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Anno VI, n. 64, dicembre 2012
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Filosofia e religioni (a cura di Rossella Michienzi) . Anno VI, n. 64, dicembre 2012

Zoom immagine Una svolta culturale
quale fondamento
del marxismo d’oggi

di Rossella Michienzi
Da Quodlibet, un saggio mette in luce
lacune e sbocchi della filosofia di Marx


Attualmente assistiamo ad una vera e propria rinascita di un grande interesse per la filosofia marxista. L’attenzione di molti critici e studiosi si è concentrata sull’esplosione del marxismo in mille frammenti disciplinari, ed è questa, molto probabilmente, una delle conseguenze della crisi economica internazionale. La ricomparsa e il sempre maggiore ampliamento di un mercato capitalistico, che mostra di non essere controllabile dall’esterno né dalla decisione politica, ma di obbedire invece solo a proprie leggi interne, è ciò che dà l’input privilegiato per ripensare criticamente l’opera e soprattutto il pensiero di Karl Marx, filosofo tedesco, nonché uno dei massimi pensatori sociali, la cui dottrina è stata, secondo molti, troppo frettolosamente accantonata. Tentare di riportare alla luce il marxismo, dunque, con tutte le sue articolazioni contemporanee è l’obiettivo primario di uno dei saggi filosofici più significativi recentemente pubblicati: Marxismo culturale. Estetica e politica della letteratura nel tardo Occidente (Quodlibet, pp. 324, € 26,00) di Marco Gatto, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Filologia dell’Università della Calabria.

Il saggio del giovane studioso è un vero e proprio faro per qualunque lettore assetato di conoscenza e dotato di uno spiccato senso critico rispetto ad una società che evolve. Con un linguaggio specialistico ed un’argomentazione complessa ma, al tempo stesso, lineare, si dà la possibilità al lettore di riflettere su quello che attualmente è oggetto di approfondite analisi: la letteratura. Il tutto viene trattato ripercorrendo i passi del marxismo, dalla sua inevitabile involuzione all’affascinante rapporto tra arte e cultura.

Provando a capire le ragioni che hanno portato al collasso del pensiero marxista, il saggio si propone di dare un input considerevole ai lettori, in quanto l’autore offre un “inventario” completo dei presupposti che hanno portato ad una crisi ideologica radicata.

 

Un marxismo senza Marx ed una profonda svolta culturalistica

Prima di considerare in maniera specifica gli obiettivi del lavoro di ricerca del giovane studioso, può rivelarsi utile riassumere brevemente le idee che stanno alla base del pensiero di Marx. Certamente il concetto chiave del filosofo tedesco è legata ad una complessa elaborazione teorica, sviluppata a partire da una concezione materialistica della Storia: le caratteristiche delle diverse società storicamente esistite dipendono dalla produzione e dalle tecniche produttive nonché dai rapporti sociali. Tutto ciò si fonda su una catena inesorabile di rapporti dominatore-dominato. Tuttavia, il lavoro di ricerca del giovane studioso persegue un obiettivo assolutamente ambizioso. Marco Gatto propone una ricostruzione, il più possibile capillare, delle fondamentali tendenze teoriche e filosofiche di interesse estetico attive nella costellazione del marxismo occidentale, a partire dal Secondo dopoguerra sino ai giorni nostri. Allo stato attuale, sostiene Gatto, il pensiero marxista si è progressivamente allontanato dalla dimensione politica e dal rapporto teoria-prassi, per fare sempre più parte dell’analisi e della teoria culturale, estetica, letteraria.

La sempre maggiore considerazione di un Marx interessato all’alienazione e allo sfruttamento ha portato, negli anni, ad un marxismo privo di interessi economico-politici: che non si tratti davvero di un marxismo senza Marx?

Forse siamo di fronte ad una reale depoliticizzazione del marxismo e ai prodromi di un vero e proprio marxismo letterario.

Questo saggio, dai contorni interessanti e assolutamente affascinanti, non si propone di presentare alternative teoriche alla dissoluzione del pensiero marxista, ma ci porta ad un’ulteriore fase di tale ideologia quella che Gatto definisce «marxismo culturale». Quindi ci accostiamo ad un percorso che arriva a teorizzare una nuova dottrina, percorso che segue la scia del marxismo tradizionale e di quello occidentale per poi superarla. In una prima fase, il marxismo tradizionale ha trovato nel proletariato internazionale la propria arma politica; successivamente gli «intellettuali occidentali» hanno invece combattuto il pensiero rivoluzionario dei predecessori appoggiando la spinta totalizzante della modernizzazione; ora il marxismo culturale si presenta come l’originale risultato della progressiva perdita di referenze politiche. Ciò su cui fa riflettere l’organico saggio del talentuoso scrittore è precisamente la necessità di rimarginare il corpo, ormai frammentato, della tradizione marxista. Infatti, «Dalla visione della totalità sociale (economia, politica, cultura) del primo marxismo, fino a Gramsci, si è passati a una sempre più frantumata specializzazione disciplinare, in cui hanno occupato un posto centrale prima la filosofia e la metodologia (con Lukács e Korsch nei primi anni Venti) poi l’estetica, la critica della cultura, la teoria della letteratura (da Lukács a Benjamin, Adorno, Marcuse, Della Volpe, Sartre, Raymond Williams, Fredric Jameson […] Terry Eagleton […]). Il postmodernismo e i Cultural Studies hanno infine mescolato […] Marx e Guy Debord, Derrida e femminismo, nonché Lenin e Lacan».

 

La crisi del marxismo: i fondamentali nodi concettuali

Il complesso e meritorio lavoro svolto da Marco Gatto non si limita a rivelare la consistenza di un’involuzione ormai palese, ma si sforza anche di comprenderne i principali presupposti. Un nodo concettuale di estrema importanza è la necessità del marxismo di porsi quale strumento filosofico critico e totalizzante. Attraverso un’analisi approfondita del pensiero di Fredric Jameson, critico letterario e teorico politico statunitense, la trattazione di Gatto, di estrema attualità e di grande interesse politico-culturale, riflette su un neomarxismo che sorge dal collasso di quel vincolo tra teoria e prassi che aveva animato la tradizione classica. È estremamente affascinante come questo lungo saggio trascini il lettore da uno studio approfondito del marxismo ne Il Capitale ad un’analisi metodica del marxismo anglosassone, dalle maggiori teorie letterarie del marxismo culturale, attraverso Pierre Macherey e la teoria althusseriana della letteratura fino ad arrivare alla dialettica dell’interpretazione letteraria di Fredric Jameson. Sebbene si tratti di un testo che merita di esser letto e compreso nella sua totalità, è doveroso citare le parole con cui Gatto conclude il suo lavoro e attraverso le quali ne sintetizza il fine ultimo, ossia cercare «di dar conto delle numerose articolazioni del marxismo contemporaneo, non senza ricordare continuamente che, almeno fino ad oggi, nonostante l’estrema attualità di Marx, il suo cammino resta segnato da clamorosi passi indietro più che da sensibili avanzamenti».

 

Rossella Michienzi

 

(www.bottegascriptamanent.it, anno VI, n. 64, dicembre 2012)

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