferitosi a Milano.

Ecco quindi «il segreto delle nuvole»: un regalo d’amicizia tra il sole e la luna, lontani, che «nei loro racconti parlano di noi», perché «vogliono bene alla terra e sanno che senza di loro la vita non sarebbe possibile». Paolo raggiunge così una nuova consapevolezza: «senza sole e senza luna non si può stare», sono indispensabili alla vita e i loro disegni tra le nuvole mostrano il loro interesse per noi. Una conclusione che, senza arrivare alla spiegazione scientifica vera e propria, spalanca al bambino una finestra sui fenomeni che regolano il mondo e, soprattutto, ne conserva l’infantile stupore.

Una nota di merito va alle deliziose illustrazioni di Vesdan, che sembrano letteralmente “parlare”, interpretando fedelmente la poesia della narrazione. Il libro di Margarino è un invito a non perdere la capacità di sognare e di saper vedere oltre il limite dei sensi, un richiamo a esplorare la dimensione metafisica dell’essere, soffocata dal materialismo dilagante e un suggerimento a seguire il Fanciullino di pascoliana memoria, che con la sua sensibilità speciale percepisce l’essenza delle cose e, come un novello Adamo, attribuisce nomi e simboli a tutto ciò che esiste.

Insomma, una favola per bambini che parla anche al cuore dei “grandi”, in quanto fornisce molteplici e profonde chiavi di lettura.

 

Angela Patrono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 68, aprile 2013)

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