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Problemi e riflessioni (a cura di Angela Galloro) . Anno VII, n. 67, marzo 2013

Zoom immagine Il pericolo naviga in Rete:
proteggiamo i nostri figli

di Federica Lento
Un saggio istruttivo sulle insidie della pedofilia
e sull’uso corretto del web. Da Edizioni la rondine


Mai accettare caramelle dagli sconosciutiè il saggio ammonimento che risuona nei ricordi della nostra infanzia. Uscire a divertirsi nel parco sotto casa e trascorrere le ore tra giochi di strada e ginocchia sbucciate era quello che caratterizzava spensierate giornate di bambini di un’altra epoca, che appare, se non lontana, molto diversa dalla contemporaneità.

Accettare caramelle dagli sconosciuti significava, al tempo dei giochi all’aria aperta, il pericolo più grande. Oggi, nell’era della tecnologia in continua evoluzione che tanto affascina, intrattiene e trattiene all’immobilismo sterile i più piccoli, il pericolo maggiore è quello di essere adescati in Rete e finire nelle maglie strette dei pedofili. La pedofilia, fenomeno antico, ha trovato oggi su Internet il migliore, nonché vergognoso, alleato nell’adescamento e spesso sfruttamento dei minori. Internet copre, nasconde, fa credere vere realtà inesistenti e ben costruite, a maggior ragione se la fiducia conquistata è quella ingenua dei bambini.

“Non accettare links dagli sconosciuti” dovrebbe essere l’avvertimento dei genitori di oggi, come ricorda il titolo del saggio di Luisa Fiato, Link da uno sconosciuto (Edizioni la rondine, pp. 144, € 9,50), nel quale si analizza il modo in cui Internet è e dovrebbe essere utilizzato dai minori.

 

Informazione contro la rete dei pedofili

La pedofilia è una perversione sessuale tra le più studiate in Psicologia e tra le più radicate e antiche nella storia dell’uomo. Nell’antica Grecia i sacerdoti e i maestri insegnavano l’arte amatoria ai loro allievi, intrecciando con essi un rapporto di “amore” e subordinazione. Il saggio offre uno sguardo descrittivo sulle origini ed evoluzioni mitologiche, culturali, storiche della pedofilia, per poi concentrarsi sulle nuove forme di manifestazione di questa parafilia (pulsione erotica connotata da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti che implicano attività o situazioni specifiche che riguardino oggetti, che comportino sofferenza e/o umiliazione, o che siano rivolte verso minori e/o persone non consenzienti) all’interno dello spazio deterritorializzato della Rete. La pedofilia non è scomparsa ed è diventata, anzi, un fenomeno da cui ha preso forma il business della prostituzione minorile, del turismo sessuale nei “paesi del sesso” e della vendita di materiale pedopornografico.

Il pericolo maggiormente diffuso, a favore dei pedofili, è la non corretta comprensione del problema nella nostra società. Internet ha messo in evidenza ciò che è da sempre esistito ed è stato a lungo occultato; casi di maltrattamenti tra le mura domestiche hanno vergognosamente segnato la storia dell’uomo anche in passato; la Rete non ha dunque fatto esplodere il fenomeno, ma ne ha certamente “facilitato” e velocizzato la diffusione. Una buona educazione dei bambini, fatta di partecipazione e responsabilizzazione alla navigazione, e un corretto utilizzo delle risorse tecnologiche a disposizione per la tutela del minore, come i sistemi software di filtraggio, possono permettere una censura a priori di ciò che è inadeguato agli occhi dei più piccoli. Risulta necessario, inoltre, sensibilizzare l’opinione pubblica alla promozione di una “cultura dell’attenzione” volta a cogliere in modo equilibrato l’apporto che la Rete offre ai suoi piccoli navigatori. Per questo scopo è auspicabile individuare innovativi e specifici strumenti istituzionali di raccordo che possano convogliare, presso le nuove strutture specializzate e in senso unitario, tutte le informazioni relative al problema della pedofilia telematica, al fine di formare adeguatamente la società.

 

Una pericolosa apologia

Un altro elemento ampiamente analizzato nel saggio è quello della commercializzazione del materiale pedopornografico da parte di vere e proprie organizzazioni, che propinano una difesa di questa perversione e mettono sotto accusa la società che criminalizza le pratiche sessuali tra adulto e bambino, lanciando proclami deliranti per rivendicare il diritto degli adulti a praticare sesso con i minorenni e teorizzando azioni violente contro chi si oppone. I siti Internet usati dai pedofili sono costruiti e gestiti in modo da indurre il lettore a non considerare la pedofilia come una perversione o un crimine, ma semplicemente come “una forma di amore”.

Questi deliri vengono oggi più che mai tenuti sotto controllo e combattuti grazie alla collaborazione internazionale tra gli organismi a tutela del minore, le magistrature e le forze di polizia, come la Polizia postale e delle comunicazioni e, più recentemente, l’Arma dei Carabinieri. I “cacciatori di pedofili in Rete” hanno permesso di portare avanti inchieste che hanno svelato l’esistenza di enormi sistemi organizzati, anche su scala internazionale. L’opera di costante monitoraggio permette un utilizzo positivo e costruttivo del web e organizzazioni come “Save the children”, Ectap (End child prostitution, pornography and trafficking for sexual purpose) e “Telefono azzurro” operano attivamente sulla prevenzione e sensibilizzazione a tutela dell’infanzia. Sensibilizzazione, informazione, educazione all’uso corretto di Internet, protezione da parte di singoli o di associazioni permettono, dunque, un sano uso dei nuovi strumenti tecnologici per i nostri bambini, che potranno divertirsi, fuori o dentro casa, oggi come ieri, in maniera sicura, facendo sempre attenzione agli sconosciuti, che ci offrano caramelle o links.

 

Federica Lento

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VII, n. 67, marzo 2013)

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