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Problemi e riflessioni (a cura di Angela Galloro) . Anno VII, n. 67, marzo 2013

Zoom immagine I mille ruoli e compiti
delle donne di oggi:
una guida divertente
su come uscirne vive

di Angela Patrono
Da Aliberti, un movimentato spaccato
di vita quotidiana, tutta al femminile


Se fino a qualche decennio fa alla donna spettava il titolo di “regina della casa” o di “angelo del focolare”, alla “femmina sapiens sapiens” del terzo millennio è riservato un compito non meno gravoso, quello di “mamma in carriera”. Ai ruoli di moglie perfetta e madre esemplare si aggiunge, infatti, quello di lavoratrice stakanovista (e sottopagata): un mix di ingredienti letali che rendono la vita femminile una via di mezzo tra un rally e una corrida. Lo sa bene anche il collettivo Carla Ferguson Barberini, un gruppo di amiche e colleghe nel campo della comunicazione, unite dalla voglia di affrontare i problemi quotidiani senza prendersi troppo sul serio. Già autrici di ironici manuali di self-help come il fortunato Il metodo sticazzi, seguito da altri libri sullo stesso filone, la loro ultima opera è Mamme, manager, mogli e amanti. Come fanno a fare tutto? (Aliberti editore, pp. 112, € 12,00).

 

Vita da mamma manager

Scandito da un linguaggio ironico e informale, il libro riporta, tra il serio e il faceto, le disavventure di ogni mamma in carriera che si rispetti, descrivendone le traumatiche giornate tipo, fatte di sveglia alle 6:30 (anche la domenica: a quello ci pensano i bambini), maratona trafelata dalla scuola all’ufficio, parca cena in famiglia e crollo orizzontale a letto. Protagonista, una supereroina che al posto della tutina con mantello svolazzante indossa, a seconda dell’occasione, un eroico grembiule tempestato di macchie di ragù come medaglie al valore, un tailleur impeccabile da sfoggiare in ufficio o una «tuta rosa acquistata a una bancarella dodici anni fa» per il relax casalingo. «Non ti sembra un po’ schizofrenico?», commentano le autrici riguardo alla personalità multipla delle mamme lavoratrici. Cosa fare allora per avere un po’ di tempo a disposizione e scongiurare il crollo psicofisico? In questo caso il libro viene in aiuto con una serie di “regole”, messe a punto in altrettanti capitoli: le autrici, infatti, traggono spunto dalle loro esperienze personali, concludendo che il segreto per fare tutto sia proprio… non fare tutto.

Le soluzioni sono molteplici: delegare, quindi farsi aiutare da una colf (per chi può permetterselo, visti i tempi non facili) o da un marito tuttofare per le faccende domestiche. In questo modo i bambini svilupperanno l’indipendenza dai genitori, se a prendersi cura di loro saranno altre figure, dalla classica baby-sitter ai nonni, o si renderanno autonomi trasformando in un gioco semplici lavori di casa come il giardinaggio. Sul lavoro, invece, il risultato può massimizzarsi con il minimo sforzo se si sfruttano al meglio le risorse tecnologiche: basti pensare alla multifunzionalità di un tablet.

Insomma, «il tuo obiettivo finale è: non essere indispensabile. Solo così se vorrai farti un fine settimana con le amiche potrai partire a cuor leggero». La ritrovata libertà, infatti, oltre a favorire i rapporti sociali persi di vista a causa dei numerosi impegni, permette di riorganizzare il proprio tempo libero: dedicandosi a hobby creativi o agli sport, ma anche e soprattutto a un po’ di sana intimità con il partner. Trovando nuovi modi per alimentare una passione sbiadita dalla monotonia: «Vi lanciate qualche sguardo d’intesa e decidete di guardare un vecchio film romantico… ma la musica dei titoli di apertura tutta violini vi fa sprofondare in un sonno letargico, dal quale riemergete solo con i titoli di coda».

 

Piccole pesti in vacanza: come gestirle?

Ma le autrici raggiungono picchi esilaranti nel descrivere le peripezie vacanziere della famigliola con bimbi al seguito. Qui il libro assume tutta l’aria di un manuale di sopravvivenza: le valigie che scoppiano di giocattoli e guardaroba, le assillanti richieste dei bambini in viaggio, le indicazioni stradali da dare al marito che in quanto a senso dell’orientamento è scarsino.

E quando, ormai nel luogo di villeggiatura, l’incubo sembra finito, la mamma in carriera deve ancora una volta rinunciare al relax per sorvegliare i bambini mentre il marito se la spassa sulla spiaggia o sulle piste innevate, a seconda del tipo di vacanza.

Il libro mette in scena, con la consueta ironia, le più svariate situazioni che possono verificarsi in vacanza, come quella in cui il bambino si ammala e la mamma lavoratrice è pervasa dal senso di colpa: «Quello che più ti fa male è pensare di non essere a casa e di non disporre di tutti i mezzi che usualmente impieghi per salvare la vita (solitamente una febbricola a trentasette e tre) del tuo amato pargolo». Tra una disavventura e l’altra, la povera mamma lavoratrice dovrà fare i conti anche con gli schiamazzi dei figli in hotel o con i loro ricatti affettivi per avere un nuovo giocattolo.

Anche in questo caso il segreto è la «condivisione col partner degli impegni e dei ruoli, alternarsi di gioco e piccoli compiti e il patto solenne che anche tu abbia un momento solo per te stessa al giorno, da spendere ogni volta in modo diverso».

 

Riconciliarsi con se stessa per conciliare tutto

Secondo le autrici la mamma manager del 2013 deve avere uno spazio tutto suo, dove dedicarsi alla cura della persona, ai contatti sociali, agli interessi culturali accantonati («la lettura è poi quell’attività che più che arricchire la persona ti sembra ormai essere stata ideata per velocizzare il procedimento dell’addormentamento»). Senza rinunciare al lavoro e naturalmente alla famiglia, che magari non sarà proprio modello “Mulino Bianco”, ma è un indispensabile punto di partenza per la crescita serena dei figli e il proprio benessere: «Due genitori che si amano e sono felici della loro storia sono anche due educatori migliori!».

 

Angela Patrono

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 67, marzo 2013)

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